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Carmelo Sasso, Segretario Generale UIL Trasporti Taranto, sottolinea l’importanza della proroga per il futuro dei lavoratori
Nel cuore del dibattito sul futuro dell’Indennità di mancato avviamento e della cassa integrazione dei portuali, si erge la questione della Taranto Port Workers Agency (Tpwa). Attualmente, ben 338 lavoratori ex Taranto Container Terminal-Evergreen dipendono dall’Agenzia, la Taranto Port Workers Agency (Tpwa).
L’appello del Segretario Generale della UIL Trasporti Taranto, Carmelo Sasso, è chiaro: “La proroga è la soluzione migliore per tutti”. L’obiettivo non è solo garantire la continuità per altri 24 mesi nei pagamenti dell’Indennità di mancato avviamento e della cassa integrazione, ma anche facilitare il passaggio dei 338 ex Tct verso le nuove imprese che si apprestano a investire nella Zona economica speciale del porto di Taranto.
Al momento, sei aziende hanno manifestato interesse a investire, portando con sé un totale di 117,595 milioni di euro e la prospettiva di creare 395 nuovi posti di lavoro. “La proroga della Tpwa non è un mero atto assistenziale”, specificano i sindacati, “ma una soluzione ponte che permetterà ai 338 lavoratori in attesa di trovare un impiego mentre le nuove imprese avviano le proprie attività”.
Sasso sottolinea l’importanza di un emendamento nella prossima legge di Bilancio per garantire le risorse necessarie: “Il finanziamento dell’Ima termina a fine anno, mentre a fine marzo si esaurirà quello relativo alla clausola sociale che impone agli investitori di prioritariamente assumere i lavoratori del bacino ex Tct”.
L’appoggio politico è stato ottenuto, con entrambi gli schieramenti che sostengono la proroga dell’Agenzia. Michele De Ponzio, Oronzo Fiorino e Carmelo Sasso, segretari di Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti, esprimono fiducia nell’impegno totale sia della maggioranza che dell’opposizione.
Il presidente dell’Autorità Portuale del Mar Ionio, Sergio Prete, aggiunge: “Dopo il nostro impegno come Authority e le consultazioni con i parlamentari e i sindacati, ora è evidente la necessità di questo intervento. Dobbiamo permettere al porto di gestire questa transizione e garantire la tutela dei lavoratori fino al termine della funzione dell’Agenzia”.
Sasso riferisce che la finestra temporale cruciale è rappresentata dalla legge di Bilancio, nonostante le risorse siano limitate. Sottolinea anche il progresso della Tpwa fin dal suo avvio nel 2017, passando dai 504 dipendenti iniziali ai 338 attuali, grazie alla ricollocazione di circa 200 lavoratori. “Con le nuove imprese e un aumento del traffico container da parte di Yilport, altri potranno essere reinseriti”.
Infine, i sindacati e l’Authority affrontano la questione della ristrutturazione della Tpwa. L’Ancip chiede un bando di gara prima della trasformazione, ma Prete spiega che la trasformazione è prevista dalla legge data l’esistenza dell’Agenzia. Temporaneamente, la Tpwa sarà utilizzata per fornire manodopera, seguendo l’esempio di Gioia Tauro.
In chiusura, Sasso lancia una frecciatina polemica: “Credevamo che ciò che è stato fatto a Trieste e Livorno con l’articolo 17, imprese che temporaneamente forniscono solo manodopera, potesse essere fatto anche a Taranto e Gioia Tauro. Evidentemente, si fa una questione di latitudini”.
Le organizzazioni sindacali FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, tramite i propri segretari Cosimo Sardelli, Massimo Ferri e Giovanni Maldarizzi, hanno emesso due comunicati stampa che mettono in luce gravi problematiche nei servizi sanitari, esortando l’amministrazione a prendere provvedimenti immediati.
Le categorie di CGIL CISL UIL espongono un presunto abuso nel Servizio di Pulizia del SS. Annunziata, sottolineando una gestione disinvolta degli straordinari, che sembra favorire parenti e amici di un caposquadra. Questa situazione è stata ulteriormente aggravata dalla revoca delle indennità di turno, contravvenendo all’Art. 61, Lettera C, n. 4 del CCNL AIOP. Nonostante i lavoratori del Dipartimento di Salute Menatele (DSM) abbiano diritto a tali indennità, non sono stati informati in anticipo, come previsto dalla normativa contrattuale.
Le OO.SS. sottolineano che questa azione rappresenta un ennesimo atto unilaterale da parte della Sanitaservice ASL TA, in netto contrasto con il CCNL, e che discrimina la maggioranza dei lavoratori a favore di alcuni. I turni del DSM, che prevedono un’alternanza stabile tra il turno mattutino e pomeridiano, rispettano le disposizioni contrattuali e garantiscono la continuità del servizio nelle ore pomeridiane. Tuttavia, l’assegnazione impropria di straordinari a lavoratori estranei al DSM ha portato alla luce la situazione.
Inoltre, si evidenzia un comportamento intimidatorio da parte di pseudo responsabili del SS. Annunziata nei confronti di colleghi che cercano di far rispettare le regole senza discriminazioni. Nonostante le richieste di verifica dei turni e degli orari di lavoro in conformità al Dl 66/03, tali richieste sono rimaste senza risposta.
Le OO.SS. FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, mentre attendono una rapida convocazione della Commissione III della Regione per affrontare la vertenza complessiva sull’operato della Sanitaservice ASL Ta, diffidano l’Amministrazione a reintegrare immediatamente le indennità di turno sottratte ai lavoratori, minacciando di adire vie giudiziarie per far valere le ragioni dei lavoratori.
Nel secondo comunicato, le organizzazioni sindacali sollevano il quarto allarme riguardo alle criticità strutturali, infrastrutturali ed igienico-sanitarie nelle postazioni del Servizio 118. Nonostante le precedenti comunicazioni che evidenziavano queste gravi problematiche, non si è avuto alcun riscontro fino a oggi.
Le OO.SS. sottolineano la necessità di un intervento tempestivo e organico per affrontare le criticità e sottolineano che il silenzio da parte delle autorità impone di ricordare gli obblighi e le responsabilità in capo alla stazione appaltante e al datore di lavoro, che rischiano di compromettere sia la qualità del servizio ai cittadini che la salute dei lavoratori.
Le organizzazioni sindacali rimangono in attesa di un urgente riscontro e continuano a vigilare sulla situazione.
Cgil, Cisl e Uil Funzione Pubblica lanciano l’allarme. In una lettera indirizzata ai vertici provinciali Asl, la funzione pubblica dei sindacati, con con i rispettivi segretari Cosimo Sardelli, Giuseppe Lacorte e Giovanni Maldarizzi, sottolinea: «Taranto paga il prezzo più alto del disavanzo regionale Bilancio Regione Puglia 2022: disavanzo di oltre 400 milioni di euro anche a causa di una spesa farmaceutica sforata di 250 milioni di euro (+65%); del blocco generale delle assunzioni delle Asl già da marzo 2023; oltre 400 posti letto ospedalieri pubblici mai attivati e mai attivabili per le carenze in un organico sottodimensionato fin dalla nascita del Patto di Stabilità; impossibilità di attivare il Policlinico San Cataldo malgrado un investimento passato da 220 a 320 milioni di euro oltre ai 160.000 euro già corrisposti ad un Commissario straordinario di un’azienda ospedaliera inesistente».
«In Puglia i debiti li producono tutti ma Taranto paga il prezzo più alto. Di fronte a questo quadro disastroso dipinto alle nostre segreterie dal management dell’Asl Taranto di ritorno dalla Regione Puglia, lanciamo l’allarme per lo stato imminente di riduzione dei servizi sanitari incontro alla quale sta andando la cittadinanza. Noi siamo pronti a sostenere ogni tipo di iniziativa nei confronti della Regione per tutelare la città da queste ennesime deprivazioni. La privatizzazione del sistema sanitario pubblico è parte di un più ampio movimento che vede, soprattutto a Taranto, enti privati, estremamente concorrenziali, sostituirsi sempre di più all’amministrazione pubblica».
«A Taranto, più che altrove (visto che il 50% dei posti letto sono privati), si rischia che il profitto prenda il sopravvento sui bisogni degli ammalati. Secondo fonti certe, nonostante le tante réclame regionali sulle buone intenzioni, da Bari non intenderebbero autorizzare le progressioni di carriera al personale; peggio, non intenderebbero neppure incrementare i Fondi contrattuali così come previsto dal recente Contratto nazionale del personale di Comparto. Insomma tagli, se ancora ce ne fosse il bisogno, che ingessano la contrattazione in sede aziendale. Tagli che, colpiranno i professionisti della salute, chiamati ancora una volta a tappare le falle di un’organizzazione sanitaria regionale fallimentare. Tagli che, colpiranno i cittadini i quali si vedranno ulteriormente ridurre l’accessibilità ai servizi, la qualità e la sicurezza delle cure. Ancora una volta il malgoverno viene fatto pagare ai lavoratori dipendenti ed in particolare a quelli pubblici della Sanità tarantina».
Pallini: “Un racconto fantastico di una realtà dolorosa e tragicamente diversa”
Le parole pronunciate ai microfoni dei giornalisti da parte dell’Amministratore Delegato di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, ospite di una iniziativa a Taranto, non sono passate inosservate alla UIL di Taranto. A intervenire sull’argomento, mettendo ordine al disordine innescato da parte dell’A.D., con un comunicato stampa è il coordinatore generale jonico, Pietro Pallini.
“Vladimir Jankélévitch avrebbe definito le ultime dichiarazioni rese dall’Amministratore Delegato Lucia Morselli come perimetro di tutti e cinque i tratti con cui il filosofo rappresenta la fenomenologia della finzione. Una serie di dichiarazioni rese e che così potremmo riassumere:
Adesso, più che mirare alla “Twin digital” di cui parla l’A.D. Morselli per la realizzazione di una copia degli impianti digitali, che ella stessa definisce “con l’intenzione di fare meglio, di fare diverso”, il nostro spunto dopo la mobilitazione di giorno 28 settembre, è che prima di pensare di fare copia degli impianti si pensi piuttosto al mantenimento, rilancio e messa in sicurezza degli esistenti, perché lo ripetiamo, avvertiamo il serio rischio, se il Governo non intervenisse adesso, che molto presto non vi sarebbe più neppure il calco per fare le copie degli impianti. Coraggio, il Governo non si divida, intervenga”.
Pallini (UIL Taranto): “Il Governo ascolti il grido di allarme che giunge dalla fabbrica. È il momento di scegliere”
Il coordinatore della UIL di Taranto Pietro Pallini interviene sull’annosa questione riguardante il destino dell’ex ILVA di Taranto e dei suoi lavoratori commentando, con una nota stampa, l’incontro istituzionale avvenuto a Roma con le sigle sindacali nazionali di categoria e alla luce dello sciopero di 24 ore presso lo stabilimento tarantino.
“È paradossale apprendere che la riunione convocata nella giornata di ieri a Palazzo Chigi alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano e ben tre ministri, si apra da parte della delegazione di Governo attraverso un semplice “diteci”. Traspaiono, da quel verbo, i tratti di una forma di autolesionismo nel voler sentirsi ripetere che la fabbrica è al collasso, che i lavoratori sono esasperati e che un Territorio rischia da un momento e l’altro la bomba sociale e ambientale.
Cos’altro dovrebbero dire le parti sociali? Lo abbiamo scritto, detto, ribadito e gridato, che il protrarsi di questo stato di fatto a Taranto null’altro sancisce all’infuori della consumazione di un dramma, industriale, economico e sociale. È assurdo ostinarsi a non compiere passi in avanti in uno stato di fatti del tutto allarmante, ma, diventa tutto avventato constatare che addirittura i passi vengano fatti all’indietro, e alla cieca dopo il vuoto emerso dalla riunione a Palazzo Chigi.
E ancora stamani presso le portinerie di AdI abbiamo dovuto far sentire il nostro grido di dolore contro chi aveva promesso di investire nell’acciaio italiano e soprattutto pulito, rilanciando un’azienda che le cronache politico/sindacali ci consegnano come un paziente in terapia intensiva. Centinaia di lavoratori, stremati, stanchi, delusi hanno tirato fuori l’ulteriore grido di dolore per chiedere a gran voce risposte, che non arrivano dalla proprietà ma soprattutto dal Governo, su quella che sarà l’ex ILVA di Taranto. Momenti di angoscia quelli di stamane davanti ai cancelli della fabbrica che si susseguono a quelli di rabbia. La misura è colma.
Siamo di fronte al delirio col solo immaginare di voler ancora negoziare con un negoziatore (Arcelor Mittal) al quale gli si è concesso di tutto. Da un piano industriale che non c’è, alla promessa di un’ambientalizzazione che nei fatti la invocano solo le persone e i lavoratori di questo territorio. Gli si è concesso non l’orgoglio di lavoratori che hanno contribuito col loro lavoro a fare grande questo Paese, ma un esercito di cassintegrati e di” ex” e una pioggia di milioni, che rischia di divenire grandine sullo spettro di una inimmaginabile deindustrializzazione e mancata ambientalizzazione.
Non c’è più nulla da dire né altro da aggiungere se non fare e fare bene e alla svelta.
Siamo di fronte a un problema che vede appese le sorti di una comunità intera e sarebbe delittuoso da parte del Governo insistere a “trattare” con chi nei fatti ha deciso di fare altro. Il Governo Meloni, non esiti, e spezzi le catene di questa insensata minaccia. Piuttosto, dopo i disordini di stamane, vada in discontinuità con le scelte dei Governi passati, peggio, le non scelte.
Mostri la sua autorevolezza adesso, e ascolti il grido di allarme che giunge dalla fabbrica e quello di un’intera città, ma soprattutto, non resti ancora spettatore di un’esibizione da parte di un soggetto industriale che è giunto già da tempo al capolinea di un viaggio che non è mai iniziato.
Coraggio, sono i lavoratori e Taranto che ve lo chiede!”
