Aggressioni al personale sanitario, istituito presso il “Valle d’Itria” una postazione fissa di Polizia.

Maldarizzi (UIL FPL): “Un passo in avanti per la sicurezza degli operatori sanitari”

Non si è fatta attendere la risposta da parte del Direttore Generale dell’ASL di Taranto, il dottor Vito Gregorio Colacicco, alla richiesta avanzata dalla UIL FPL di Taranto circa l’istituzione di una postazione fissa di Polizia presso il Presidio Ospedaliero “Valle d’Itria” di Martina Franca.
A chiedere la presenza delle Forze dell’Ordine era stato il subcommissario della UIL Federazione Poteri Locali comparto Sanità, Giovanni Maldarizzi, dopo l’ultima aggressione, in ordine di tempo, subìta a colpi di bottiglia nei confronti di un operatore sanitario a fine luglio.
“Apprendiamo con grande soddisfazione – commenta Giovanni Maldarizzi – la pronta risposta alla nostra richiesta di dotare il pronto soccorso dell’ospedale di Martina Franca di una postazione permanente di Polizia. Esprimiamo nei confronti della Direzione Generale della ASL di Taranto, del Direttore Sanitario e Amministrativo grande soddisfazione in merito al tema della sicurezza degli operatori sanitari che, come ci raccontano le cronache, negli ultimi tempi sono oggetto di atti di gratuita violenza da parte di pazienti e parenti i quali riversano su costoro colpe che risiedono in scelte politiche scellerate e che da tempo ormai denunciamo in ogni sede istituzionale”.

E continua: “In data 4 settembre abbiamo appreso dell’insediamento del corpo di Polizia presso l’ospedale martinese che avrà il compito di garantire la sicurezza degli operatori ma anche dei cittadini. Nonché della volontà da parte della Direzione Generale di incrementare il servizio di vigilanza con l’aumento del personale in tutti i presidi ospedalieri dell’arco jonico.
Un plauso ci sentiamo di rivolgerlo anche al Questore di Taranto, il dottor Massimo Gambino, per la prontezza con la quale ha affrontato questa problematica”.


Conclude il subcommissario UIL FPL TARANTO: “Quella della sicurezza del personale medico, infermieristico, ausiliario e OSS non è solo la priorità ma è diventata l’emergenza a Taranto. E solo con la sinergia delle parti, con l’impegno di tutti, potremmo evitare che simili episodi di cronaca si verifichino ancora”.

La UIL per i bambini malati di tumore

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UIL FPL – Adeguamento del CCNL dei dipendenti comunali e provinciali

UIL FPL TARANTO : “Si attivino con celerità assoluta gli organi tecnico-amministrativi per aprire e chiudere la contrattazione aziendale prima della fine del 2023 e non l’ultimo giorno dell’anno”.

Una lettera aperta e accorata per sbloccare l’adeguamento dei contratti di lavoro dei dipendenti del Comune di Taranto e dell’Ente Provincia. È quanto richiede la segreteria territoriale tarantina della UIL FPL con Giuseppe Zingaropoli attraverso una missiva indirizzata a Rinaldo Melucci il quale riveste il doppio incarico di Sindaco della Città bimare e Presidente dell’Ente di via Anfiteatro.

Caro Sindaco e Presidente della Provincia – scrive Giuseppe Zingaropoli –  premesso che questo sindacato ha attraversato anche il dissesto dell’Ente Comune di Taranto, tanto da essere presente anche attraverso il sottoscritto al tavolo nazionale di avvio della fase di riequilibrio economico-sociale con il sottosegretario Boccia e il Commissario Straordinario Blonda, tutto ciò posto, si rivolge appello, all’Istituzione e non alla persona, che tende a sensibilizzarla in merito alla gestione del personale e conseguentemente dei servizi erogati dai due Enti da Lei presieduti in questo difficile momento storico per la comunità Jonica”.

E continua Zingaropoli: “Non è possibile che nei due Enti Locali più grandi della Provincia di Taranto ancora non sia partita la fase contrattuale aziendale nel rispetto del nuovo CCNL. Questo determina un’atmosfera lavorativa nella erogazione dei servizi di fibrillazione continua dei dipendenti e conseguentemente dei Cittadini. Situazione questa già vissuta nella fase di applicazione del passato CCNL 2016 – 2018 che si è sbloccata eccezionalmente grazie a solo questa Organizzazione Sindacale alla data ultima del 31 dicembre 2019. Sottoscrizione aziendale che ha permesso in questi anni una giusta erogazione dei vari istituti contrattuali a tutti i dipendenti con lievi aggiustamenti effettuati annualmente con i contratti economici”.
Dare certezza ai lavoratori, sia dirigenti che non, per l’erogazione degli istituti contrattuali e con particolare riguardo alla Formazione Continua può mitigare le difficoltà quotidiane che si affrontano con grave carenza di personale e aumento quotidiano delle varie competenze affidate agli Enti Locali di ‘prossimità’”.

Conclude la segreteria della UIL FPL TARANTO: “Con la presente pertanto Le chiediamo di attivare con celerità assoluta gli organi tecnico amministrativi, degli Enti da Lei Presieduti, per aprire e chiudere la contrattazione aziendale prima della fine del 2023 e non l’ultimo giorno dell’anno.

Nel caso in cui assisteremo a un ulteriore immobilismo da parte delle delegazioni trattanti di parte pubblica, saremo costretti ad abdicare alla nostra moderazione riassumendo le nostre prerogative sindacale.

ASSEMBLEA COMPARTO SANITA’ – 8 SETTEMBRE

DALLA SCHIAVITÙ DELLE ASSOCIAZIONI AL CAOS CLIENTELARE DELLE TURNAZIONI. Diritti non ricatti!

A distanza di 5 mesi dal risultato straordinario dall’internalizzazione l’Amministrazione ha spesso cercato di eludere il confronto con FP CGIL CISL FP e UIL FPL, ignorandone proposte e suggerimenti e favorendo interlocutori sindacali di comodo determinando, così, una gestione irregolare e clientelare nei turni di lavoro;
– Manca un regolamento aziendale che deve essere necessariamente preceduto dal DVR (Documento Valutazione dei Rischi);
– Persiste la grave violazione della normativa sull’orario di lavoro, compreso il mancato rispetto del riposo settimanale;
– Le postazioni continuano a versare in condizioni indecenti: blatte, topi, ecc., con arredi non conformi, bombole di ossigeno conservate in maniera non idonee, con promiscuità di bagni e assenza di spogliatoi fattispecie quest’ultima che costringe i lavoratori ad indossare divise contaminate, riconosciute come DPI, da e presso le proprie abitazioni;
– I turni di lavoro sono improvvisati, le ore mensili sono gravemente diverse tra lavoratori (chi 180 ore chi 144), in alcune postazioni gli equipaggi cambiano ogni mese senza motivo se non quello di favorire qualcuno;
– Il lavoro straordinario, a parità di ore, a qualcuno viene pagato mentre ad altri no, ed è facile intuirne la motivazione;
– Molti autisti, anziché svolgere le mansioni per cui sono stati assunti e andare a costituire le seste unità dove mancano, sono spesso demansionati;
– L’amministrazione ha ignorato la proposta di Fp Cgil Cisl Fp e Uil Fpl di istituire la pronta disponibilità, con la conseguenza che gli operatori, pur non in servizio, vengono chiamati a tutte le ore e minacciati per andare a prestare l’attività;
– Gli operatori sono stati impropriamente indicati dalla Direzione del Sistema 118 della Asl Ta come oggettivamente responsabili di apparecchiature (tablet, cavi, ecc.) anche quando la responsabilità è di altri (infermieri e medici), mettendo pericolosamente in dubbio se alcune attività possono continuare ad essere svolte;
– Il Fenomeno delle carriere veloci: da Metalmeccanico a gestore del servizio e dei turni! La necessità di garantire la partenza del servizio in maniera autonoma e senza ulteriore personale, ha inizialmente reso necessario l’impiego nell’Ufficio Operativo di lavoratori con esperienza che ne hanno consentito l’avvio.


Ma con il passare del tempo sono stati inseriti nell’Ufficio personaggi usciti dal nulla, senza esperienza, i cui meriti non sono conosciuti da nessuno, che lo hanno trasformato in strumento di ricatto pseudo sindacale con la complicità dell’amministrazione. È ora necessario porre fine e raccomandazioni, ingiustizie, diseguaglianze e ricatti. È la trasparenza nell’affidamento delle mansioni la garanzia per un servizio efficiente. La gravità della condizione richiede la consultazione dei lavoratori e la programmazione di una iniziativa straordinaria.

Taranto: Tra promesse, progetti e sfide. Il futuro incerto di una comunità

Pietro Pallini, coordinatore generale della UIL di Taranto, fa un’analisi su alcune questioni, vecchie e nuove, del territorio dell’arco jonico: dall’ex Ilva di Taranto, madre delle vertenze tarantine, passando per l’Arsenale Militare e il tanto atteso ma “bucato” concorsone, toccando le infrastrutture del territorio, come l’ospedale San Cataldo e la Regionale 8.

“Taranto fatica e non poco a uscire dalla morsa stringente delle mancate scelte del passato, la volontà da sola non basta, e non bastano neppure le leggi … C’è chi si ostinerà a chiamarla “sfortuna”, preferiamo chiamarla manifesta incapacità” dice il numero uno di via Dante.


“Buona parte di ciò che si prova a insediare a Taranto, chissà per quale meccanica celeste, diventa un’impresa quando va bene; quando invece va male resta appesa al palo e quando addirittura peggio il palo crolla. Sembra un anatema.

Con la vertenza dell’ex ILVA a dominare ogni tendenza a oltre 11 anni dal sequestro degli impianti, e 5 dalla presentazione di un progetto industriale, ancora non si conoscono le reali linee guida da parte del Governo per la siderurgia a Taranto e nel Paese.

Dalla gestione febbricitante dei fondi assegnati come nel caso dei 680 milioni ad AdI per colmare voragini finanziarie societarie; normativa sulla cassa integrazione per migliaia di lavoratori di volata all’interno del decreto PA e senza un reale piano industriale; emendamenti al Decreto Salva infrazioni in Senato da parte del Ministro Fitto rasente perfino al perimetro normativo del codice di procedura penale. Il miliardo destinato al progetto del preridotto (DRI), che dal PNRR con data quantomeno certa di esecuzione entro il 2026, viene dirottato sui Fondi di Sviluppo e Coesione che, sentite le dichiarazioni del Presidente Michele Emiliano, consacrerebbe così un’altra avventura tutta da cominciare.

Far funzionare impresa a Taranto e crearla con al seguito i tanto auspicati posti di lavoro non è una questione semplice. Non lo è stato nel passato e tristemente non lo è nel contemporaneo, e questo ce lo dicono i fatti. Un territorio che continua a far a pugni con lo stato di diritto che fatica a realizzare i sogni, poi mica tanto fantasiosi, com’anche l’opportunità marginalmente infranta del concorsone dell’Arsenale di Taranto. 315 posti messi a concorso, ma se andrà bene, alla fine il Ministero della Difesa riuscirà ad assegnarne una manciata in più della metà (scarsi 170). Chi crede nella sfortuna, la definisca pure tale, ma per essere pragmatici siamo al cospetto un’occasione sprecata: se si pensa che per quei 315 posti di lavoro strettamente legati al futuro dell’Arsenale di Taranto abbiamo lottato duramente e non poco.

Poche opportunità e troppa cassa integrazione e cessazione di attività nel territorio. Come tanti buoni propositi annunciati e diversi progetti in cantiere, con la visione di fare di Taranto un modello di sviluppo innovativo rispetto al passato, nella realtà, ‘l’ascensore sociale’ jonico resta in continua manutenzione perché si ferma troppo spesso più o meno consapevolmente e sempre allo stesso piano. E questo è un serio problema per tutta la comunità.

Tanti progetti a Taranto, alcuni dei quali faticosamente in definizione. Per esempio la costruzione del nuovo ospedale San Cataldo dopo la tanto sospirata assegnazione delle risorse pari a 105 milioni per l’allestimento. Appartengono altri progetti apparentemente al palo, come per esempio l’insediamento Ferretti che per la sua realizzazione l’ex Ministra Mara Carfagna nel 2021 definanziò persino il progetto Acquario Green a Taranto nell’area ex Torpediniere in Mar Piccolo. Dopo la messa in sicurezza dell’area dello Yard Belleli, per la realizzazione degli impianti, a parte i titoloni ancora neanche un chiodo è stato piantato e degli oltre 200 dei posti di lavoro neppure l’ombra riflessa.

Certe sono le doti finora impegnate che in soldoni si traducono in 45,5 milioni dal Fondo Infrastrutture a cui si sommano i 28,05 milioni del FSC2021-2027, più 14,2 milioni rivenienti dal Contratto di sviluppo per la reindustrializzazione dell’ex Yard Belleli e 49,8 milioni da parte dell’Autorità Portuale. Troppo tempo trascorso dalla procedura a valle dei pareri ISPRA e ARPA e la successiva conferenza dei servizi decisoria conclusasi il 5 aprile 2023. E’ notizia fresca la firma del decreto finale da parte dei Ministeri dell’Ambiente e delle Imprese quale liberatoria alla pubblicazione dei bandi da parte di SOGESID per la messa in sicurezza, bonifica e infrastrutturazione dell’area.

Il Gruppo Ferretti dovrebbe impegnarne 64 di milioni, ma se la burocrazia spostasse ancora in avanti i tempi del progetto, il grido di allarme della UIL è la consapevolezza che l’imprenditoria guarda a soluzioni e investimenti che molto spesso nella prolissità burocratica rischiano di infrangersi per le mutate condizione di mercato. Non vorremmo trovarci di fronte al caso paradossale di avere finalmente tutte le autorizzazioni ma non avere più l’investitore. E qui la pessima esperienza della MOTION nella vertenza della Tessitura di Mottola Albini dovrebbe insegnarci come nella realtà si muovano i mercati e gli investitori.

Taranto fatica e non poco a uscire dalla morsa stringente delle mancate scelte del passato, la volontà da sola non basta, e non bastano neppure le leggi se analizzassimo il caso del Tecnopolo del Mediterraneo, progetto questo che resta fermo al palo. Ecco, qui si rasenta davvero l’inverosimile, perché nonostante si parli di sviluppo sostenibile e innovazione tecnologica per una transizione a parole annunciata, i fatti ci consegnano ben altro.

Mentre sul tema delle infrastrutture, il vessillo tutt’altro che eburneo è senza dubbio la realizzazione della litoranea interna Talsano-Avetrana, la Regionale 8 per l’appunto. Un’arteria che porta con sé il segno del tempo a quasi 40 anni dal primo scavo che oltre alla causa della necessaria e migliore viabilità, anch’essa rappresentava un riscatto oltre che un paradigma per lo sviluppo turistico e gli investimenti di una Taranto che in tanti sogniamo ma che pochi vogliono.

Infine, i Giochi del Mediterraneo 2026, dal commissariamento alla notizia che il CONI sia uscito dal Comitato organizzatore, a fronte del perdurante e irrisolto stato di impasse che ha prodotto ritardi nella realizzazione delle opere necessarie. Nella consapevolezza che, purtroppo, non sono certo i giochi del Mediterraneo, da soli, a far riscattare questo territorio, che fatica a uscire dal guado. In Puglia ci sono drammaticamente 38 tavoli di crisi industriali complesse, senza contare i lavoratori dell’ex Ilva e del Porto, qualcosa come 5070 lavoratori coinvolti. Di questi 38 tavoli, 9 appartengono a Taranto con i suoi 2294 lavoratori.

C’è chi si ostinerà a chiamarla ‘sfortuna’, ma noi al di là del possesso di visione tanto cara a qualcuno, preferiamo chiamarla manifesta incapacità. Nel frattempo, nella crescita esponenziale dei divari e della povertà, il Governo decapita il sostegno sacrosanto a migliaia di persone proseguendo la campagna di propaganda senza fare differenziazione alcuna al dramma che si vive nel profondo SUD rispetto al resto del Paese. Tutto ciò sarà inevitabilmente motivo di mobilitazione da parte della UIL che continua nell’analisi di dati allarmanti sullo stato sociale e che non certo crede alla sfortuna”.

Incidente al porto di Taranto, INAIL attiva Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro e assegno funerario.

La risposta dell’INAIL, Istituto Nazionale Assicurazioni e Infortuni sul Lavoro, non si è fatta attendere subito dopo la tragica morte di Antonio Bellanova, il 31enne Tarantino morto sul lavoro schiacciato da un’ecoballa mentre operava nella stiva di una nave attraccata al porto di Taranto. La Direzione regionale fa sapere alla segreteria della UIL di Taranto che è stato attivato il Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro e l’assegno funerario.

“Non possiamo che ringraziare –   sono le parole del coordinatore generale della UIL TARANTO, Pietro Pallini – la Direzione regionale INAIL e quella provinciale, per l’altissima professionalità e responsabilità dimostrati durante l’espletamento delle formalità necessarie, da parte dell’Ente, verso le famiglie e i superstiti che piangono vittime sul lavoro, come successo nel tragico evento all’interno del Porto di Taranto che ha visto strappare un’altra giovane vita, quella di Antonio Bellanova.

Ci siamo trovati, e questo va detto, prima che di fronte a un ente pubblico, di fronte a persone che davanti al dolore hanno la sensibilità di affiancare un qualcosa che oggi si fa fatica a ritrovare: il senso di umanità.

Ci sono giunte in queste ore le giuste rassicurazioni da parte della Direzione regionale, circa il perfezionamento delle formalità e atti necessari da parte dell’ente, per un celere e certo sostegno alla famiglia di Antonio, e questo non era del tutto scontato al cospetto del complesso e vasto iter burocratico previsto.

Ciò, ne siamo ben consapevoli, sicuramente non servirà ad attenuare il dolore immenso della famiglia di Antonio Bellanova, né il vuoto incolmabile di un padre ed un marito volato via troppo prematuramente, ma sono gesti sicuramente a supporto della famiglia di Antonio che serve intensificare adesso.

Il mio personale ringraziamento, e quello della UIL Taranto al Direttore regionale INAIL Dr. Giuseppe Gigante, a quello della sede provinciale Dr. Vito Sante Linsalata e tutte le strutture e i dipartimenti interni all’INAIL che continuano a mostrare oltre la professionalità, il senso di umanità e la sensibilità necessari a una Pubblica Amministrazione alleata e amica.  Indubbio, la nostra vicinanza alla famiglia di Antonio, per tutto ciò che il sindacato e la UIL possono fare, per quanto di nostra competenza e per i quali non ci sarà fermo di agosto alcuno se necessario.

Ribadiamo come UIL la necessità di stretta collaborazione tra istituzioni, politica, enti, aziende pubbliche e private e tutti quei soggetti che possono contribuire a cambiare paradigma. Un’azione questa che miri a vincere questa battaglia che tutti ci troviamo a combattere. Tre morti al giorno sul lavoro null’altro è che un conflitto che serve vincere per riacquisire civiltà sul lavoro. Dobbiamo lavorare in sinergia per piantumare e soprattutto radicare una sicurezza sui luoghi di lavoro che prima che norma sia cultura, e un sistema di regole che scoraggi pessimi imprenditori che della sicurezza sovente ne fanno un costo.

#ZeroMortisuLavoro è la campagna lanciata dalla UIL, fatta di proposte e azioni con determinazione e mai con rassegnazione. Continueremo a mantenere alta l’attenzione sul tema della sicurezza perché consapevoli che serve uno shock del sistema, ma è fondamentale non essere soli. Serve far bene e presto, ma è necessario fare sistema, tutti insieme, ognuno per il proprio ruolo, affinché il lavoro continui ad essere il vero valore contemporaneo e quello per il futuro delle nuove generazioni.

Il lavoro è da sempre quel vettore che alimenta i sogni e la passione della vita delle persone, non certo uno modello per spegnerli com’è accaduto ad Antonio ed a molti altri lavoratori come Antonio. Per farlo serve metterci la faccia perché dietro i numeri ci sono le persone, e queste persone prima che numeri sono esseri umani”.

AMAT, riaprire subito una linea di dialogo con il nuovo CdA

“Apprendiamo con sollievo la notizia dell’insediamento del nuovo CDA della Società Kyma Mobilità, per i nostalgici, Amat spa” afferma Carmelo Sasso, segretario provinciale della UIL Trasporti di Taranto.

“Ai componenti del CdA va il nostro in bocca al lupo, sapendo che il compito che gli attende non è per nulla semplice considerate le problematiche esistenti, sostanzialmente le stesse che il presidente Giorgia Gira e il consigliere Francesco Scarinci hanno lasciato inevase sul tavolo poco più di un anno fa.

Confidiamo, però, che quello spirito di dialogo che aveva caratterizzato il periodo finale della precedente gestione Gira, e che aveva portato dopo mesi di impasse alla sottoscrizione dell’Accordo Integrativo Aziendale, possa ritornare presto, contribuendo alla risoluzione di quelle problematiche urgenti che negli ultimi dodici mesi sono state gestite solo a colpi di inutili comunicati stampa e sterili spot pubblicitari, seguiti poi da una serie di magre figure, alcune senza precedenti.

Parte sicuramente sotto i migliori auspici questa “nuova gestione” in considerazione del fatto che sono già sul territorio, e in fase di allestimento, i 55 nuovi bus ibridi Mercedes che dopo la successiva immatricolazione potranno finalmente andare a supportare il parco mezzi della Società che attualmente risulta del tutto inadeguato in termini numerici e soprattutto di obsolescenza dei Bus.

Questi, unitamente ai 24 bus ibridi, potranno andare a svecchiare in maniera significativa il parco rotabili consentendo di mettere fuori servizio finalmente i bus più vecchi, inquinanti e spesso privi di aria condizionata, di impianto antincendio che ad oggi purtroppo ancora circolano per le strade della nostra città.

Proprio dai 24 bus Man, arrivati a Taranto nel 2020 grazie ai 7.992.458 euro ottenuti nell’ambito del progetto “Smart Go City”, vorremo iniziare un ragionamento anche abbastanza semplice e logico.

Questi 24 mezzi dopo un uso intensivo, dovuto alla insufficienza dei mezzi che impedisce una loro sistematica rotazione, sono già abbastanza usurati nonostante la loro età anagrafica.

Il dato che preoccupa è rappresentato dal fatto che circa la metà di questi sia sistematicamente siamo fermi in officina per avarie e malfunzionamenti o peggio in attesa di ricambi.

Questo aspetto che per ora non ha forti ripercussioni di natura economica, poiché i mezzi sono tutti prossimi in “garanzia” seppur prossimi alla scadenza, manlevando l’azienda spesso dai costi di manutenzione, ha purtroppo una ricaduta sulla qualità del servizio, soprattutto l’estate, costringendo operatori ed utenti a condividere bus obsoleti, spesso privi di aria condizionata.

Tra qualche mese quando la garanzia dei mezzi scadrà questo inizierà a pesare e non poco sulle spalle della società mentre ha pesato fin ora solo sulle “spalle” dei lavoratori.

Questa valutazione serve per far comprendere come vi sia un problema di usura dei mezzi dovuto alle pessime condizioni del manto stradale che mette a dura prova anche mezzi nuovi e moderni, che risultano sistematicamente in avaria e che non faranno certo bene all’apparato muscolo scheletrico degli operatori e degli utenti a causa delle continue sollecitazioni cui gioco forza sono esposti.

Consigliamo al presidente Giorgia Gira, ove non lo avesse già fatto, di investire con immediatezza l’ Amministrazione Comunale e l’assessore Ciraci nella sua doppia veste di assessore ai lavori pubblici e responsabile della Polizia Locale della necessità improcrastinabile della valutazione e dell’ immediato ripristino della sicurezza del manto stradale in vaste zone della città con particolare riferimento e priorità ai percorsi utilizzati dal trasporto pubblico locale.

Questo lavoro fu iniziato dal precedente Assessore Mattia Giorno (tra l’altro protagonista dell’aver saputo intercettare le risorse governative utili all’acquisto dei 55 nuovi bus n.d.r.), in maniera purtroppo non sistematica si è poi inspiegabilmente bloccato, vanificando di fatto anche quanto messo precedentemente in campo.

E’ intuitivo come mettere in servizio 55 macchine nuove ottenute grazie ad un finanziamento governativo su strade che spesso rasentano il percorso da rally risulti quanto meno contro producente, rischiando di vanificare l’intera bontà dell’iniziativa e creare in futuro costi di gestione enormi per quanto attiene le manutenzioni.

Nel frattempo che questa accurata ricognizione sia compiuta ci permettiamo di segnalare alcuni interventi prioritari che ci sono stati indicati direttamente dai lavoratori e dagli utenti e che potrebbero essere compiuti in urgenza per cercare di migliorare quanto più possibile la qualità del manto stradale nei percorsi del TPL come Circonvallazione dei fiori – via Lama,Via Salvemini – via della pesca paolo VI, Viale duca d’Aosta, Via Costantinopoli, Via Garibaldi-cariati, Via Vascelli – Via stelle alpine a Lama, Via golfo di Taranto.

Questo se effettuato tempestivamente potrebbe consentire di mettere in servizio le nuove 55 macchine in condizioni di viabilità migliore e sicuramente contribuirebbe a ridurre l’usura dei nuovi mezzi che siamo sicuri insieme ad una migliore organizzazione aziendale potrebbero innalzare nettamente la qualità del servizio offerto e della vita lavorativa del personale.

Su questi aspetti oltre che su quelli attinenti i lavoratori intendiamo confrontarci quanto prima con l’Azienda che confidiamo, grazie alla nuova governance, saprà rilanciare il dialogo con le OO.SS. a volte conflittuale seppur sempre nel rispetto delle reciproche prerogative superando quell’atteggiamento assunto nell’ultimo anno in cui il confronto sindacale è stato sminuito e svilito continuamente.

Siamo sicuri che invece queste nostre riflessioni e sollecitazioni sapranno essere colte con prontezza e comprese per il loro valore positivo e non come in passato continuamente travisate e strumentalizzate per giustificare l’immobilismo e spesso l’inadeguatezza”.

UILTUCS, riunione del comitato territoriale

🔵 ℝ𝕀𝕌ℕ𝕀𝕆ℕ𝔼 𝔻𝔼𝕃 ℂ𝕆𝕄𝕀𝕋𝔸𝕋𝕆 𝕋𝔼ℝℝ𝕀𝕋𝕆ℝ𝕀𝔸𝕃𝔼 𝐔𝐈𝐋𝐓𝐔𝐂𝐒 𝐓𝐀𝐑𝐀𝐍𝐓𝐎

👥 Nella giornata del 3 Agosto 2023 si è svolta la ʀɪᴜɴɪᴏɴᴇ ᴅᴇʟ ᴄᴏᴍɪᴛᴀᴛᴏ ᴛᴇʀʀɪᴛᴏʀɪᴀʟᴇ ᴜɪʟᴛᴜᴄs ᴅɪ ᴛᴀʀᴀɴᴛᴏ con la presenza del segretario generale della Uiltucs Puglia 𝙈𝙖𝙧𝙘𝙤 𝘿𝙚𝙡𝙡’𝘼𝙣𝙣𝙖.

📝 La relazione introduttiva è stata curata del responsabile territoriale 𝗟𝘂𝗶𝗴𝗶 𝗚𝗮𝗹𝗶𝗮𝗻𝗼 il quale ha affrontato la situazione politica occupazionale del territporio Tarantino, soffermandosi sui rinnovi contrattuali ancora aperti e annunciando che 𝘥𝘢 𝘴𝘦𝘵𝘵𝘦𝘮𝘣𝘳𝘦 2023 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪𝘳à 𝘶𝘯𝘢 𝘯𝘰𝘵𝘦𝘷𝘰𝘭𝘦 𝘤𝘢𝘮𝘱𝘢𝘨𝘯𝘢 𝘪𝘯𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢𝘵𝘪𝘷𝘢 su tutti i posti di lavoro.

-ʟ’ᴀɴᴀʟɪsɪ ᴅᴇʟʟᴀ ᴄᴏɴᴄʟᴜsɪᴏɴᴇ ᴄᴏɴᴛʀᴀᴛᴛᴜᴀʟᴇ ᴅᴇʟ ᴄᴏɴᴛʀᴀᴛᴛᴏ ᴅᴇʟ sᴇᴛᴛᴏʀᴇ ᴠɪɢɪʟᴀɴᴢᴀ.

-ʟᴏ sᴛᴀᴛᴏ ᴅɪ sᴀʟᴜᴛᴇ ᴅᴇʟʟᴀ ᴜɪʟᴛᴜᴄs ᴅɪ ᴛᴀʀᴀɴᴛᴏ ᴄʜᴇ ᴄᴏɴᴛɪɴᴜᴀ ɪʟ sᴜᴏ ᴘᴇʀᴄᴏʀsᴏ ᴅɪ ᴄʀᴇsᴄɪᴛᴀ.

Sono intervenuti diversi delegati e dirigenti della Uiltucs di Taranto per riconfermare il loro impegno a chè tutti i settori e i lavoratori della Uiltucs siano conquistati 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼𝗿𝗶 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗶 𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗱𝗶𝗴𝗻𝗶𝘁𝗼𝘀𝗶, hanno tra l’altro ribadito la loro forte determinazione a ché 𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑐𝑟𝑒𝑠𝑐𝑖𝑡𝑎 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑎 𝑠𝑖𝑎 𝑢𝑛 𝑝𝑢𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑑𝑖 𝑎𝑟𝑟𝑖𝑣𝑜.

🙋🏽‍♂️ Le conclusioni sono state affidate a 𝗠𝗮𝗿𝗰𝗼 𝗗𝗲𝗹𝗹’𝗔𝗻𝗻𝗮 segretario senerale Uiltucs Puglia e si sono concentrate sul valore imprescindibili del ʀɪɴɴᴏᴠᴏ ᴅᴇɪ ᴄᴏɴᴛʀᴀᴛᴛɪ ɴᴀᴢɪᴏɴᴀʟɪ.

-sᴜʟʟ’ɪᴍᴘᴇɢɴᴏ ᴄʜᴇ sɪ ᴜᴛɪʟɪᴢᴢɪɴᴏ ʟᴇ ʀɪsᴏʀsᴇ sᴜʟʟᴀ ʀɪᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ᴅᴇʟʟᴇ ᴛᴀssᴇ sᴜɪ ʟᴀᴠᴏʀᴀᴛᴏʀɪ, ᴅᴇᴛᴀssᴀɴᴅᴏ ɢʟɪ ᴀᴜᴍᴇɴᴛɪ ᴄᴏɴᴛʀᴀᴛᴛᴜᴀʟɪ, ᴄᴏsì ᴄᴏᴍᴇ sᴜ 13° ᴇ 14° ᴍᴇɴsɪʟɪᴛà.

-ʜᴀ ᴀɴɴᴜɴᴄɪᴀᴛᴏ ᴜɴ ғᴏʀᴛᴇ ɪᴍᴘᴇɢɴᴏ ɴᴇʟʟᴀ ғᴏʀᴍᴀᴢɪᴏɴᴇ ᴅᴇɪ ǫᴜᴀᴅʀɪ ᴇ ᴅɪʀɪɢᴇɴᴛɪ ᴄʜᴇ ᴘᴀʀᴛɪʀà ᴀ sᴇᴛᴛᴇᴍʙʀᴇ.

-ʜᴀ ᴄᴏɴғᴇʀᴍᴀᴛᴏ ᴄʜᴇ ʟᴀ sɪɴᴇʀɢɪᴀ ɢɪà ʀᴇᴀʟɪᴢᴢᴀᴛᴀ ᴛʀᴀ ʟᴀ ᴜɪᴛᴜᴄs ᴅɪ ᴛᴀʀᴀɴᴛᴏ ᴇ ʀᴇɢɪᴏɴᴀʟᴇ ᴄᴏɴᴛɪɴᴜᴇʀà sᴇᴍᴘʀᴇ ᴘɪù, sᴜ ᴛᴜᴛᴛɪ ɪ sᴇᴛᴛᴏʀɪ, ᴄʜᴇ ʟᴀ ᴄʀᴇsᴄɪᴛᴀ ᴀᴠᴠᴇɴᴜᴛᴀ ᴀ ᴛᴀʀᴀɴᴛᴏ è ᴇʟᴇᴍᴇɴᴛᴏ ᴅɪ ᴏʀɢᴏɢʟɪᴏ ᴘᴇʀ ᴛᴜᴛᴛᴀ ʟᴀ ᴜɪʟᴛᴜᴄs.

RdC, Pallini (UIL): “Stracciata la rete di protezione, al sud si rischia una bomba sociale”

“Il Governo ha annunciato da tempo una stretta sul reddito di cittadinanza, o una non meglio riforma che lo trasforma in reddito di inclusione. Ora, questo tempo trascorre inesorabile e i primi effetti sono quelli che la UIL aveva purtroppo previsto, peraltro ammonendo il Governo” afferma il coordinatore della UIL di Taranto Pietro Pallini.

“Non certo ci appassiona il nuovo termine utilizzato (reddito di inclusione), ma i pesanti riflessi di tutto ciò, atteso quello che già sta accadendo con l’invio di 169 mila sms da parte dell’INPS ai percettori di RdC.
Cosa conteneva la notizia? Semplicemente l’inizio della fine di una rete di protezione sacrosanta, prima che di un beneficio, che aveva il sol fine di attenuare le pesantissime ripercussioni della pandemia e di un Paese che arranca, soprattutto al SUD a cui si aggiunge l’emergenza lavoro. Sono 12 mila i destinatari degli sms in Puglia.

Mentre tutto apparentemente scorre col macigno della pesante inflazione, tra l’aumento dei tassi di interesse al 4.25, dei prezzi e delle tariffe oramai alle stelle, l’idea è stata quella di mantenere fede alle promesse elettorali piuttosto che disporre un’attenta analisi su un modello di società che continua a fare i conti con le dilaganti disuguaglianze, con tutta una serie di diritti che nella forma restano ben richiamati nella carta costituzionale, ma che nei fatti rappresentano un problema serio, serissimo, come il diritto al lavoro, in cui il RdC aveva il ruolo di puntellare un sistema che mostra lesioni da ogni parte, un semplice ma necessario strumento per combattere la povertà ormai dilagante.

Il problema, lo ripetiamo è molto serio, ma diventa serissimo al SUD dove le reti di protezione sociale non sono sufficienti a soddisfare la povertà dilagante e il dramma di migliaia di famiglie. Al SUD si rischia una bomba sociale senza precedenti, lo ripetiamo. Il Mezzogiorno oggi cresce con livelli di 10 punti con quelli del 2008 e il tasso di occupazione è di quasi 21 punti percentuali al di sotto del resto d’Italia. L’emergenza occupazionale tra i giovani è tutt’altro che risolta al SUD e lo dimostra la fuga di cervelli, lo spopolamento e la denatalità con dati drammatici ed inconfutabili.

Come inconfutabile è che il Mezzogiorno d’Italia sia in fondo alla classifica europea sul lavoro. Sicilia, Campania, Calabria e Puglia sono il fanalino di coda. Al SUD appena il 35% delle madri con figli in età prescolare lavora, contro il 64% del centro-nord (fonte SWIMEZ). Mentre l’1% della popolazione mondiale rappresentata da magnati e plutocrati continuano ad accumulare ricchezza più di tutto il resto dell’umanità. Le principali 95 multinazionali dell’energia, dell’agro-business e big-pharma hanno più che raddoppiato i profitti rispetto alla media del periodo 2018-2020, mentre 800 milioni di persone soffrono la fame. In Italia crescono i divari e quasi un italiano su 10 è in povertà assoluta (5.6 milioni di persone).

Siamo di fronte a una fase che è la più difficile dal secondo dopoguerra e, invece di tagliare le reti di protezione sociale, è di contro opportuno che si ristabilisca un poderoso sistema di aiuto e sostegno alle famiglie, ai pensionati, ai lavoratori e tutte quelle persone che un lavoro faticano a trovarlo. Senza giri di parole e dita puntate verso chi, indipendentemente da tutto, è solo nella necessità di ricevere aiuto ed è dovere di chi sta meglio correre in suo aiuto.

Le risorse la UIL ha ben spiegato da dove prenderle: lotta all’evasione fiscale in primis e tassazione degli extraprofitti sarebbero i punti fermo da cui partire. Riforma del mercato del lavoro che basi su qualità, stabilità e sicurezza. Agosto sarebbe un mese del tutto ideale per disinnescare le tensioni sociali che temiamo potrebbero caratterizzare l’autunno italiano”.

BCE alza i tassi di interesse, Pallini (UIL): “Cappio al collo delle famiglie che diventano più povere. Un modello di sviluppo che strangola i diritti”

“Ancora una volta assistiamo a un rialzo dei tassi di interesse da parte della BCE che a differenza della FED sceglie così di stringere il cappio attorno al collo delle famiglie. Un’insensata manovra, sebbene la BCE stessa abbia ammesso che l’inflazione è causata anche dagli extraprofitti da parte di molte aziende e multinazionali, che con la pandemia e l’instabilità causata dal conflitto Russo-Ucraino hanno fatto e continuano a fare affari d’oro. Questa volta infatti ci troviamo di fronte a un ulteriore rialzo di 25 punti base al 4.25% (ai massimi dal 2001), con effetto dal 2 agosto 2023 e con il tentativo (maldestro) di contenere un’inflazione oramai alle stelle entro il limite del 2%” afferma Pietro Pallini, coordinatore generale della UIL TARANTO.

“Siamo di fronte a un nuovo disegno dell’economia mondiale con le variabili geopolitiche e gli effetti del conflitto Russo-Ucraino, la transizione ecologica e il covid-19. Un aumento dei tassi sconsiderato per contenere l’inflazione avrà da un lato gli effetti di contenere l’inflazione, ma dall’altro continuerà a ridursi la spesa delle famiglie, con la continua ascesa di italiani in povertà assoluta e la crescita dei divari.

L’incapacità a governare le molteplici crisi, la scarsa governabilità della transizione, i pesanti riflessi sull’occupazione, il dato in crescita della cassa integrazione e le tante, troppe crisi d’azienda rischiano di innescare una bomba sociale, soprattutto al Sud, senza precedenti. Tutto ciò è un’ulteriore macigno al carovita e alla fatica che famiglie, lavoratori e pensionati compiono per arrivare alla fine del mese, per i più fortunati.

La crescita esponenziale dei tassi d’interesse sono un moltiplicatore del disagio abitativo per le famiglie e per chi invece una famiglia vorrebbe farsela, perfino per chi una famiglia non ce l’ha più. Questo va espresso in modo netto e marcato. Insistere ad alzare i tassi di interesse in una fase, la più dolorosa dal secondo dopoguerra, non servirà a contenere i prezzi, ma si ripercuoterà su chi è già in grandi difficoltà e scoraggerà gli investimenti invocati a gran voce dal Governo e dall’Europa.

Sulle evidenze di tutto ciò, adesso non si pensi al fermo prossimo di agosto è l’invito della UIL Taranto, piuttosto si utilizzi questo periodo per mettere a punto una misura ulteriore e forte a sostegno delle famiglie, ai più fragili e meno abbienti, e di tutte le persone rese tali da questo febbricitante modello di sviluppo che strangola i diritti. Si utilizzi questo tempo (che per molti non è poco) anche per dare una svolta alle politiche salariali, il rinnovo dei contratti e il sostanzioso taglio del cuneo fiscale.

In questo il resto d’Europa è stata virtuosa ma noi italiani, maglia nera, utilizziamo invece l’Europa per uscire il petto in fuori, finendo poi per inchinarci, coprendoci, allorquando serve mostrare il coraggio delle scelte. Le risorse la UIL ha ben spiegato da dove reperirle; si cominci dagli oltre 100 miliardi di evasione (€ 1700 a persona) e si prosegua con la tassazione degli extraprofitti per cominciare e vedrete che l’inflazione si ridurrà assieme ai divari”.