La UIL Trasporti, insieme a CGIL e CISL, sollecita un incontro urgente dopo la cessazione del rapporto di lavoro tra Alessandro Becce e San Cataldo Container Terminal. Preoccupazione per i disoccupati e i traffici in calo.
La rottura tra Alessandro Becce e la società San Cataldo Container Terminal (Scct) di Taranto, parte del gruppo turco Yilport, ha destato preoccupazione tra le organizzazioni sindacali e gli addetti del settore. Becce, arrivato a febbraio e ormai ex manager del terminal container, ha visto interrompersi il suo rapporto di lavoro a causa di divergenze con la società. Le sue prese di posizione sullo sviluppo del terminal, spesso comunicate in occasione di eventi pubblici, non sono state gradite dalla Yilport. L’azienda, infatti, non ha apprezzato la divulgazione di politiche aziendali in ambito pubblico, nonostante Becce volesse rassicurare sull’impegno della società nel cercare nuove opportunità per lo sviluppo del terminal.
Questo cambio ai vertici arriva in un momento delicato per il porto di Taranto, già segnato da una riduzione dei volumi di traffico e dalla presenza di 320 lavoratori ex TCT-Evergreen ancora senza occupazione, affidati all’Agenzia del lavoro portuale. L’imminente scadenza dell’indennità di mancato avviamento, prevista per fine anno, e i problemi infrastrutturali legati all’utilizzo della vasca di colmata per i dragaggi, aggravano ulteriormente la situazione.
Carmelo Sasso, segretario generale della UIL Trasporti Taranto, ha espresso preoccupazione per la mancanza di trasparenza da parte della società concessionaria. “Non sappiamo cosa succederà al terminal, ed è per questo che abbiamo chiesto un incontro con l’azienda”, ha dichiarato Sasso. “È vero che la scelta dei manager rientra nell’autonomia aziendale, ma un’azienda che ha ottenuto in concessione un’infrastruttura costruita con ingenti fondi pubblici ha il dovere di informare. Non ci è stato comunicato nulla: né cosa è successo, né chi è il nuovo direttore generale o se ci sia un reggente”.
La UIL Trasporti ha inoltre evidenziato la necessità di un chiarimento in vista di possibili sviluppi futuri per il porto di Taranto. “Se il porto diventerà uno degli hub per la costruzione delle piattaforme eoliche offshore, sarà necessario ridiscutere gli accordi con Yilport”, ha aggiunto Sasso. “Se Yilport si limiterà a mettere a disposizione le aree, la domanda che poniamo è: sarà in grado di portare traffico containeristico nell’altra metà del terminal?”.
Anche le altre sigle sindacali, CGIL e CISL, hanno sollecitato un incontro con la società attraverso il presidente dell’Autorità Portuale, Sergio Prete, per fare chiarezza su una situazione che da tempo genera preoccupazione tra i lavoratori e gli iscritti alla TPWA, oltre che tra gli altri portatori di interesse.
L’attesa di risposte concrete da parte di Yilport continua, mentre il futuro del porto di Taranto resta appeso a decisioni cruciali per la sua ripresa.