Latest News
My latest ramblings.
Enjoy! I definitely got important things to say
My latest ramblings.
Enjoy! I definitely got important things to say
![]()
![]()
𝕄𝕆𝔹𝕀𝕃𝕀𝕋𝔸ℤ𝕀𝕆ℕ𝔼 ℕ𝔸ℤ𝕀𝕆ℕ𝔸𝕃𝔼 𝕌ℕ𝕀𝕋𝔸ℝ𝕀𝔸
🅝🅐🅟🅞🅛🅘, ❷⓿ 🅜🅐🅖🅖🅘🅞
ɪɴᴛᴇʀᴠɪsᴛᴀ ᴀ 𝙋𝙞𝙚𝙩𝙧𝙤 𝙋𝙖𝙡𝙡𝙞𝙣𝙞 𝐶𝑜𝑜𝑟𝑑𝑖𝑛𝑎𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑣𝑖𝑛𝑐𝑖𝑎𝑙𝑒 𝑈𝐼𝐿 𝑇𝑎𝑟𝑎𝑛𝑡𝑜
per 🅃🄴🄻🄴🄽🄾🅁🄱🄰
Protesta con i sindacati e con i dipendenti della Pasquinelli «Situazione finanziaria terribile: senza rilancio non c’è futuro»
da Quotidiano di Puglia, ed. Taranto
Le incertezze del presente e le preoccupazioni sul futuro di Kyma Ambiente, la società partecipata del Comune di Taranto che si occupa della gestione dei rifiuti, hanno fatto scattare l’ennesima protesta dei lavoratori dipendenti, che insieme ai 21 operatori dell’impianto di selezione Pasquinelli, in cassa integrazione da novembre 2022, hanno dato vita ieri a un sit-in sotto Palazzo di città, nelle ore che precedevano il consiglio comunale. All’ordine del giorno, tra gli altri punti in discussione, c’erano infatti due delibere collegate in qualche modo alla crisi dell’azienda, che sarebbe a un passo dal collasso per insolvenza a detta di sindacati e consiglieri (si parla di oltre 20 milioni di euro di debiti): la 129, riguardava l’anticipazione di liquidità da parte del socio unico per 2,5 milioni, destinati a ridare fiato alle casse di Kyma Ambiente (passata con 18 voti a favore, nonostante il parere contrario dei revisori dei conti); la 77, invece, prevedeva la cessione in comodato a titolo oneroso degli impianti di Pasquinelli all’Amiu (è stata ritirata).
I sindacati, prima dell’inizio della massima assise cittadina, avevano incontrato il sindaco Rinaldo Melucci per una rassicurazione sull’approvazione della delibera del «prestito ponte» (discussa in mattinata anche in Commissione), che tuttavia non può essere risolutiva. È la classica boccata d’ossigeno.«Kyma Ambiente è in una situazione debitoria assolutamente preoccupante: è arrivato il momento che la politica, che per anni ha gestito con i cda questa azienda, si assuma la responsabilità di questo disastro e metta in campo tutte le azioni utili e necessarie a salvare l’azienda. Deve decidere se questa azienda deve restare pubblica, come noi auspichiamo, oppure far vincere gli appetiti di qualche privato», ha dichiarato Carmelo Sasso, segretario generale Uiltrasporti di Taranto. Lo stato di agitazione derivato dal ritardo sul pagamento degli stipendi dovrebbe essere oggetto di confronto col prefetto la prossima settimana, ma nel frattempo il servizio di raccolta dei rifiuti procede a singhiozzo in tutta la città, perché i dipendenti diretti hanno sospeso le prestazioni straordinarie. Se a questo si aggiunge il fatto che i lavoratori somministrati Tempor sono oggi meno della metà (aggravando di conseguenza la criticità della carenza di personale), si comprende «la grave carenza di igiene» per le strade. «Abbiamo un’azienda come Kyma Ambiente in una situazione finanziaria terribile: basti pensare che le retribuzioni di aprile sono state pagate solo l’altro giorno.
Ma questo è uno dei problemi, perché un altro problema è il futuro dell’azienda stessa. Chiediamo al socio, quindi al Comune di Taranto, chiarezza sul futuro dell’azienda: va rinnovato il management, per un’azienda moderna», ha precisato Cosimo Sardelli, segretario generale della FP Cgil Taranto.«Crediamo – ha aggiunto – che la gestione pubblica del ciclo dei rifiuti deve rimanere tale, e questa è la nostra richiesta più forte. Ma occorre una guida efficiente che garantisca servizi ai cittadini e condizioni di lavoro dignitose. È necessario un nuovo contratto di servizi che effettivamente remuneri i servizi che l’azienda deve erogare alla città, e che garantisca sia il risanamento della situazione pregressa ma anche il rilancio dell’azienda. Senza rilancio non c’è futuro. Lo diciamo chiaramente: se qualcuno ha in mente di far nascere da questa situazione ipotesi di esternalizzazione e privatizzazione, deve sapere che si troverà le organizzazioni sindacali e le lavoratrici e i lavoratori del settore contro». Lo Slai Cobas, intanto, fa sapere che «vi sarà un affidamento diretto temporaneo della gestione dell’impianto di selezione rifiuti Pasquinelli a una ditta che, con la clausola sociale, occuperà tutti e 21 lavoratori. La direzione aziendale di Kyma Ambiente ha convocato un nuovo incontro per lunedì 15 maggio».
L’assemblea fa parte delle iniziative di mobilitazione promosse in tutta Italia
per rivendicare da Governo e sistema delle imprese un cambiamento delle politiche industriali, economiche, sociali e occupazionali
«Il cambiamento non è solo contenuto nei caratteri cubitali che accompagnano l’acronimo PNRR, il cambiamento che vogliamo è quello che finalmente consenta al paese di mettere in atto azioni necessarie per realizzare quegli investimenti previsti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e cambiare finalmente la vita dei cittadini e dei lavoratori».

È così che anche CGIL, CISL e UIL Taranto si preparano alla manifestazione interregionale che per il Sud si svolgerà il prossimo 20 maggio a Napoli.
Per l’occasione domani 11 maggio a Taranto, all’Hotel Salina, si riuniranno i quadri e i delegati dei sindacati confederali territoriali, per rafforzare e fare sintesi delle richieste che giungeranno da Taranto.
La tutela dei redditi dall’inflazione, la riforma del fisco, la riforma previdenziale, il potenziamento degli investimenti nel settore socio-sanitario, la sicurezza e l’orientamento al lavoro, le politiche industriali di investimento utili ad attuare la cosiddetta transizione ambientale e sostenibile, la visione legata al futuro delle giovani generazioni che vanno via dal Mezzogiorno e anche dal Paese e che rappresentano uno degli elementi che porta il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione. Questi sono elementi che il territorio di Taranto conosce benissimo e che nella loro declinazione locale rappresentano già un nutrito piano di proposte da cui partire.
«Cambiamento per noi significa questo – dicono i segretari della CGIL Giovanni D’Arcangelo, della CISL Gianfranco Solazzo, della UIL Pietro Pallini – e siamo pronti a un confronto serrato con il Governo e con il sistema delle imprese per non parlare più soltanto di riconversione e transizione, ma farne un asse portante della nuova stagione di lavoro stabile e di qualità».
L’attivo dei quadri e delegati di CGIL CISL UIL Taranto si svolgerà giovedì 11 maggio a partire dalle ore 9.00 nella sala convegni dell’Hotel Salina.
CGIL CISL UIL: «Tutto quanto accaduto da parte degli organi amministrativi si sintetizza in arroganza, protervia e incultura del rispetto dei ruoli»
Si è svolta nella mattinata di mercoledì 3 maggio 2023 presso il Comune di Castellaneta un incontro tra le rappresentanze sindacali territoriali di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, la RSU aziendale, la parte pubblica nelle persone del Commissario Straordinario, il Segretario Comunale e tutti i responsabili apicali, per porre in essere il tentativo di conciliazione, così come voluto dalla Prefettura, a cui si erano rivolte le stesse segreterie da tempo.
Oggetto dell’incontro è stato ancora una volta il fallito Contratto Collettivo Integrativo del 2022 dei dipendenti del Comune di Castellaneta, in assenza delle corrette relazioni sindacali. Un incontro, questo, ad ostacoli viste le due richieste di convocazioni non riscontrate dal Commissario che, comunque, ha visto la luce al terzo tentativo, per delega del sub-Commissario, che però ha negato la verbalizzazione su input dello stesso Commissario.
«Si è dovuti ricorrere alla Prefettura – scrivono i segretari Grazia Albano (FP CGIL), Enrico Giannini (FP CISL), Diego Murri e Giuseppe Zingaropoli (UIL FPL) – avendo dichiarato lo stato di agitazione affinché si attivasse il cosiddetto “esperimento di conciliazione” con l’obbligo della verbalizzazione».
«Ad ogni modo – continuano le segreterie provinciali – quello che è emerso è che il Segretario comunale, per sua ammissione, si è assunto la responsabilità per il mancato perfezionamento del contratto integrativo non avendo inviato per tempo utile i contenuti della preintesa contrattuale sottoscritta il primo dicembre 2022, né al Commissario né al Collegio dei revisori dei conti, con ciò sterilizzando gli incontri, producendo un danno irreparabile ai lavoratori e violando la rispettabilità delle rappresentanze sindacali e della Rappresentanza Sindacale Unitaria aziendale».
«Tutto quanto accaduto da parte degli organi amministrativi – continuano – si sintetizza in arroganza, protervia e incultura del rispetto dei ruoli. E che sia chiaro CGIL, CISL e UIL non baratteranno mai per gentile concessioni i diritti dei lavoratori, e della loro dignità. Pertanto l’auspicio è che la prossima Amministrazione sappia riportare chiarezza e trasparenza nei comportamenti, nella consapevolezza che i risultati raggiunti dalla Pubblica Amministrazione sono il frutto della dedizione e capacità professionale dei dipendenti che rendono fattivo il raggiungimento degli obiettivi, e che nessun responsabile apicale potrebbe realizzare se non grazie a costoro. Per il resto ci si riserva ulteriori valutazioni di carattere giurisprudenziale, come di opportunità».
CGIL CISL UIL denunciano gravi ritardi: «In ballo ci sono i servizi essenziali per i cittadini più fragili che a luglio potrebbero essere interrotti»
L’Ambito Territoriale, ovvero la sede principale della programmazione locale, concertazione e coordinamento degli interventi dei servizi sociali e delle altre prestazioni integrate, attive a livello locale, composto dal Comune di Ginosa, Laterza, Castellaneta, Palagianello preoccupa e non poco i tre sindacati confederali di CGIL, CISL e UIL che nella mattinata di giovedì 4 maggio 2023 si sono dati appuntamento presso la sala consiliare del Comune di Ginosa.
Oggetto dell’assemblea pubblica è stato in particolar modo il Piano Sociale di Zona 2022-2024 che i 4 Comuni ancora non hanno del tutto definito che comprometterebbero, secondo i segretari territoriali di Taranto Tiziana Ronsisvalle (CGIL), Mariangela Frulli (CISL Taranto Brindisi) e Gabriele Pugliese (responsabile Ambito UIL), i servizi essenziali destinati ai cittadini.
“Purtroppo registriamo un grave ritardo nella programmazione nell’Ambito Territoriale 1 – affermano CGIL, CISL e UIL – che se non definito per tempo il Piano Sociale di Zona a pagarne lo scotto saranno i cittadini, specie le categorie più fragili.
Ci troviamo di fronte alle inadempienze dell’erogazione delle cosiddette risorse ‘terze’, provenienti in questo caso dal Governo nazionale, che, passando dalle casse regionali, dovrebbero essere sommate a quelle stanziate dai Comuni per definire il budget per il Piano Sociale di Zona e quindi i servizi ai cittadini bisognosi, fragili, anziani.
“Ci sono servizi – denunciano le segreterie territoriali – che a luglio in questi 4 Comuni potrebbero essere compromessi come quelli rivolti ai trasporti per i disabili. Tutto questo per mancanza di fondi che non permettono la stessa riprogrammazione. Se non dovessero intervenire fonti di finanziamento sia di livello nazionale che quelli compartecipativo (Regione-Comune) presto potremmo vedere la sospensione dei servizi. A preoccupare maggiormente per la già grave condizione di fragilità di una fetta importante di popolazione, è intervenuto nei Comuni di quell’Ambito, anche l’abbattimento delle soglie ISEE che consentivano alle famiglie in condizione di grave deprivazione economica di accedere a servizi gratuiti”.
E concludono: “Era stata paventata da parte dei Comuni dell’Ambito 1 la soluzione per tenere vivi tutti i servizi. Soluzione che consisteva in un ulteriore impegno di spesa da parte degli stessi che ad oggi, dobbiamo dire, non si è tradotto in atti amministrativi: restano parole, intenti. E noi come CGIL, CISL e UIL, finché non vedremo gli atti per iscritto, manterremo alta l’attenzione su questo argomento fino ad arrivare alla mobilitazione di massa perché non è possibile che il sistema socio-sanitario venga bistrattato in questo modo”.
La Costituzione al centro del Primo maggio dei sindacati confederali. La stessa che come primo principio fondamentale richiama il lavoro.
CGIL, CISL e UIL quest’anno hanno scelto la Basilicata, Potenza, per mettere al centro del dibattito delle politiche del Governo nazionale il lavoro, la dignità e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici. 75 anni dalla promulgazione di quel “fondata sul lavoro”. Non certo un caso da parte dei padri costituenti.
Nonostante la pioggia, piazza Mario Pagano si è riempita di lavoratori e lavoratrici, con bandiere e ombrelli, migliaia di persone giunte da tutta Italia. Un Primo maggio apparentemente di festa ma fatto di rivendicazione e lotta.
«Oggi ricorre il primo maggio più che una festa una protesta per quella che è l’amara realtà del lavoro in terra Jonica» dichiara da Piazza Mario Pagano il Coordinatore provinciale della UIL di Taranto Pietro Pallini.
«Una città, Taranto e un Paese l’Italia – continua il numero uno di Piazza Dante – che si spopolano e invecchiano inesorabilmente nella totale incertezza del futuro. 250 mila giovani pugliesi non riescono a trovare un lavoro e non riescono a formarsi, mentre tanti altri lo perdono».
E ancora: «A Taranto tante troppe parole, crisi e cassa integrazione shock. 3000 lavoratori diretti di Acciaierie d’Italia, oltre 1600 di Ilva in Amministrazione straordinaria, un numero del tutto imprecisato di lavoratori dell’appalto e indotto. E poi, 353 portuali ex TCT ( Port Workers Agency), 109 della Tessitura Albini, 45 dell’impianto CemItaly, 21 dell’impianto Pasquinelli e molti altri delle partecipate comunali, solo per citarne alcuni. Sarebbe quasi impossibile citarle tutte e tutti, ma uno dei dati certi è che la Puglia resta stretta dalla morsa dei tavoli di crisi. Dai 49 in Puglia nel 2022 ai 38 del 2023, non perché le crisi si sono risolte, ma perché le aziende sono scomparse. Qualcosa come oltre 5 mila lavoratori coinvolti e circa il 25% sul totale dei tavoli sono targati Taranto».
«Un primo maggio – conclude Pallini – in direzione della manifestazione di giorno 20 maggio prossimo a Napoli per riaffermare i diritti a 75 anni dalla nostra Costituzione che fonda e affonda sul Lavoro. Ricostruiamo dal Lavoro, di qualità, tutti insieme e determinati perché è il lavoro che fa l’economia e non l’economia che fa il lavoro».
