Inaugurazione Centro di Ascolto Mobbing e Stalking UIL di Taranto

Il coordinatore  della UIL Taranto, Pietro Pallini, insieme alla responsabile dello sportello Centro Ascolto Mobbing e Stalking UIL TARANTO, Antonia Maselli, coadiuvata dall’avvocato Daniela Lafratta, esperta in diritto antidiscriminatorio e violenza di genere, e con  la dott.ssa Federica Tinelli, psicologa e psicoterapeuta, presenteranno il nuovo Centro di Ascolto Mobbing e Stalking UIL di Taranto durante una conferenza stampa che si terrà sabato 16 marzo 2024 alle ore 9:30 presso la Confederazione sita presso il Piazzale Bestat n° 2 al terzo piano.

Il Centro di Ascolto Mobbing & Stalking della UIL Taranto rappresenta un importante passo avanti alla prevenzione delle violenze nella nostra comunità. La presenza di professionisti qualificati, quali avvocati esperti in diritto antidiscriminatorio e violenza di genere e psicologi specializzati, garantirà un supporto completo e competente alle vittime di mobbing e stalking.

Durante la conferenza stampa, saranno resi noti tutti i dettagli relativi alla funzionalità del Centro di Ascolto Mobbing & Stalking, incluso il tipo di assistenza offerta, le modalità di accesso e gli obiettivi principali del servizio. La presenza e l’impegno della UIL Taranto nel promuovere la tutela dei diritti e la prevenzione delle violenze di genere dimostrano la sua costante volontà di essere un punto di riferimento per la comunità locale.

KYMA AMBIENTE: I Sindacati chiedono la revoca dei licenziamenti

Le organizzazioni sindacali, e il segretario generale della UILTRASPORTI TARANTO, Carmelo Sasso, hanno risposto alle dichiarazioni del presidente di Kyma Ambiente, sollevando la questione dei licenziamenti e chiedendo una revisione della decisione.

“Siamo lieti di apprendere dalle parole del Presidente di Kyma Ambiente, Giampiero Mancarelli, che l’azienda sia stata finalmente salvata. Considerando queste affermazioni, alle quali attribuiamo pieno credito, e tenendo conto delle osservazioni dell’AGCM riguardo alla grave carenza di personale che ostacola la piena erogazione dei servizi affidati in house, il Presidente non potrà che concordare con noi sull’importanza di revocare la procedura di licenziamento collettivo avviata lo scorso ottobre”.

Queste sono le parole dei rappresentanti di Uiltrasporti, Fiadel, FP CGIL, FIT CISL, SIULS e Usb, in risposta alle recenti dichiarazioni del presidente di Kyma Ambiente, che ieri ha dichiarato sulla sua pagina Facebook: “Abbiamo salvato l’azienda a settembre dello scorso anno con un’azione mirata e incisiva. Se dopo un anno di allarmi i conti dell’azienda migliorano e vengono rispettati gli impegni con il Comune di Taranto (prestito da 2,5 milioni di euro) e con i creditori, significa che si sta cercando la distruzione di questo patrimonio per fini politici”.

Tali dichiarazioni sono state fatte dopo una seduta del Consiglio comunale in cui i vertici dell’Amiu sono stati duramente attaccati anche dagli esponenti della precedente maggioranza, e in cui è stata presentata una mozione per il rinnovo del management della partecipata.

“Se l’azienda è effettivamente salva”, rispondono le organizzazioni sindacali alle parole di Mancarelli, “la procedura di licenziamento collettivo, attualmente ancora in corso e prorogata d’accordo tra le parti, non ha più ragione di esistere. Domani, durante l’incontro presso la sede della società alla presenza di ARPAL PUGLIA, ci aspettiamo che l’azienda revochi la procedura, poiché cessate, se mai esistite, le motivazioni alla base di essa”.

Sciopero generale Enel: Lavoratori in protesta per il futuro energetico e occupazionale

Nella giornata di oggi 8 marzo 2024, oltre 2000 dipendenti Enel in Puglia hanno aderito allo sciopero generale nazionale indetto da FILCTEM CGIL, FLAEI CISL – UILTEC UIL.
La protesta a Taranto si è concentrata principalmente fuori dalla sede Enel di Talsano, caratterizzata da un presidio che ha visto la partecipazione di un centinaio di lavoratori, accompagnati dal segretario generale della UILTEC TARANTO Amedeo Guerriero e dal responsabile della UILTEC per Enel, Damiano Catapano.

La UILTEC ha espresso le proprie preoccupazioni riguardo alla direzione che sta prendendo Enel in Italia, richiedendo che l’azienda diventi la protagonista della transizione energetica e digitale nel Paese. Guerriero e Catapano hanno sottolineato che lo sciopero non mira a rivendicare aumenti salariali, bensì è motivato dalla forte preoccupazione per il focus esclusivo dell’azienda sugli aspetti finanziari a discapito dell’occupazione, della qualità del servizio e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Secondo i rappresentanti sindacali, l’azienda si sta concentrando esclusivamente sugli aspetti finanziari, trascurando l’occupazione, la qualità del servizio e la sicurezza sul lavoro. Guerriero e Catapano hanno dichiarato che con l’insediamento del nuovo management, si stanno proponendo solo operazioni di riduzione dei costi a scapito degli investimenti e della vera missione dell’azienda: erogare un servizio di pubblica utilità per i cittadini.

Le principali preoccupazioni riguardano la mancanza di un piano concreto per il superamento del fossile e l’implementazione delle nuove tecnologie green. Inoltre, si denuncia una gestione caotica dell’organizzazione del lavoro, che si riflette in una sotto organico ormai cronica e che compromette la sicurezza dei lavoratori e del sistema elettrico italiano.

Le conseguenze previste sono gravi, con un’importante diminuzione degli standard di qualità e sicurezza della rete elettrica, con un possibile incremento degli infortuni sul lavoro. Ciò potrebbe avere conseguenze negative sulla qualità e sulla continuità del servizio elettrico, mettendo a rischio blackout sempre più frequenti.

Lo sciopero odierno rappresenta un grido d’allarme nei confronti della politica, del Governo e del Parlamento. L’Enel, come azienda che vive grazie alle bollette degli italiani, ha la responsabilità di operare a favore del sistema Paese, delle imprese e dei cittadini.

UN GRIDO D’ALLARME PER IL FUTURO DELLA CITTA’

In Italia, il sistema dei diritti è sotto attacco incessante da oltre un decennio, a causa di contesti finanziari instabili, la pandemia, i conflitti Russo-Ucraino e Israelo-Palestinese, uniti alle forti tensioni in Mar Rosso. Questi fattori hanno prodotto e continueranno a produrre pesanti riflessi, rendendo inevitabile la riflessione su modelli che hanno caratterizzato la nostra vita dal secondo dopoguerra ad oggi. A peggiorare la situazione, il pesante debito pubblico italiano, che supera i 2860 miliardi (145% del PIL).

La UIL ritiene che l’unica soluzione sia ripartire attraverso il lavoro, promuovendo un lavoro di qualità.

Nel Mezzogiorno le cose vanno male, e in Puglia, specialmente a Taranto, la situazione si aggrava. Dei 39 tavoli di crisi in Puglia, ben 9 sono a Taranto, coinvolgendo complessivamente 10526 lavoratori. Questi dati drammatici si accompagnano a un tasso di disoccupazione del 12,1% in Puglia e del 13,3% a Taranto, mentre sul fronte dell’occupazione, i numeri sono rispettivamente del 42,6% e del 38,4%.

Il dato sulla cassa integrazione ordinaria rivela che il 34% del totale in Puglia appartiene a Taranto. Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria nel 2023, su 19.305 posizioni aperte in Puglia, 11.208 riguardano Taranto, corrispondenti al 58,6% del totale.

Quando i tavoli di crisi a Taranto si dichiarano risolti, spesso significa che le aziende si sono ritirate, lasciando dietro di sé macerie, impoverimento e un esercito di lavoratori ex. Dai 134 lavoratori della ex Marcegaglia ai 44 della ex Miroglio, ai 40 in cassa integrazione per l’Area di crisi complessa dell’Ex Cementir, fino ai 109 delle tessiture di Mottola ex Albini. La situazione non è migliore neanche per i 330 lavoratori portuali della ex TCT, con l’ammortizzatore sociale che scadrà entro fine marzo 2024, e per gli oltre 1.600 lavoratori dell’ex Ilva in cassa integrazione straordinaria dal 2018.

La vicenda dell’ex Ilva ha recentemente visto la conclusione triste dell’amministrazione straordinaria, mettendo in luce l’allarme lanciato dalla UIL da anni sulla gestione industriale di Arcelor Mittal, giunta al capolinea di un viaggio mai iniziato. È ora essenziale, oltre a fermare la brusca discesa, fare chiarezza su quanto è accaduto e, soprattutto, su quanto non è accaduto e avrebbe dovuto accadere. Manca una politica che si assuma veramente le responsabilità delle scelte, coniugando i sacrosanti diritti individuali.

È ancor più doloroso notare che senza il prestito di 320 milioni da parte dello Stato, si sarebbe già parlato di deserto industriale, con un altro esercito di ex lavoratori delle Acciaierie d’Italia e dell’indotto per oltre 15.000 lavoratori, solo a Taranto. Centinaia di aziende dell’appalto sono sull’orlo del fallimento, minacciando licenziamenti.

A Taranto, l’assenza di un tavolo di discussione e confronto ha portato alla ripetizione degli stessi problemi della vicenda Ferretti. Dopo tre anni di autorizzazioni e parziale finanziamento da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’investimento è andato a monte. La UIL aveva precedentemente lanciato l’allarme sull’attività imprenditoriale dei grandi gruppi industriali, spesso in contrasto con la burocrazia locale e le mutevoli condizioni di mercato. La mancanza di un investitore, nonostante le autorizzazioni ottenute, ha portato alla perdita di oltre 200 posti di lavoro diretti e di un importante indotto nel settore della cantieristica navale, evidenziando il silenzio del Gruppo Ferretti sulle promesse non mantenute.

L’idea di abolire la legge 145 del 30.12.2018, che avrebbe istituito a Taranto l’Istituto di Ricerche “Tecnopolo del Mediterraneo” con un finanziamento iniziale di 9 milioni di euro, è da rivalutare rapidamente. Anche se i fondi sono stati ridotti a 3 milioni nel corso del 2023, si può ancora razionalizzare l’uso di queste risorse, soprattutto considerando l’opportunità di utilizzare il 65° Deposito Territoriale dell’Aviazione Militare, dismesso nel 2018, come sede per l’istituto. Questa soluzione permetterebbe di evitare ulteriori sprechi di tempo, consumo di suolo e risorse, e potrebbe fungere da motore per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo sostenibile a Taranto. È essenziale riconoscere gli errori e agire prontamente per correggerli. Abbiamo bisogno di un nuovo modello di politica capace di gestire i profondi cambiamenti che ci circondano, comprendendo le sfide poste dall’innovazione e dall’intelligenza artificiale.

L’Italia si trova di fronte a una sfida demografica significativa, con stime che indicano una perdita di 8 milioni di abitanti entro il 2080, e il Sud e le Isole hanno già perso oltre 1 milione di abitanti tra il 2011 e il 2023. La situazione è particolarmente critica in Puglia, dove in un solo anno sono stati persi 15.000 residenti, con Taranto che rischia di estinguersi, data la bassa natalità e l’alto tasso di mortalità.

La perdita di popolazione comporta la riduzione dei servizi essenziali per i cittadini, soprattutto nel settore della sanità. La UIL ha sottolineato la necessità di un nuovo paradigma industriale per Taranto e per l’intero Paese, che ponga la città come esempio di innovazione e sviluppo sostenibile. Si propone un modello industriale e sociale diverso, capace di aumentare i salari e ridurre le ore di lavoro, prendendo spunto da alcune realtà europee che hanno adottato con successo questa strategia.

La UIL si impegna a confrontarsi su una vasta gamma di temi, compresi ambiente, energia, sicurezza, salvaguardia della manifattura e del made in Italy. Il sindacato sostiene il ritorno al centro della scena delle persone, mettendo l’accento su un nuovo modello di società equa che garantisca pari diritti e opportunità per tutti i cittadini.

Pietro Pallini
coordinatore generale UIL TARANTO


74 anni della UIL, una giornata dedicata al lavoro dei “fantasmi”

🔵 Oltre 1500 persone si sono riunite stamane presso il teatro Brancaccio in Roma per celebrare il 74º anniversario dell’attività della UIL nella difesa dei diritti dei Lavoratori delle Lavoratrici e delle Persone.

☝🏼 L’assemblea è stata oltre un momento di festa, anche e soprattutto l’opportunità per una riflessione profonda sui temi cruciali che affliggono il nostro contemporaneo. Tra questi, un focus particolare è stato posto sugli 𝙞𝙣𝙘𝙞𝙙𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙨𝙪𝙡 𝙡𝙖𝙫𝙤𝙧𝙤, una piaga che continua a mietere vittime quotidiane in un Paese che ancora deve fare molto per prevenirli e tendere a Zero come é da tempo il nostro obiettivo.

‼️ Il tema centrale dell’assemblea è ruotato intorno al fenomeno dei “𝙡𝙖𝙫𝙤𝙧𝙖𝙩𝙤𝙧𝙞 𝙛𝙖𝙣𝙩𝙖𝙨𝙢𝙞”: coloro che, nonostante il loro contributo al mercato del lavoro, restano privi di tutele e spesso costretti a vivere con salari minimi e contratti precari.

💙 Ancora una volta abbiamo preferito dare la parola alle Persone. Decine le testimonianze di Lavoratori e Lavoratrici presenti, che provenienti da ogni angolo d’Italia, hanno fatto eco nell’ampio auditorium del Brancaccio. Chiara, Cristina, Carlo, Pamela e Alessandro hanno condiviso le loro storie di frustrazione e angoscia, dipingendo il quadro vivido di una realtà quotidiana, la loro, ma non solo, poiché vissuta da milioni di italiani.

🫵🏼 I 𝒓𝒂𝒄𝒄𝒐𝒏𝒕𝒊 𝒅𝒊 𝒑𝒖𝒈𝒏𝒊 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒐 𝒔𝒕𝒐𝒎𝒂𝒄𝒐, 𝒅𝒊 𝒔𝒂𝒍𝒂𝒓𝒊 𝒅𝒂 𝒇𝒂𝒎𝒆 𝒆 𝒅𝒊 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒂𝒕𝒕𝒊 𝒂 𝒕𝒆𝒓𝒎𝒊𝒏𝒆 𝒆 𝒔𝒊𝒕𝒖𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒊𝒏𝒅𝒆𝒈𝒏𝒆 𝒅𝒂 𝒕𝒆𝒓𝒛𝒐 𝒎𝒊𝒍𝒍𝒆𝒏𝒏𝒊𝒐, hanno messo in luce le difficoltà che molti giovani e meno giovani affrontano nel mondo del lavoro, evidenziando la necessità di interventi urgenti per garantire condizioni dignitose e sicure per tutti i Lavoratori e le Lavoratrici.
Chiedono alla UIL aiuto, e la UIL è in dovere oltre al dar voce, a far sì che questo triste stato di fatti cessi definitivamente.

👤 Per questo, dalle parole dirette e inequivocabile pronunciate da Pierpaolo Bombardieri, la UIL ha oggi annunciato che il tema dei lavoratori precari sarà al centro dell’agenda sindacale per il 2024, per mettere in campo azioni concrete tese ad affrontare queella che oramai è divenuta un’mergenza sociale.

💙I 74 anni della UIL al teatro Brancaccio non è stato dunque solo un momento di celebrazione, ma abbiamo voluto fosse un richiamo alla responsabilità collettiva nel garantire un futuro dignitoso e sicuro per tutti i Lavoratori e le Lavoratrici del nostro Paese.

Assistenza domiciliare. I cittadini pronti a mobilitarsi contro il Comune di Taranto

Sono pronti alla mobilitazione i cittadini che ieri sera hanno partecipato all’assemblea promossa da CGIL e UIL sul tema delle cartelle pazze relative alla quota di co-partecipazione da parte dei fruitori del servizio ai costi per l’assistenza domiciliare integrata di ADI e SAD.

Dopo il parziale dietrofront dell’amministrazione comunale che si era detta disponibile a ritirare cartelle di riscossione a volte com pregressi anche mille euro, gli utenti sono stati costretti a fare i conti con la realtà.

Conti veri e propri – dicono i referenti della CGIL e della UIL, Ronsisvalle e Eramo – Perchè quella variazione al Regolamento comunale, avvenuta senza nessuna interlocuzione con i sindacati, di fatto arriva su finanze famigliari già pesantemente compromesse dai “costi” imposti dalla fragilità. E il Comune che fa? Al posto di venire incontro ai suoi cittadini più “deboli”, continua a pretendere “minaccioso” il pagamento di spettanze per circa 25mila euro complessive (così come ci viene riferito in Commissione Servizi del Comune di Taranto – ndr): meno di tanti finanziamenti a pioggia allocati sul capitolo dell’intrattenimento.

Dunque la questione, per CGIL e UIL, non è solo economica ma anche di priorità politica nelle scelte che riguardano il governo del territorio.

Alla luce di questa situazione, con 350 famiglie e 60 operatori socio sanitari legati a doppio nodo a questa decisione politica è opportuno domandarsi qual è la ratio, ma anche l’orizzonte ideale, il DNA che questo ente continua ad avere sul fronte della giustizia sociale e dell’individuazione delle priorità – scrivono ancora Ronsisvalle e Eramo.

Infine il diktait.

Quelle richieste di pagamento vanno ritirate e va cambiato il regolamento comunale di accesso a servizi indispensabili per persone che misurano anche il grado di maturità e inclusione della comunità in cui vivono, dalla possibilità di rimanere dignitosamente cittadini – sottolineano i rappresentanti di CGIL e UIL – Se questo non accadrà il fronte si sposterà in piazza.

All’Assemblea cittadina di ieri, organizzata da CGIL e UIL, hanno partecipato anche i rappresentanti di molte associazioni del territorio

Sciopero nazionale contro le morti sul lavoro

🚨 𝕊ℂ𝕀𝕆ℙ𝔼ℝ𝕆 ℕ𝔸ℤ𝕀𝕆ℕ𝔸𝕃𝔼 ℂ𝕆ℕ𝕋ℝ𝕆 𝕃𝔼 𝕄𝕆ℝ𝕋𝕀 𝕊𝕌𝕃 𝕃𝔸𝕍𝕆ℝ𝕆 🚨

🚧 Le categorie nazionali degli edili e dei metalmeccanici di 🅒🅖🅘🅛 e 🅤🅘🅛 hanno indetto due ore di sciopero a fine turno per 𝗺𝗲𝗿𝗰𝗼𝗹𝗲𝗱ì 𝟮𝟭 𝗳𝗲𝗯𝗯𝗿𝗮𝗶𝗼 2024 in 𝒔𝒆𝒈𝒏𝒐 𝒅𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒕𝒆𝒔𝒕𝒂, 𝒔𝒅𝒆𝒈𝒏𝒐 𝒆 𝒓𝒆𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒊𝒏𝒖𝒂 𝒆𝒎𝒆𝒓𝒈𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒅𝒆𝒈𝒍𝒊 𝒊𝒏𝒄𝒊𝒅𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒔𝒖𝒍 𝒍𝒂𝒗𝒐𝒓𝒐, come successo ancora venerdì scorso all’interno del cantiere per la costruzione di un punto vendita Esselunga a Firenze.

‼️𝑰𝒍 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒑𝒐𝒓𝒈𝒆𝒓𝒆 𝒄𝒐𝒓𝒅𝒐𝒈𝒍𝒊𝒐, 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒆 𝒊𝒎𝒎𝒆𝒏𝒔𝒐 𝒆 𝒇𝒐𝒓𝒕𝒆𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒔𝒆𝒏𝒕𝒊𝒕𝒐, 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒆𝒓𝒗𝒆 𝒑𝒖𝒓𝒕𝒓𝒐𝒑𝒑𝒐 𝒂 𝒇𝒓𝒐𝒏𝒕𝒆𝒈𝒈𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒉𝒆 è 𝒍𝒂 𝒗𝒆𝒓𝒂 𝒆 𝒑𝒓𝒐𝒑𝒓𝒊𝒂 𝒆𝒎𝒆𝒓𝒈𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒎𝒐𝒓𝒕𝒊 𝒔𝒖𝒍 𝒍𝒂𝒗𝒐𝒓𝒐. Il Governo, le imprese e le loro associazioni di rappresentanza devono assumersi la responsabilità per dire basta al massimo ribasso, ai sub appalti a cascata, alla precarietà, alla mancanza di controlli, alle procedure di sicurezza sempre più superficiali.

⚠️ Come CGIL e UIL Taranto 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻𝗱𝗲𝘁𝘁𝗼 𝘂𝗻 𝘀𝗶𝘁-𝗶𝗻 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗳𝗶𝘀𝘀𝗮𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗺𝗲𝗿𝗰𝗼𝗹𝗲𝗱ì 𝟮𝟭 𝗳𝗲𝗯𝗯𝗿𝗮𝗶𝗼 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗿𝗲 𝟭𝟰 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗿𝗲 𝟭𝟲 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗹𝗮 𝗣𝗿𝗲𝗳𝗲𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗧𝗮𝗿𝗮𝗻𝘁𝗼.

🖐🏻 𝘐 𝘤𝘪𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢𝘪 𝘮𝘰𝘳𝘵𝘪 𝘯𝘦𝘭 𝘤𝘢𝘯𝘵𝘪𝘦𝘳𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘳𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘴𝘶𝘱𝘦𝘳𝘮𝘦𝘳𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘌𝘴𝘴𝘦𝘭𝘶𝘯𝘨𝘢 𝘢 𝘍𝘪𝘳𝘦𝘯𝘻𝘦 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘯𝘰𝘮𝘪, 𝘧𝘢𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘦, 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦. 𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘪𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘪 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 “𝘤𝘢𝘥𝘶𝘵𝘪 𝘴𝘶𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰” 𝘱𝘪ù 𝘥𝘪 40 𝘯𝘦𝘪 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘪 15 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘪 𝘥𝘪 𝘧𝘦𝘣𝘣𝘳𝘢𝘪𝘰.

📢 🅑🅐🅢🅣🅐 parlare di cordoglio, è il momento che il Governo le imprese e le loro associazioni di rappresentanza, si assumano le responsabilità: massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro sono conseguenze di scelte, non una fatalità!

🛠️ Si è deciso di fare cassa togliendo le risorse per gli ispettori del lavoro e la medicina per la prevenzione sul territorio; deregolamentare la catena degli appalti, non intervenire sugli appalti privati, fino al punto che non si riesce a capire quali e quante ditte sono in un cantiere e di costringere le persone migranti a lavorare in clandestinità. È stata ignorata la Piattaforma di Cgil, Cisl e Uil e si continua ad agire senza il confronto con chi è nei posti di lavoro.

🛑 Con la patente a punti oggi probabilmente quelle aziende non avrebbero potuto avere l’appalto Esselunga; con una congruità anche su tempi e modi di esecuzione ci sarebbe un limite allo sfruttamento del lavoro; con l’obbligo alla timbratura si saprebbe chi e quanto tempo lavora in un cantiere.

📋 Vogliamo tutte le agibilità necessarie per gli RLS, RLST, delegati di sito alla sicurezza. Vogliamo il ripristino della parità di trattamento negli appalti e la responsabilità dell’impresa committente. Vogliamo l’applicazione dei CCNL del settore di riferimento, sottoscritti dalle OO.SS. comparativamente più rappresentative, vogliamo la formazione obbligatoria prima di accedere nel luogo di lavoro.

🔍 Questi sono i cambiamenti necessari, altrimenti i richiami alla cultura della sicurezza sono frasi vuote. Vogliamo luoghi di lavoro sicuri senza il ricatto della perdita del lavoro e dei bassi salari. A partire dai cantieri.

🤝 Vogliamo l’apertura di un confronto vero il Governo su questi punti e su tutta la Piattaforma unitaria. Mercoledì 21 febbraio sciopero nazionale degli edili e dei metalmeccanici nelle ultime due ore di ogni turno. Mobilitazione anche con sciopero e assemblee in tutte le altre categorie. Cgil e Uil invitano a costruire visibilità delle iniziative con presidi diffusi sul territorio.

‼️ 𝗢𝗴𝗻𝗶 𝘀𝗶𝗻𝗴𝗼𝗹𝗮 𝘁𝗿𝗮𝗴𝗲𝗱𝗶𝗮 𝗲’ 𝗹𝗮 𝘁𝗿𝗮𝗴𝗲𝗱𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗲 𝗲 𝗱𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶. 𝗙𝗮𝗰𝗰𝗶𝗮𝗺𝗼𝗰𝗶 𝗥𝗶𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗮𝗿𝗲.

Morselli querela il segretario Palombella, UIL TARANTO: “Non ci facciamo intimorire”

“L’annuncio odierno da parte dell’A.D. Lucia Morselli, è semplicemente degno di un copione al suo ultimo atto. Il secondo in pochi mesi che, questa volta, ha come matrice il sacrosanto diritto di pensiero e critica circa le dichiarazioni, del segretario nazionale della UILM Rocco Palombella, rese al quotidiano ‘La Repubblica’ in relazione all’audizione di giorno 13 febbraio scorso alla IX Commissione del Senato”.

Così il coordinatore generale della UIL di Taranto Pietro Pallini.

E continua: “Dapprima, poi leggendo, non neghiamo che per un attimo abbiamo pensato che la comunicazione fosse invece improntata alle dimissioni dell’A.D. Lucia Morselli, se non altro come atto dovuto verso un’intera comunità e al Paese, ma invece, siamo alle solite.

Anche in questa pessima circostanza, non è solo il Segretario generale della UILM nazionale Rocco Palombella a essere preso di mira ma il sindacato, e questo voglio sottolinearlo. Anche questa volta sapremo far valere le nostre motivazioni dinanzi alla legge, ma soprattutto, nessuno confidi attraverso questi atti di imbavagliare il sentimento di un’organizzazione sindacale libera, che si onora del consenso più ampio tra i lavoratori all’interno della fabbrica e non solo, e che di tutto ciò sono oramai esausti”.

“Sono ore cruciali – dice Pallini – quelle che passeranno da qui a breve per il futuro della grande fabbrica, cui sono legate le sorti di migliaia di lavoratori, quelle di una comunità e del Paese.

Lunedì 19 febbraio a Roma ci aspettiamo che il Governo metta la parola fine all’avviata desertificazione di un territorio, comunicandoci il rilanciando della siderurgia per ciò che non solo in Italia, ma nel resto d’Europa è verosimile fare”.

E conclude: “Pretendiamo di trovarci di fronte a un modello di industria fatto di un sistema di regole certo e nel solco della Legalità. Un esempio di rispetto dell’Ambiente circostante, della Sicurezza, Salute e del Lavoro accompagnato dalle inevitabili misure di protezione sociale, tanto per i lavoratori tutti, quanto per le imprese, entrambi che con non poche difficoltà, a volte miracolosamente, quegli impianti hanno contribuito a mantenerli in vita.

Al Governo, un ultimo messaggio: Coraggio!”

In piazza a Bari la protesta di Cgil e Uil Puglia contro l’Autonomia differenziata

Il delicatissimo tema dell’Autonomia differenziata (Ddl n. 615 – Calderoli), con la prima
approvazione da parte del Senato, potrebbe, tra meno di un mese diventare legge dello
Stato. Con ciò le Regioni potranno avocare a sé una, più o tutte le 23 materie tra cui settori
vitali come la scuola, sanità e trasporti con i pesantissimi riflessi di una riduzione dei diritti
civili e sociali al SUD.

Regioni più ricche, quali Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, potranno reclamare
maggiori entrate fiscali in ragione di maggiori servizi che già erogano rispetto alle Regioni
del SUD. Oltremodo, non avendo il Governo intavolato discussione concreta sulla
definizione dei LEP (Livelli Essenziali di Prestazione), che resta al momento indefinita, a
parte la promessa futura del loro finanziamento attraverso un Ddl ad hoc (Art. 3 Ddl n. 615),
la verità è che dopo l’autonomia differenziata lo Stato avrà sempre maggiori difficoltà a
reperire risorse per colmare i divari tra regioni.

Le Regioni del Nord, da una prima stima, tratterranno IRPEF e IVA per ben 9 Mld.
Se si pensa che l’ultima legge di bilancio ha previsto una dote economica di appena 24
milioni di euro (in deficit per 16 Mln), con tagli in tutti i settori, è evidente lo spettro di una
perfetta catastrofe del Mezzogiorno.

Va da sé, sebbene l’Art. 117 della Costituzione sia il baluardo per garantire a tutti
eguali diritti ed eguali opportunità, che l’assurda decisione di una legge senza una
preventiva discussione in Parlamento (Art. 138 della Costituzione), rischia di consacrare
quella che si rivelerà la vera e propria secessione dei ricchi, in cui l’Art. 117 della nostra
costituzione poco o nulla potrà più garantire.
Il giudizio della UIL su tutto ciò resta fortemente negativo, tanto per gli evidenti
profili di incostituzionalità della norma, quanto per il rischio più che concreto della futura
contrazione dei diritti di ognuno che metterà a rischio i principi di equità, solidarietà e di
giustizia sociale ed economica, in difesa dei quali la nostra organizzazione è da sempre in
prima linea.

Per tutte queste ragioni la UIL assume la decisione di mobilitarsi.
Lo faremo attraverso una manifestazione che avrà luogo Venerdì 9 febbraio p.v.
in Bari – Via Sparano (incrocio con Via Principe Amedeo) a partire dalle ore 17:00.

EX ILVA | Pallini (UIL): “Siamo di fronte al martirio sociale, al collasso industriale. Al Governo un nostro ultimo appello: CORAGGIO!”

A seguito delle ultime vicende che hanno investito il siderurgico di Taranto, Acciaierie d’Italia, interviene il coordinatore generale della UIL di Taranto Pietro Pallini fortemente preoccupato sullo stato in cui versa lo stabilimento siderurgico più grande d’Europa e su come questo si ripercuota negativamente sul tessuto socioeconomico della città Bimare. 

“Dopo l’istanza di composizione negoziata avanzata – scrive il coordinatore della UIL TARANTO, Pietro Pallini – dal socio privato, ciò che ha sentenziato il Tribunale di Milano deve rappresentare senza sé e senza ma lo spartiacque sulla fuoriuscita di questo socio privato. Infatti, il giudice delegato Francesco Pipicelli ha rigettato l’istanza di AdI avverso la possibile procedura di Amministrazione Straordinaria, dopo le ultime disposizioni di legge introdotte dal Governo. Un tentativo maldestro, da parte del socio privato, nell’avviare questa formale procedura che null’altro è che la perfetta ammissione di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario dell’azienda”.

“Adesso il reale stato in cui versa la società – continua Pallini – è messo nero su bianco. Specchio di tutto ciò, è lo stato degli impianti, quei pochi rimasti in marcia, le manutenzioni e lo stato di malessere che serpeggia sempre più insistente nel territorio. Il termometro di tutto ciò per noi continua ad essere la realtà. Una realtà che è stata finora deformata, dissimulata, negata, perfino inventata. Va appena ricordato che nello Steel Commitment il 28 settembre dello scorso anno, l’A.D. Lucia Morselli nelle sue dichiarazioni rappresentò ‘un’azienda completamente diversa rispetto a quattro anni fa in cui si sono fatte cose molto belle’. E ancora: ‘un’azienda che non è in un brutto momento, molto più bella, più potente e molto più forte’”.

“Com’è andata, sono i fatti a dircelo. Siamo di fronte al martirio sociale – dice il numero Uno di Piazzale Bestatper le migliaia di lavoratori diretti, di Ilva in AS e dell’appalto in cassa integrazione, e i riflessi nefasti dell’impoverimento. Siamo altresì di fronte al collasso industriale, visto anche l’epilogo della visita ispettiva da parte dei Commissari di Ilva in A.S. e dei tecnici all’interno dello stabilimento. Comprova, l’insussistenza di elementi alle legittime richieste avanzate dalla delegazione durante l’ispezione per accertare il reale stato degli impianti, durato poco più di un’ora, al verso: ‘Vi faremo sapere’. Siamo all’inverosimile”.

Non ci sono più scuse. Serve prendere – incalza e conclude il coordinatore di Taranto della UIL – a ferme mani le redini dello stabilimento e, insieme, quelle di una comunità con i suoi lavoratori, le imprese e le persone che non attendono altro che questa pessima pagina si chiuda per aprirne una nuova, totalmente diversa. Certo, l’ombra pesante che aleggia dell’ulteriore commissariamento non è cosa vantaggiosa per nessuno, ma se ciò si rivelasse inevitabile, chiediamo al Governo ed a tutte le forze politiche di unirsi, accompagnando l’iter di conversione dei due Decreti Legge con i dovuti e necessari emendamenti. Impensabile non sostenere i lavoratori in questo dolorosissimo passaggio con misure straordinarie a loro tutela, a partire da un provvedimento che ponga il divieto dei licenziamenti, e che ristabilisca la via conforme della CIGS di relazione negoziale con le Parti sociali. Oltremodo, immorale immaginare di non sostenere in modo robusto le aziende, che saranno le stesse chiamate al risanamento di quegli impianti sulle quali vi è il peso di quasi 170 milioni di crediti. Al Governo un nostro ultimo appello, Coraggio!”