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Manfuso (UILPoste Taranto): “Il tempo è un diritto, non una concessione. Lavoratrici madri abbandonate da un’organizzazione rigida e anacronistica”
Taranto, 8 aprile 2025 – Poste Italiane continua a vantare numeri record in termini di occupazione femminile, ma dietro ai proclami ufficiali si nasconde una realtà molto diversa per centinaia di portalettere, in particolare per le lavoratrici madri. A denunciarlo è la UILPoste di Taranto, che con fermezza accende i riflettori su una delle contraddizioni più gravi nell’organizzazione del lavoro all’interno dell’azienda.
“Poste Italiane – spiega Giuseppe Manfuso, segretario generale UILPoste Taranto – si presenta come un modello di inclusività e attenzione al benessere dei dipendenti, ma nel settore del recapito, dove opera una fetta importante del personale femminile, regna ancora una gestione rigida degli orari che penalizza chi ha una famiglia da seguire, soprattutto le mamme”.
Secondo la UILPoste Taranto, il nodo principale è rappresentato dall’impossibilità di turnazione per i portalettere. Una volta assegnati a una determinata zona – che sia una linea base, business o corriere – i lavoratori sono vincolati a un unico orario giornaliero, spesso pomeridiano, che rende impossibile passare del tempo con i figli. Chi lavora nel pomeriggio, infatti, rientra a casa quando i bambini dormono già, e durante la mattina i piccoli sono a scuola: un ciclo che, giorno dopo giorno, annienta il diritto alla genitorialità.
“Eppure – sottolinea Manfuso – in molte altre mansioni all’interno dell’azienda la turnazione è prevista. Perché allora questo accanimento proprio sui portalettere? Perché questa ingiustificabile disparità di trattamento?”
La UILPoste Taranto bolla l’impostazione attuale come disumana e anacronistica, incapace di rispondere alle esigenze di una società che chiede a gran voce modelli lavorativi più flessibili e sostenibili. “Parlare di conciliazione vita-lavoro non può essere solo uno slogan da spendere nei report aziendali – continua Manfuso – ma deve tradursi in azioni concrete, in strumenti organizzativi che rispettino la dignità e i tempi delle persone”.
Per questo il sindacato chiede con forza una revisione immediata dei criteri di assegnazione degli orari nel recapito, e l’introduzione di un sistema di turnazione anche per i portalettere, affinché sia garantito il diritto, per tutti e tutte, di vivere il proprio tempo con equilibrio.
“La dignità non è negoziabile – conclude Manfuso – e il tempo non è una concessione dell’azienda, ma un diritto fondamentale di ogni lavoratrice e lavoratore”.
Taranto, 04 aprile 2025 – Le aziende partecipate non sono terreno di conquista. Eppure, in vista delle elezioni comunali del 25 e 26 maggio 2025, a Taranto si respira un clima anomalo: concorsi pubblici accelerati, progetti rispolverati all’improvviso, accordi sindacali rimessi in circolo dopo mesi di silenzio. A dirlo, senza giri di parole, è la UILTRASPORTI Taranto che, con il segretario generale Carmelo Sasso, denuncia una corsa elettorale che sta invadendo spazi che dovrebbero rimanere neutri, gestiti con trasparenza e al di fuori da ogni dinamica di consenso.
“Abbiamo atteso a lungo un segnale di operatività, ma quanto sta accadendo in queste settimane ha il sapore amaro della strumentalizzazione – spiega Sasso –. Progetti, innovazioni, accordi e persino concorsi pubblici appaiono oggi, curiosamente, come priorità irrinunciabili. Peccato che, fino a ieri, nulla di tutto questo sembrasse urgente”.
Il sindacato parla apertamente di “iperattività improvvisa” nelle società a partecipazione pubblica comunale e provinciale. E osserva con attenzione come questo dinamismo sia scoppiato dopo la caduta dell’amministrazione comunale e si sia intensificato con l’inizio della campagna elettorale. “In una di queste realtà – aggiunge – ci hanno persino proposto un accordo sui distacchi sindacali retribuiti, una questione di cui non si parlava da almeno dieci anni. Operazioni che ricordano certe dinamiche da Prima Repubblica e che ci lasciano profondamente perplessi”.
La UILTRASPORTI solleva anche il nodo, mai sciolto, del precariato diffuso. Le aziende partecipate continuano a utilizzare personale a tempo determinato o somministrato, spesso selezionato tramite agenzie interinali o short list. “E ora – denuncia Sasso – assistiamo alla pubblicazione di procedure concorsuali che rischiano di trasformarsi in strumenti per piazzare nomi già scelti. Una dinamica che deve preoccupare, soprattutto perché riguarda realtà pubbliche che dovrebbero dare l’esempio in fatto di regole e trasparenza”.
A preoccupare è anche la situazione di stallo istituzionale. “Abbiamo aspettato pazientemente di comprendere se la Commissaria Prefettizia intendesse nominare dei Commissari per traghettare le tre consorelle Kyma, le Società in House del Comune, ma ad oggi in tal senso non abbiamo ricevuto né rilevato alcun indirizzo né intenzione” – afferma Sasso. Nessun componente dei CDA – spesso nominati da quella stessa politica che ha determinato la fine dell’amministrazione – ha rassegnato le dimissioni. E alcuni di loro risultano già attivi nella competizione elettorale, anche se formalmente non candidati.
“Per rispetto della città, dei lavoratori e della legalità – sottolinea Sasso – chiediamo una sospensione delle attività più delicate fino all’insediamento della nuova amministrazione. In particolare, invitiamo i CDA delle società partecipate a condividere una ‘pausa elettorale’ che eviti qualsiasi decisione su mobilità del personale verticale che orizzontale, modifiche delle piante organiche e nuove assunzioni. È una questione di correttezza istituzionale prima ancora che sindacale”.
Una richiesta, quella della UILTRASPORTI, che assume un significato particolare nel caso della CTP Spa, l’unica società in cui è in discussione il rinnovo della contrattazione di secondo livello. Con una nota ufficiale datata 4 aprile, il sindacato ha chiesto alla direzione aziendale di sospendere il tavolo negoziale e prorogare la validità dell’attuale contratto aziendale fino al 31 dicembre 2025. “Un atto di responsabilità – spiega il segretario – che permetterebbe di affrontare il confronto in un clima più sereno e privo di condizionamenti esterni, evitando il rischio di strumentalizzazioni politiche”.
Ed è qui che Sasso chiarisce ulteriormente la posizione della sigla sindacale: “Chiediamo di tenere le ‘macchine ferme’, almeno fino a quando la nuova amministrazione sarà insediata. Nessuno può usare le società pubbliche per fare campagna elettorale. Non lo permetteremo”.
Questa linea di prudenza – evidenzia Sasso – è in linea con quanto già disposto dal Commissario Prefettizio sul concorso in Kyma Ambiente AMIU, sostanzialmente congelato fino all’insediamento della futura giunta.
“La nostra non è una posizione politica, ma un’esigenza di tutela per lavoratori che troppo spesso sono stati ostaggio di logiche spartitorie – afferma –. Abbiamo atteso che il quadro delle candidature fosse completo per lanciare questo appello alle forze in campo. L’etica e la legalità devono tornare al centro dell’agire pubblico, a partire dalle aziende pubbliche. Chi pensa di piegarle a logiche elettorali sbaglia e troverà in noi un argine attento e determinato”.
La UILTRASPORTI, infine, avverte: “Saremo sentinelle della legalità. Se qualcuno non dovesse resistere alla tentazione di utilizzare le aziende partecipate come leva elettorale, porteremo ogni anomalia nelle sedi competenti. Il futuro della città non si costruisce con scorciatoie né promesse da campagna. Serve serietà, serve visione. E serve rispetto”.
Bari, 31 marzo 2025 – Si è tenuto oggi lo sciopero nazionale del settore Telecomunicazioni, con una manifestazione regionale organizzata da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil Puglia sotto la sede di Confindustria Puglia, in via Amendola a Bari. L’iniziativa ha visto la partecipazione di numerosi lavoratori del settore, uniti nella richiesta di un immediato rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto da oltre due anni.
La mobilitazione ha evidenziato la crescente insoddisfazione per lo stallo della trattativa, attribuito esclusivamente alla controparte datoriale. Secondo i sindacati, questa situazione sta mettendo in difficoltà migliaia di lavoratrici e lavoratori, il cui potere d’acquisto è stato eroso dall’inflazione e dall’assenza di adeguamenti salariali.
“Non possiamo più tollerare l’atteggiamento dilatorio delle aziende e di ASSTEL – ha dichiarato Alfredo Neglia, Segretario UILCOM Puglia – Il settore delle telecomunicazioni è strategico per il Paese, ma viene costantemente penalizzato da politiche aziendali che non riconoscono il valore e il sacrificio dei lavoratori. Il mancato rinnovo del contratto è un’ingiustizia che deve essere sanata subito.”
A preoccupare i sindacati, inoltre, è la vertenza Assocontact, con epicentro proprio in Puglia, che sta cercando di imporre un contratto alternativo sottoscritto con il sindacato Cisal, per il comparto CRM/BPO. Patrizia D’Arcangelo, del coordinamento UILCOM Taranto – Serve una presa di responsabilità da parte delle aziende,
UILCOM Puglia e UILCOM Taranto continueranno la mobilitazione finché non sarà garantito un contratto equo, che valorizzi il lavoro e restituisca dignità ai lavoratori del settore.
Manfuso: “Basta intimidazioni e attacchi alla dignità dei dipendenti. Serve rispetto, non minacce”
Taranto, 29 marzo 2025 – UILPoste Taranto lancia un allarme sulle modalità inaccettabili con cui vengono condotte le riunioni commerciali all’interno della provincia, denunciando un clima lavorativo sempre più oppressivo e caratterizzato da pressioni indebite sui consulenti finanziari.
A specificarlo è il segretario generale UILPoste Taranto, Giuseppe Manfuso, affermando che “l’ultimo incontro tra la dirigenza e i consulenti finanziari si è trasformato in uno scenario inaccettabile, dove al posto di un confronto costruttivo si è assistito a un vero e proprio attacco alla dignità dei lavoratori”.
“Ancora una volta – denuncia Manfuso – si è assistito alle solite intimidazioni velate affinché i dipendenti non informino il sindacato su ciò che accade a porte chiuse. Tutto è iniziato con un tentativo maldestro di spacciare per semplice ‘condivisione’ quella che, nei fatti, è una pressione costante e crescente sulle spalle dei consulenti. Un pressing insostenibile, culminato con la minaccia di controlli più serrati, incontri individuali e un’analisi approfondita della produzione immediatamente dopo il periodo delle pensioni”.
Ma il momento più grave e umiliante, secondo la UILPoste Taranto, è stato riservato a una storica consulente, destinataria di una domanda offensiva da parte del DF: “Se fossi tu il direttore del tuo ufficio postale, ti pagheresti lo stipendio con questi numeri di produzione?”
“Riteniamo questa affermazione inaccettabile – prosegue Manfuso – perché mette in discussione un principio fondamentale: in Italia, il diritto alla retribuzione è basato sul lavoro svolto e non sulla produttività. I consulenti di Poste Italiane operano con professionalità e rispetto per le normative e per i clienti, affrontando inevitabili momenti di crescita e calo fisiologico”.
La UILPoste Taranto, inoltre, ribalta la provocazione, chiedendo al DF se lui stesso riterrebbe giusto percepire il proprio stipendio, considerato che i risultati commerciali della provincia di Taranto risultano tra i più bassi a livello nazionale.
“Ci troviamo di fronte a una gestione delle risorse umane sempre più orientata al dominio attraverso la paura – conclude Manfuso – piuttosto che alla costruzione di un ambiente lavorativo sereno e produttivo. È ora di dire basta: pretendiamo rispetto per i lavoratori e chiediamo un immediato intervento per garantire correttezza professionale e una gestione delle risorse umane che metta al centro la dignità delle persone e non la loro mortificazione”.La UILPoste Taranto non intende restare a guardare e annuncia che, se non vi saranno risposte concrete, sarà pronta a intraprendere ogni azione necessaria per la tutela dei diritti dei lavoratori.
Boccadamo (UILPA Taranto): “Lavoriamo in turni, festivi e missioni lontano da casa, ma il Ministero continua a ignorare i nostri diritti”
Taranto, 28 marzo 2025 – I dipendenti civili del Ministero della Difesa di Taranto sono esasperati. Da oltre nove mesi attendono il pagamento delle indennità accessorie, senza ricevere risposte certe. Un ritardo inaccettabile che si somma a una condizione lavorativa già critica, segnata da carenze di organico e da un impegno straordinario non adeguatamente riconosciuto.
“Non è più accettabile che chi lavora con professionalità e sacrificio venga lasciato senza le spettanze dovute. I dipendenti hanno prestato servizio in turni, festivi e in reperibilità, arrivando persino a essere imbarcati per settimane senza ricevere la giusta remunerazione”, denuncia Vincenzo Boccadamo, dirigente sindacale UILPA Taranto.
A questa grave situazione si aggiunge l’impatto del mancato taglio del cuneo fiscale 2025 e di un aumento contrattuale irrisorio, che hanno ulteriormente ridotto il netto delle retribuzioni. “Mentre si parla di inflazione e calo del potere d’acquisto, ai lavoratori del Ministero della Difesa viene chiesto di fare sacrifici senza nemmeno garantire loro le indennità maturate”, sottolinea la UILPA Taranto. Il sindacato chiede un intervento immediato per sbloccare i pagamenti arretrati e garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori. “Non siamo più disposti a tollerare ulteriori ritardi – conclude Boccadamo –. Il Ministero della Difesa ha il dovere di riconoscere e retribuire il lavoro svolto dai suoi dipendenti”.
Un percorso lungo otto anni, segnato da incertezze e attese, si avvia finalmente verso una soluzione concreta per gli ex lavoratori della Taranto Container Terminal (TCT). Con l’approvazione del Protocollo d’Intesa in Regione Puglia, prende forma un investimento di 15 milioni di euro destinato alla riqualificazione professionale di oltre 300 lavoratori. Un traguardo che arriva a pochi mesi dalla proroga dell’IMA (Indennità di Mancato Avviamento) e che pone le basi per un reinserimento stabile nel mercato del lavoro.
“Le politiche attive del lavoro devono garantire ai lavoratori non solo formazione, ma reali prospettive di occupazione, rispettando le competenze maturate nel tempo” dichiarano congiuntamente Andrea Toma, segretario regionale UIL Puglia con delega all’Industria, e Carmelo Sasso, segretario generale UIL Trasporti Taranto. “Per questo abbiamo chiesto un monitoraggio costante dell’impianto formativo prima dell’uscita del bando, per assicurare che il percorso sia efficace e mirato alla ricollocazione.”
L’accordo raggiunto con Regione Puglia, Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, SEPAC e ARPAL Puglia prevede un programma di formazione strutturato, con percorsi di upskilling e reskilling, progettati per allineare le competenze dei lavoratori alle nuove esigenze del mercato. I corsi, della durata variabile tra 300 e 630 ore, comprenderanno anche stage in azienda e il rilascio di certificazioni valide a livello europeo, garantendo così un’opportunità concreta di reinserimento.
L’investimento si inserisce in un più ampio piano di rilancio del porto di Taranto, che guarda con interesse alle prospettive legate all’eolico offshore e agli sviluppi logistici della zona. “Siamo convinti – proseguono Toma e Sasso – che le nuove iniziative governative nel settore dell’energia e delle infrastrutture creeranno opportunità di lavoro importanti per questi lavoratori, che potranno finalmente tornare a essere una risorsa qualificata per il nostro territorio”.
Il cammino verso la piena ricollocazione non è ancora concluso, ma il Protocollo d’Intesa rappresenta una tappa fondamentale in un percorso di politiche attive del lavoro mai sperimentato prima su scala nazionale. “L’obiettivo – concludono i segretari della UIL – è che entro la scadenza della Taranto Port Workers Agency, fissata al 31 dicembre 2026, la totalità dei lavoratori ex TCT trovi una sistemazione stabile, chiudendo definitivamente una lunga fase di precarietà”.
