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🚨 𝕊ℂ𝕀𝕆ℙ𝔼ℝ𝕆 ℕ𝔸ℤ𝕀𝕆ℕ𝔸𝕃𝔼 ℂ𝕆ℕ𝕋ℝ𝕆 𝕃𝔼 𝕄𝕆ℝ𝕋𝕀 𝕊𝕌𝕃 𝕃𝔸𝕍𝕆ℝ𝕆 🚨
🚧 Le categorie nazionali degli edili e dei metalmeccanici di 🅒🅖🅘🅛 e 🅤🅘🅛 hanno indetto due ore di sciopero a fine turno per 𝗺𝗲𝗿𝗰𝗼𝗹𝗲𝗱ì 𝟮𝟭 𝗳𝗲𝗯𝗯𝗿𝗮𝗶𝗼 2024 in 𝒔𝒆𝒈𝒏𝒐 𝒅𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒕𝒆𝒔𝒕𝒂, 𝒔𝒅𝒆𝒈𝒏𝒐 𝒆 𝒓𝒆𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒊𝒏𝒖𝒂 𝒆𝒎𝒆𝒓𝒈𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒅𝒆𝒈𝒍𝒊 𝒊𝒏𝒄𝒊𝒅𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒔𝒖𝒍 𝒍𝒂𝒗𝒐𝒓𝒐, come successo ancora venerdì scorso all’interno del cantiere per la costruzione di un punto vendita Esselunga a Firenze.
‼️𝑰𝒍 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒑𝒐𝒓𝒈𝒆𝒓𝒆 𝒄𝒐𝒓𝒅𝒐𝒈𝒍𝒊𝒐, 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒆 𝒊𝒎𝒎𝒆𝒏𝒔𝒐 𝒆 𝒇𝒐𝒓𝒕𝒆𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒔𝒆𝒏𝒕𝒊𝒕𝒐, 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒆𝒓𝒗𝒆 𝒑𝒖𝒓𝒕𝒓𝒐𝒑𝒑𝒐 𝒂 𝒇𝒓𝒐𝒏𝒕𝒆𝒈𝒈𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒉𝒆 è 𝒍𝒂 𝒗𝒆𝒓𝒂 𝒆 𝒑𝒓𝒐𝒑𝒓𝒊𝒂 𝒆𝒎𝒆𝒓𝒈𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒎𝒐𝒓𝒕𝒊 𝒔𝒖𝒍 𝒍𝒂𝒗𝒐𝒓𝒐. Il Governo, le imprese e le loro associazioni di rappresentanza devono assumersi la responsabilità per dire basta al massimo ribasso, ai sub appalti a cascata, alla precarietà, alla mancanza di controlli, alle procedure di sicurezza sempre più superficiali.
⚠️ Come CGIL e UIL Taranto 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻𝗱𝗲𝘁𝘁𝗼 𝘂𝗻 𝘀𝗶𝘁-𝗶𝗻 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗳𝗶𝘀𝘀𝗮𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗺𝗲𝗿𝗰𝗼𝗹𝗲𝗱ì 𝟮𝟭 𝗳𝗲𝗯𝗯𝗿𝗮𝗶𝗼 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗿𝗲 𝟭𝟰 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗿𝗲 𝟭𝟲 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗹𝗮 𝗣𝗿𝗲𝗳𝗲𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗧𝗮𝗿𝗮𝗻𝘁𝗼.
🖐🏻 𝘐 𝘤𝘪𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢𝘪 𝘮𝘰𝘳𝘵𝘪 𝘯𝘦𝘭 𝘤𝘢𝘯𝘵𝘪𝘦𝘳𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘳𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘴𝘶𝘱𝘦𝘳𝘮𝘦𝘳𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘌𝘴𝘴𝘦𝘭𝘶𝘯𝘨𝘢 𝘢 𝘍𝘪𝘳𝘦𝘯𝘻𝘦 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘯𝘰𝘮𝘪, 𝘧𝘢𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘦, 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦. 𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘪𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘪 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 “𝘤𝘢𝘥𝘶𝘵𝘪 𝘴𝘶𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰” 𝘱𝘪ù 𝘥𝘪 40 𝘯𝘦𝘪 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘪 15 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘪 𝘥𝘪 𝘧𝘦𝘣𝘣𝘳𝘢𝘪𝘰.
📢 🅑🅐🅢🅣🅐 parlare di cordoglio, è il momento che il Governo le imprese e le loro associazioni di rappresentanza, si assumano le responsabilità: massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro sono conseguenze di scelte, non una fatalità!
🛠️ Si è deciso di fare cassa togliendo le risorse per gli ispettori del lavoro e la medicina per la prevenzione sul territorio; deregolamentare la catena degli appalti, non intervenire sugli appalti privati, fino al punto che non si riesce a capire quali e quante ditte sono in un cantiere e di costringere le persone migranti a lavorare in clandestinità. È stata ignorata la Piattaforma di Cgil, Cisl e Uil e si continua ad agire senza il confronto con chi è nei posti di lavoro.
🛑 Con la patente a punti oggi probabilmente quelle aziende non avrebbero potuto avere l’appalto Esselunga; con una congruità anche su tempi e modi di esecuzione ci sarebbe un limite allo sfruttamento del lavoro; con l’obbligo alla timbratura si saprebbe chi e quanto tempo lavora in un cantiere.
📋 Vogliamo tutte le agibilità necessarie per gli RLS, RLST, delegati di sito alla sicurezza. Vogliamo il ripristino della parità di trattamento negli appalti e la responsabilità dell’impresa committente. Vogliamo l’applicazione dei CCNL del settore di riferimento, sottoscritti dalle OO.SS. comparativamente più rappresentative, vogliamo la formazione obbligatoria prima di accedere nel luogo di lavoro.
🔍 Questi sono i cambiamenti necessari, altrimenti i richiami alla cultura della sicurezza sono frasi vuote. Vogliamo luoghi di lavoro sicuri senza il ricatto della perdita del lavoro e dei bassi salari. A partire dai cantieri.
🤝 Vogliamo l’apertura di un confronto vero il Governo su questi punti e su tutta la Piattaforma unitaria. Mercoledì 21 febbraio sciopero nazionale degli edili e dei metalmeccanici nelle ultime due ore di ogni turno. Mobilitazione anche con sciopero e assemblee in tutte le altre categorie. Cgil e Uil invitano a costruire visibilità delle iniziative con presidi diffusi sul territorio.
‼️ 𝗢𝗴𝗻𝗶 𝘀𝗶𝗻𝗴𝗼𝗹𝗮 𝘁𝗿𝗮𝗴𝗲𝗱𝗶𝗮 𝗲’ 𝗹𝗮 𝘁𝗿𝗮𝗴𝗲𝗱𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗲 𝗲 𝗱𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶. 𝗙𝗮𝗰𝗰𝗶𝗮𝗺𝗼𝗰𝗶 𝗥𝗶𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗮𝗿𝗲.
“L’annuncio odierno da parte dell’A.D. Lucia Morselli, è semplicemente degno di un copione al suo ultimo atto. Il secondo in pochi mesi che, questa volta, ha come matrice il sacrosanto diritto di pensiero e critica circa le dichiarazioni, del segretario nazionale della UILM Rocco Palombella, rese al quotidiano ‘La Repubblica’ in relazione all’audizione di giorno 13 febbraio scorso alla IX Commissione del Senato”.
Così il coordinatore generale della UIL di Taranto Pietro Pallini.
E continua: “Dapprima, poi leggendo, non neghiamo che per un attimo abbiamo pensato che la comunicazione fosse invece improntata alle dimissioni dell’A.D. Lucia Morselli, se non altro come atto dovuto verso un’intera comunità e al Paese, ma invece, siamo alle solite.
Anche in questa pessima circostanza, non è solo il Segretario generale della UILM nazionale Rocco Palombella a essere preso di mira ma il sindacato, e questo voglio sottolinearlo. Anche questa volta sapremo far valere le nostre motivazioni dinanzi alla legge, ma soprattutto, nessuno confidi attraverso questi atti di imbavagliare il sentimento di un’organizzazione sindacale libera, che si onora del consenso più ampio tra i lavoratori all’interno della fabbrica e non solo, e che di tutto ciò sono oramai esausti”.
“Sono ore cruciali – dice Pallini – quelle che passeranno da qui a breve per il futuro della grande fabbrica, cui sono legate le sorti di migliaia di lavoratori, quelle di una comunità e del Paese.
Lunedì 19 febbraio a Roma ci aspettiamo che il Governo metta la parola fine all’avviata desertificazione di un territorio, comunicandoci il rilanciando della siderurgia per ciò che non solo in Italia, ma nel resto d’Europa è verosimile fare”.
E conclude: “Pretendiamo di trovarci di fronte a un modello di industria fatto di un sistema di regole certo e nel solco della Legalità. Un esempio di rispetto dell’Ambiente circostante, della Sicurezza, Salute e del Lavoro accompagnato dalle inevitabili misure di protezione sociale, tanto per i lavoratori tutti, quanto per le imprese, entrambi che con non poche difficoltà, a volte miracolosamente, quegli impianti hanno contribuito a mantenerli in vita.
Al Governo, un ultimo messaggio: Coraggio!”
Il delicatissimo tema dell’Autonomia differenziata (Ddl n. 615 – Calderoli), con la prima
approvazione da parte del Senato, potrebbe, tra meno di un mese diventare legge dello
Stato. Con ciò le Regioni potranno avocare a sé una, più o tutte le 23 materie tra cui settori
vitali come la scuola, sanità e trasporti con i pesantissimi riflessi di una riduzione dei diritti
civili e sociali al SUD.
Regioni più ricche, quali Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, potranno reclamare
maggiori entrate fiscali in ragione di maggiori servizi che già erogano rispetto alle Regioni
del SUD. Oltremodo, non avendo il Governo intavolato discussione concreta sulla
definizione dei LEP (Livelli Essenziali di Prestazione), che resta al momento indefinita, a
parte la promessa futura del loro finanziamento attraverso un Ddl ad hoc (Art. 3 Ddl n. 615),
la verità è che dopo l’autonomia differenziata lo Stato avrà sempre maggiori difficoltà a
reperire risorse per colmare i divari tra regioni.
Le Regioni del Nord, da una prima stima, tratterranno IRPEF e IVA per ben 9 Mld.
Se si pensa che l’ultima legge di bilancio ha previsto una dote economica di appena 24
milioni di euro (in deficit per 16 Mln), con tagli in tutti i settori, è evidente lo spettro di una
perfetta catastrofe del Mezzogiorno.
Va da sé, sebbene l’Art. 117 della Costituzione sia il baluardo per garantire a tutti
eguali diritti ed eguali opportunità, che l’assurda decisione di una legge senza una
preventiva discussione in Parlamento (Art. 138 della Costituzione), rischia di consacrare
quella che si rivelerà la vera e propria secessione dei ricchi, in cui l’Art. 117 della nostra
costituzione poco o nulla potrà più garantire.
Il giudizio della UIL su tutto ciò resta fortemente negativo, tanto per gli evidenti
profili di incostituzionalità della norma, quanto per il rischio più che concreto della futura
contrazione dei diritti di ognuno che metterà a rischio i principi di equità, solidarietà e di
giustizia sociale ed economica, in difesa dei quali la nostra organizzazione è da sempre in
prima linea.
Per tutte queste ragioni la UIL assume la decisione di mobilitarsi.
Lo faremo attraverso una manifestazione che avrà luogo Venerdì 9 febbraio p.v.
in Bari – Via Sparano (incrocio con Via Principe Amedeo) a partire dalle ore 17:00.
A seguito delle ultime vicende che hanno investito il siderurgico di Taranto, Acciaierie d’Italia, interviene il coordinatore generale della UIL di Taranto Pietro Pallini fortemente preoccupato sullo stato in cui versa lo stabilimento siderurgico più grande d’Europa e su come questo si ripercuota negativamente sul tessuto socioeconomico della città Bimare.
“Dopo l’istanza di composizione negoziata avanzata – scrive il coordinatore della UIL TARANTO, Pietro Pallini – dal socio privato, ciò che ha sentenziato il Tribunale di Milano deve rappresentare senza sé e senza ma lo spartiacque sulla fuoriuscita di questo socio privato. Infatti, il giudice delegato Francesco Pipicelli ha rigettato l’istanza di AdI avverso la possibile procedura di Amministrazione Straordinaria, dopo le ultime disposizioni di legge introdotte dal Governo. Un tentativo maldestro, da parte del socio privato, nell’avviare questa formale procedura che null’altro è che la perfetta ammissione di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario dell’azienda”.
“Adesso il reale stato in cui versa la società – continua Pallini – è messo nero su bianco. Specchio di tutto ciò, è lo stato degli impianti, quei pochi rimasti in marcia, le manutenzioni e lo stato di malessere che serpeggia sempre più insistente nel territorio. Il termometro di tutto ciò per noi continua ad essere la realtà. Una realtà che è stata finora deformata, dissimulata, negata, perfino inventata. Va appena ricordato che nello Steel Commitment il 28 settembre dello scorso anno, l’A.D. Lucia Morselli nelle sue dichiarazioni rappresentò ‘un’azienda completamente diversa rispetto a quattro anni fa in cui si sono fatte cose molto belle’. E ancora: ‘un’azienda che non è in un brutto momento, molto più bella, più potente e molto più forte’”.
“Com’è andata, sono i fatti a dircelo. Siamo di fronte al martirio sociale – dice il numero Uno di Piazzale Bestat – per le migliaia di lavoratori diretti, di Ilva in AS e dell’appalto in cassa integrazione, e i riflessi nefasti dell’impoverimento. Siamo altresì di fronte al collasso industriale, visto anche l’epilogo della visita ispettiva da parte dei Commissari di Ilva in A.S. e dei tecnici all’interno dello stabilimento. Comprova, l’insussistenza di elementi alle legittime richieste avanzate dalla delegazione durante l’ispezione per accertare il reale stato degli impianti, durato poco più di un’ora, al verso: ‘Vi faremo sapere’. Siamo all’inverosimile”.
“Non ci sono più scuse. Serve prendere – incalza e conclude il coordinatore di Taranto della UIL – a ferme mani le redini dello stabilimento e, insieme, quelle di una comunità con i suoi lavoratori, le imprese e le persone che non attendono altro che questa pessima pagina si chiuda per aprirne una nuova, totalmente diversa. Certo, l’ombra pesante che aleggia dell’ulteriore commissariamento non è cosa vantaggiosa per nessuno, ma se ciò si rivelasse inevitabile, chiediamo al Governo ed a tutte le forze politiche di unirsi, accompagnando l’iter di conversione dei due Decreti Legge con i dovuti e necessari emendamenti. Impensabile non sostenere i lavoratori in questo dolorosissimo passaggio con misure straordinarie a loro tutela, a partire da un provvedimento che ponga il divieto dei licenziamenti, e che ristabilisca la via conforme della CIGS di relazione negoziale con le Parti sociali. Oltremodo, immorale immaginare di non sostenere in modo robusto le aziende, che saranno le stesse chiamate al risanamento di quegli impianti sulle quali vi è il peso di quasi 170 milioni di crediti. Al Governo un nostro ultimo appello, Coraggio!”
Si è svolto nella giornata di ieri, presso il varco 10 della raffineria Eni di Taranto, un presidio di solidarietà organizzato dalla UILTEC di Taranto a seguito del rischio imminente di perdita del lavoro per cinque operai della ex CTM, azienda dell’appalto che operava nel sito Eni.
Il segretario provinciale della UILTEC di Taranto, Amedeo Guerriero, commenta positivamente l’incontro con ASCOM, azienda che subentra a CTM.
“Forse abbiamo messo – ha detto – la parola fine a una vertenza che poteva mettere in bilico 5 famiglie che rischiavano di perdere il lavoro e quindi l’unico mezzo di sostentamento economico familiare. Ascom si è impegnata ad assumere a tempo indeterminato i 5 lavoratori con 2 step fondamentali. Il primo avvenuto nella giornata di ieri con l’accordo di assunzione a tempo determinato fino alla metà di giugno di quest’anno. Poi si passerà a siglare per questi 5 lavoratori un contratto a tempo indeterminato”.
Una notizia, questa, positiva viste le innumerevoli vertenze occupazionali che stanno flagellando il territorio di Taranto facendo diventare ex tante aziende con i suoi lavoratori.
“Possiamo essere soddisfatti – conclude Guerriero – di aver guidato positivamente una trattativa delicata e difficile. Come UIL vigileremo affinché questo accordo venga rispettato sino alla fine. Il nostro impegno è, e resta, quello della tutela dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici”
Incontro tra sigle sindacali, Comune e Arpal giorno 8 febbraio
“Oggi abbiamo fatto un passo in avanti per ridare dignità lavorativa ai 45 dipendenti e 12 unità di coordinamento del Centro per l’Impiego di Taranto e per offrire un servizio dignitoso e sacrosanto per le istanze di lavoro, formazione e ricerca di occupazione di migliaia di cittadini e cittadine del territorio ionico”.
Così nella giornata di oggi 1 febbraio 2024 si sono espresse le sigle confederali di CGIL, CISL e UIL dopo aver incontrato i rappresentanti del comune di Taranto a margine di un sit-in di protesta organizzato sotto Palazzo di Città. Il motivo che ha portato le 3 sigle sindacali a tale mobilitazione risiede nella chiusura del Centro per l’Impiego di via Raffaele Carrieri a Taranto a causa di una disposizione del servizio di Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di lavoro di aprile 2023.
“Questo è un problema di una comunità – hanno detto Giovanni D’Arcangelo, Gianfranco Solazzo e Pietro Pallini, rispettivamente segretari territoriali di CGIL, CISL e UIL – che nel momento più critico sotto il profilo del lavoro si vede privarsi di un pilastro fondamentale: quello che mette in connessione il lavoro con i cittadini. In mancanza di una sede territoriale del Centro per l’Impiego, le nostre valutazioni sono ancor più severe, per effetto delle norme introdotte dal governo in tema di lavoro, che assegnano ai CPI un ruolo chiave”.
“L’incontro di oggi ci ha permesso di scoprire – continuano – una sorta di corrispondenza epistolare tra Arpal e Comune di Taranto avviata durante questi nove mesi. Dalle prime dichiarazioni rese dall’Assessore Liuzzi e dal vice Sindaco Azzaro a Palazzo di Città, si è avuta notizia della presunta intenzione dell’Arpal di ricercare una nuova sede, ma questa volta da acquistare. D’altro canto l’Amministrazione comunale ha messo sul piatto della bilancia le diverse disponibilità di patrimonio già esistenti e magari da riadattare, ma ciò, di fatto, non ha superato il paradossale e penalizzante ‘impasse’ che si è generato”.
Sulle evidenze del sit-in odierno, la prossima tappa cruciale risulta adesso essere quella di giovedì 8 febbraio, che rappresenta una data determinante in cui si capirà se le diverse visioni possono convergere in un linguaggio unico nell’interesse della collettività tarantina.
“E’ sicuramente un elemento di valutazione in più quanto emerso oggi con la convocazione di un incontro per giorno 8 febbraio p.v. – concludono D’Arcangelo, Solazzo e Pallini – ma non è ancora la soluzione. Giovedì avremo sicuramente un quadro più chiaro che ci consentirà di valutare i passi successivi. Taranto da questo momento in avanti deve ritornare ad avere il suo centro per l’impiego, come peraltro normale in ogni realtà di questo Paese”.
