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In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre, Doriana Caleandro, Coordinatrice Pari Opportunità UIL Taranto, pone l’attenzione su una triste realtà che continua ad affliggere la società: la persistenza della violenza di genere. Rompendo con la retorica comune, il messaggio trasmette l’urgenza di affrontare questo problema con azioni concrete anziché con parole ripetute nel corso dei secoli.
“Inutile fare retorica – afferma Caleandro, sottolineando che la violenza sulle donne è una realtà ancora troppo presente nei fatti di cronaca nera – tutte cose dette e ridette da milioni di anni. Potrei fare infinite citazioni risalenti a secoli passati e che ad oggi risulterebbero ancora attualissime. Eppure risulta ancora necessario parlarne. A dircelo sono i fatti di cronaca nera che vedono nella stragrande maggioranza le donne come vittime di violenza, ogni tipo di violenza, fino ad arrivare alla tragedia del femminicidio”.
“Siamo in una società che vive lo stereotipo delle favole, del principe azzurro, di cenerentola, della crocerossina, della casa del Mulino Bianco. Accade che spesso ci giriamo dall’altra parte pur essendo testimoni diretti, quasi con la convinzione che quella violenza non ci riguardi. La verità è che non siamo culturalmente indottrinati alla parità di genere e al rispetto della vita altrui”
“Ci manca la consapevolezza che non esiste il raptus. I segnali ci sono, eccome! Basterebbe mettersi in allerta e prendere provvedimenti prima che sia troppo tardi, rompere il silenzio oltre che i rapporti. La forza del maltrattante sta negli occhi impauriti e nei sensi di colpa che genera alla sua vittima”.
“È giusto iniziare a lavorare sulla società e non sul singolo individuo: abbandonare una immagine patriarcale, mettere in condizione i soggetti più fragili, che essi siano donne o uomini, a riconoscere l’atto violento prima di esserne vittime”.
“Inserire l’educazione all’affettività, al rispetto e alle differenze a partire dalla scuola dell’infanzia e per tutto il percorso scolastico, introducendo il tema della parità, del contrasto alle violenze di genere e all’odio omotransfobico. È, infatti, fondamentale contrastare la cultura del possesso con appositi momenti di formazione/discussione nei percorsi curriculari degli studenti. Introdurre l’educazione effettiva e sessuale nelle scuole di ogni grado, così come l’educazione al senso civico e al rispetto della vita. Sarebbe un buon inizio così come fare informazione e divulgazione dei numeri utili sul nostro territorio come il 1522 che pur essendo un numero nazionale a ricevere sarà sempre una operatrice del centro antiviolenza più vicino alla vittima”.
“Non tutti sanno che esiste anche il cosiddetto PROTOCOLLO ZEUS che nasce per garantire alla vittima una tutela rapida e anticipata rispetto alla definizione del procedimento penale e consiste nell’avvertimento, rivolto dal Questore allo stalker o maltrattante, di astenersi dal commettere ulteriori atti di molestia o violenza. La vittima deve esporre i fatti a qualsiasi ufficio di Polizia o presso i Carabinieri e avanzare richiesta di ammonimento. Tale richiesta può essere avanzata non solo dalla vittima ma anche da un testimone che ha il diritto alla riservatezza”.
“Quando il Questore ammonisce non si limita alla mera notifica di un atto, ma offre contestualmente la possibilità di uscire da quella spirale di rabbia senza controllo, in sintesi, dando l’opportunità di entrare a far parte di un percorso di recupero che aiuti a interrompere quel sentimento di rabbia prima che arrivi a conseguenze estreme. L’obiettivo è aiutare le persone a capire la causa dei loro comportamenti e a correggere l’aggressività”.
“Nel 2020 solo il 20% degli ammonimenti posti in essere sono diventati denunce. L’ultimo dato di oggi ci dice che le denunce sono scese al 9% ma la violenza non è di certo diminuita. Bisogna alzare l’attenzione su un fenomeno che non è per niente in calo”.
“Andiamo avanti, dobbiamo essere uniti focalizzandoci tutti sullo stesso obiettivo, senza distinzione di genere: la cultura paritetica e la non violenza. È arrivato il momento di capire che la cultura alla non violenza riguarda il mondo intero e che a goderne sarà la società e non il singolo individuo”.
📣 𝕌𝕀𝕃 𝕋𝔸ℝ𝔸ℕ𝕋𝕆 𝔸ℂℂ𝔼ℕ𝔻𝔼 𝕀 𝕄𝕆𝕋𝕆ℝ𝕀 ℙ𝔼ℝ 𝕃𝔸 𝔾ℝ𝔸ℕ𝔻𝔼 𝕄𝕆𝔹𝕀𝕃𝕀𝕋𝔸ℤ𝕀𝕆ℕ𝔼 𝔻𝔼𝕃 𝟙° 𝔻𝔼ℂ𝔼𝕄ℝ𝔼 𝔸 𝔹𝔸ℝ𝕀 📣
🫂 Si e’ appena concluso l’incontro con i 𝗦𝗲𝗴𝗿𝗲𝘁𝗮𝗿𝗶 𝗚𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗹𝗶 𝗱𝗶 𝗰𝗮𝘁𝗲𝗴𝗼𝗿𝗶𝗮 presso la sala Sandro Pertini della Confederazione UIL TARANTO. Incontro ritenuto necessario e fondamentale per discutere di 𝓪𝓼𝓹𝓮𝓽𝓽𝓲 𝓸𝓻𝓰𝓪𝓷𝓲𝔃𝔃𝓪𝓽𝓲𝓿𝓲 𝓮 𝓵𝓸𝓰𝓲𝓼𝓽𝓲𝓬𝓲 della 𝒎𝒐𝒃𝒊𝒍𝒊𝒕𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝟏°𝑫𝒊𝒄𝒆𝒎𝒃𝒓𝒆 𝒑𝒓𝒆𝒔𝒔𝒐 𝑷𝒊𝒂𝒛𝒛𝒂 𝑳𝒊𝒃𝒆𝒓𝒕𝒂’ 𝒂 𝑩𝒂𝒓𝒊 e prefiggere gli 𝙤𝙗𝙞𝙚𝙩𝙩𝙞𝙫𝙞 per ogni singola categoria.
💪🏼 Convergenza di intenti e obiettivi per far sentire la 𝓿𝓸𝓬𝓮 𝓭𝓮𝓵𝓵’𝓪𝓻𝓬𝓸 𝓲𝓸𝓷𝓲𝓬𝓸 in quel di Bari per uno sciopero che risulta essere crucile per le vertenze insistenti sul territorio e per rivendicare i ᴅɪʀɪᴛᴛɪ ᴅɪ ʟᴀᴠᴏʀɪ, ᴘᴇɴsɪᴏɴᴀᴛɪ, ɢɪᴏᴠᴀɴɪ ᴇ ᴄɪᴛᴛᴀᴅɪɴɪ ᴛᴜᴛᴛɪ.
📢 🅐🅓🅔🅢🅢🅞 🅑🅐🅢🅣🅐! ❶° 🅓🅘🅒🅔🅜🅑🅡🅔 – 🅟🅘🅐🅩🅩🅐 🅓🅔🅛🅛🅐 🅛🅘🅑🅔🅡🅣🅐’, 🅑🅐🅡🅘 📢
“I dati del Rapporto raccolti ci consegnano una realtà del territorio che resta per la UIL “sorvegliato speciale”
La UIL ha raccolto molto positivamente, partecipando la presentazione del Rendiconto sociale provinciale 2022 di INPS di Taranto. Presenti all’evento, Gianfranco Violino in rappresentanza dell’ ITAL/UIL Taranto, Roberto Basile membro del Comitato provinciale INPS, Lorena Arre’ in rappresentanza della Copagri Taranto e Pietro Pallini Coordinatore provinciale UIL Taranto.
Sulle evidenze del dettaglio rappresentato nel rapporto, non possiamo che riconoscere l’elevata professionalità nello svolgimento dell’enorme mole di lavoro che l’ente svolge giornalmente nell’obiettivo di protezione sociale e welfare, obiettivi del tutto comuni con le attività dei servizi che la UIL offre alle persone in primis con le strutture ITAL/UIL presenti sul territorio ma anche con il CAF/UIL messi in interscambio con l’ente anche attraverso la nuova piattaforma “COMBIPAT” che ha portato da 675 a 14.936 le comunicazioni tra Ente e strutture di Patronato.
I dati del Rapporto raccolti stamane, tuttavia, ci consegnano una realtà del territorio che resta per la UIL “sorvegliato speciale”, con una situazione che permane molto complessa sul piano dell’occupazione 38.4%. Il dato più basso rispetto alla media in Puglia del 42.6% e del Paese che si attesta al 52.2%.
Molto significativo e degno di riflessione e, soprattutto azione, il dato che riviene dalle ore di cassa integrazione straordinaria (CIGS) sul territorio. Si dettaglia nel report che sul totale delle 19.305 posizioni regionali aperte, la mole di 11.208 sono quelle lavorate a Taranto (58.6%). Non va meglio per il dato relativo alla cassa integrazione ordinaria (CIGO) che da sola rappresenta il 38.67% rispetto al dato regionale.
Allarmante il contesto socio demografico, con una dilagante denatalità 6 volte maggiore rispetto a quella relativa al 2011. Oltre, la presenza di un ulteriore indicatore, che la UIL definisce inquietante, quello relativo alla rilevazione degli ultra sessantacinquenni che vivono a Taranto e che sono pari al doppio della popolazione da 0 a 14 anni.
Altro dato di rilievo, quello del flusso migratorio che è più che raddoppiato tra emigrati ed immigrati. Ciò è un segnale che diviene sempre più dilagante il fenomeno dei giovani che lasciano il nostro territorio per trasferirsi altrove, il più delle volte in maniera irreversibile, causa tra tante, anche i bassi salari.
Spicca anche un dato relativo al peggioramento delle pensioni sulla misura in quota 100 relative al nostro territorio che sono state nel 2022 n. 3039.
É andata peggio per quota 102, con solo n. 40 pensionamenti, mentre, per quota 103, l’attuale peggioramento normativo che il Governo sta introducendo, le stime della UIL sono del tutto in peggioramento attesa anche la penalizzazione economica prevista.
Tutto ciò non fa altro che fornire alle riflessioni, peraltro già operate dalla UIL, ulteriori inconfutabili dettagli per insistere a contrastare le misure insufficienti e penalizzanti che rivengono dalla manovra di bilancio.
Mettendo per un attimo al margine la maldestra quanto sterile campagna di denigrazione mediatica esercitata da parte di qualche ministro di questo Governo e le determine tese a sminuire le azioni di mobilitazione e protesta della UIL e della CGIL, il Governo rifletta piuttosto sulla necessità di correggere questa manovra che si rivela nell’analisi a beneficio di pochi e ad appannaggio di chi questo Paese lo tiene in piedi.
I dati della UIL, uniti a quelli acquisiti stamane, indicano che senza una rapida inversione di tendenza da parte di chi Governa il Paese, c’è il serio rischio che una manovra di bilancio in deficit per 16 miliardi. cagioni riflessi pesantissimi in tutto il Paese, in particolare al Sud, in particolare a Taranto.
Tutte queste riflessioni si uniscono alle ragioni per affermare l’importanza dello sciopero di giorno 17 novembre con presidio davanti la Prefettura a Taranto e lo sciopero di giorno 1° dicembre con mobilitazione in Piazza Prefettura a Bari. Adesso Basta!
Un incontro quello che si è svolto nella giornata di martedì 14 novembre presso la Regione Puglia, fondamentale per i 92 lavoratori della Tessitura Mottola del Gruppo Albini che il 23 dicembre, a fine della cigs, rischiano di essere tagliati fuori dal mondo del lavoro e senza un futuro.
Presenti i vertici aziendali del Gruppo Albini, Ekasa, il presidente della task force per le emergenze occupazionali Leo Caroli, il sindaco di Mottola Giovanni Piero Barulli e le Parti Sociali. Fuori dalla sede regionale un nutrito gruppo di lavoratori che prima dell’incontro hanno espresso il loro disappunto e tutta la loro angoscia di un periodo che dura oltre 3 anni; un quasi martirio.
Una riunione resasi necessaria alla luce di un accordo preliminare di vendita tra la vecchia proprietà e quella subentrante, il gruppo Ekasa. Un preliminare di vendita con tante zone d’ombra, che aveva allarmato lavoratori e sindacati, circa il loro reale riassorbimento nel nuovo ciclo produttivo dell’ex opificio mottolese.
Il vertice regionale è stato fondamentale per fare quanto di straordinario, per mettere in sicurezza non solo il sito produttivo e blindare le 92 maestranze che il 23 dicembre, a scadenza della cassa integrazione per transazione occupazionale, rischiano di essere definitivamente fuori dal mondo del lavoro.
Presenti per la UIL il coordinatore di Taranto Pietro Pallini, il segretario regionale UIL Andrea Toma, il segretario della UILTEC Amedeo Guerriero e la RSU UILTEC Albini Gianfranco Lasaracina.
“Nel preliminare di vendita tra il gruppo Albini ed Ekasa ci preoccupava, e ci preoccupa, – dice la UIL a margine dell’incontro – la continuità lavorativa dei 92 operatori della Tessitura Mottola. Nel documento di cessione dell’opificio, così come rappresentato, troppi i ‘se’, gli ‘anche’ nello spettro di una forse assunzione, peraltro a tempo determinato da parte del nuovo investitore. Nel documento abbiamo rilevato tutta una serie di incertezze.
All’accordo del 4 ottobre 2022 abbiamo dunque convenuto l’introduzione di un addendum nel quale, nero su bianco, venga prevista l’assunzione a tempo indeterminato, ed entro 2 anni, di tutti lavoratori che dal 23 dicembre andranno in naspi esplorata la impossibilità all’interno del perimetro di legge di ulteriori periodi di cassa integrazione.”
“Abbiamo strappato ancora un ulteriore accordo – afferma la UIL – avvero un nuovo incentivo all’esodo su base volontaria e una, si spera, integrazione alla naspi, necessaria per dare sicurezza, stabilità e tranquillità ai lavoratori in questa fase delicatissima di transizione.”
Per la UIL, nessuno dei 92 lavoratori deve restare indietro.
⛔ 🅐🅓🅔🅢🅢🅞 🅑🅐🅢🅣🅐
𝙎𝙘𝙞𝙤𝙥𝙚𝙧𝙤 𝙣𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙞 𝟴 𝙤𝙧𝙚
🗓️17 ɴᴏᴠᴇᴍʙʀᴇ | 1 ᴅɪᴄᴇᴍʙʀᴇ E’ il momento di unirci e difendere i nostri diritti!
🔴🔵 Le Organizzazioni Sindacali di CGIL e UIL hanno indetto una 𝗳𝗮𝘀𝗲 𝗱𝗶 𝗺𝗼𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 contro le politiche del Governo Meloni. La Legge di Stabilità 2024 è al centro della nostra battaglia e sarà approvata entro fine anno.
📣 In vista delle giornate di 𝐬𝐜𝐢𝐨𝐩𝐞𝐫𝐨 il 17 novembre e il 1° dicembre, è convocato l’attivo dei quadri e delle delegate/i 👇🏼
🗓️ mercoledì 15 novembre
⌚ dalle 9.00 alle 13.30
📍 presso l’Aula Magna dell’IISS Pacinotti in via Lago di Trasimeno a Taranto.
💪🏽Siamo pronti a difendere i nostri diritti e a lottare per un futuro migliore!
È dal 23 ottobre che i lavoratori della Tessitura di Mottola del Gruppo Albini sono davanti ai cancelli della fabbrica. Tanta è l’incertezza del loro futuro ma fanno di tutto per difendere la loro dignità lavorativa. Il presidio permanente è stato ritenuto necessario per evitare che l’acquirente dell’opificio, Ekasa che subentrerà a fine anno all’ormai ex proprietario Albini, metta fuori dai nuovi piani industriali 92 tra lavoratori e lavoratrici.
A fine 2023 gli operai rischiano di andare in disoccupazione (Naspi) ed essere tagliati fuori da ogni prospettiva occupazionale. Famiglie, queste, che vivono con la spada di Damocle sulla testa da quasi un triennio e che adesso chiedono chiarezza per il loro futuro.
“Siamo stufi delle promesse – dicono i lavoratori della Tessitura di Mottola – puntualmente disattese. Sono tre anni che le nostre famiglie vivono nell’incertezza lavorativa. Adesso sappiamo che Ekasa subentrerà ad Albini. Si parla di un preliminare di vendita dell’opificio, ma di noi operai in questo documento non c’è traccia. Abbiamo deciso di bloccare i cancelli perché i macchinari sono stati veduti e pronti per essere spediti. Di qua non uscirà nemmeno un chiodo finché non ci diranno che fine faremo prima del 22 dicembre, tempo ultimo della nostra cassa integrazione e inizio della naspi. Siamo qui da 20 anni e non ci possono rottamare in questo modo. La maggior parte di noi sono vecchi per il mercato del lavoro ma troppo giovani per andare in pensione. Abbiamo mutui da onorare, figli da mantenere. Il natale è alle porte e come regalo avremo la naspi: l’anticipo del nostro funerale”.
“Il nostro obiettivo adesso – afferma Amedeo Guerriero segretario provinciale della UIL TEC di Taranto – è evitare la Naspi. Il 14 novembre siamo riusciti, facendo squadra con la CGIL e la CISL, ad avere un incontro in Regione Puglia con Albini ed Ekasa perché vogliamo la certezza che nel preliminare di vendita ci siano anche i lavoratori che non possono essere lasciati al loro destino. La naspi ha una durata di 2 anni e per riorganizzare il nuovo opificio ce ne vorranno altrettanti. Se mandiamo in disoccupazione questi 92 lavoratori sarà per loro la fine. Proporremo l’assunzione in capo a Ekasa di tutta la forza lavoro in modo da poter attivare da subito la nuova cassa integrazione”.
“Su questa vertenza la Uil non ha mai perso le speranze – sono le parole del coordinatore della Uil Taranto Pietro Pallini – e vogliamo capire fino in fondo quanto è vero l’intento di voler realmente reindustrializzare. Vorrei ricordare che prima di Ekasa c’è stato l’interesse di Motion, gruppo che è scappato a gambe levate facendo ripiombare i lavoratori nella disperazione. Voglio che sia chiaro che a nessuno è concesso staccare ulteriori assegni in bianco quando in ballo c’è la pelle dei lavoratori e delle loro famiglie. Dobbiamo pretendere certezza, ovvero sicurezza, sul futuro del sito produttivo con dentro tutti i 92 lavoratori. Questi erano e restano, per quanto ci riguarda, i patti iniziali attraverso i quali con Albini nella sede istituzionale si convenne di proseguire l’attività di scouting da parte di Vertus. Gradiremmo che le istituzioni e la politica, che si sono dichiarate dalla parte dei lavoratori, continuassero ad esserlo nella concretezza da adesso fino alla fine di questa sconvolgente vertenza. Siamo alle battute finali di questa triste vicenda che vorremmo rappresentasse un lieto fine e non il de profundis per le famiglie e di un altro pezzo di industria locale”.
