BUON 2024 A TUTTI VOI DA TUTTA LA UIL

NON SMETTETE DI CREDERE CHE INSIEME CAMBIEREMO QUESTO TRISTE STATO DI FATTI

A breve si chiuderà un anno che la UIL non lesina a definire fortemente negativo e che per vastità non si può certo riassumente in qualche legaccio di testo o intervista colorata a tema.

Il 2023 è stato un anno che ha visto il susseguirsi di tutta una serie di eventi fortemente negativi, e che mantengono con il fiato sospeso l’umanità. Oltre l’assurdo conflitto Russo – Ucraino che non accenna a mollare la presa, il 4 aprile la Finlandia è diventata il 31esimo paese membro della Nato, mettendo fine a un regime di strettissima neutralità che durava dalla fine della Seconda guerra mondiale. Il 7 ottobre l’organizzazione estremista Hamas ha sferrato un attentato senza precedenti in Israele, 20 mila morti in poco meno di tre mesi, di cui il 40 per cento erano bambini.

Mentre l’umanità cerca di porre rimedio ai danni delle mutazioni climatiche, l’8 novembre, gli scienziati hanno annovera il 2023 come l’anno più caldo mai vissuto finora dall’umanità e, alla ventottesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (Cop28 di Dubai), il 13 dicembre, è stato licenziato un testo i cui passaggi fondamentali, specialmente per quelli relativi alla transizione energetica e al futuro delle fonti fossili, sono fatti di parole del tutto interpretabili. Se il clima sarà tutelato oppure no, questo dipenderà dai singoli governi. Non basta, da parte della Comunità europea, aver introdotto il 17 novembre 2023 il reato di ecocidio perché non vogliamo insistere a curare il sintomo e non la causa di tutto ciò.

Il 2023 è stato l’anno in cui il tasso di interesse attuato dalla BCE ha toccato la vetta più alta del 4,5 % (tasso di riferimento) da quando è stata introdotta la moneta unica; il decimo rialzo mentre tutto aumenta. Su un totale di 25,7 milioni di famiglie italiane, 3,5 milioni sono quelle che hanno un mutuo. Le rate non pagate da queste famiglie sono salite per un ammontare da 11 a 15 miliardi nello sconforto più totale. Un mutuo le famiglie lo fanno per comprarsela una casa, non per farsela pignorare da chi fra qualche giorno brinderà ad un utile di profitti di +43 miliardi di euro.

Un anno molto intenso sul piano delle mobilitazioni che verrà anche ricordato per la precettazione del 14 dicembre 2023 da parte del Ministro Matteo Salvini in vista dello sciopero del 17 dicembre della Pubblica Amministrazione. Un qualcosa mai successo nella storia Repubblicana del nostro Paese sul piano della limitazione del diritto di sciopero.

Restringendo il focus e calandoci adesso nelle questioni della nostra amata terra, il 2023 non ha fatto sconti, tanto in termini assoluti che relativi. Va male, anzi malissimo sul piano dell’occupazione al SUD e in special modo nella provincia di Taranto dove il tasso dell’occupazione è al 38,4% rispetto alla media in Puglia del 42,6% e quella nazionale del 52,2%. Il tasso di disoccupazione a Taranto si attesta al 13,3% rispetto al dato della Puglia al 12,1% e quello nazionale del 8,11%.

Il 2023 sarà anche ricordato come l’anno in cui, di fronte all’annunciata transizione, il governo Meloni ha scelto di non scegliere per quanto riguarda la transizione assoluta da dominare, quella dell’ex ILVA. Una questione divenuta oramai paradossale e che ha visto la UIL in prima linea con un numero di mobilitazioni, tanto in ambito territoriale che nazionale che non ha eguali. Solo l’ultima si è resa necessaria il giorno 29 dicembre in occasione della convocazione delle Parti sociali presso Palazzo Chigi. Oltre le risorse pubbliche dirette impegnate per un ammontare di oltre 1 mld in appena 2 anni, c’è la cassa integrazione a valere per oltre 4000 lavoratori.

Una voragine, considerato che delle 19.305 ore di cassa integrazione straordinaria che INPS ha processato in Puglia, ben 11.208 sono quelle lavorate a Taranto (il 58,6%).

Taranto è quella perla del SUD dove in nome e per conto della transizione che si annuncia ma non si fa, per tutto il 2023 si è scelto di non scegliere perfino sulla nascita del Tecnopolo del Mediterraneo, nonostante una legge del 2018 e lo stanziamento di 9 milioni in legge di bilancio 2019. Eppure, è proprio qui a Taranto che l’Europa con il Just Transition Fund ha previsto la dote più alta in assoluto (796 milioni su 1,2 totali). Non v’è più nessuna scusa ne motivo per attendere.

Il 2023 è stato anche l’anno in cui dopo mille peripezie ed all’ultimo momento, a settembre si è riusciti a dare uno spiraglio di sollievo alle 40 famiglie del gruppo Cemitaly, attraverso una cassa integrazione per area di crisi industriale complessa della durata di un anno, nel tentativo che nel corso del 2024 si riescano a trovare soluzioni definitive all’annosa vertenza di un altro pezzo di industria che scompare. Un’altra corsa contro il tempo è stata quella rappresentata dalla vertenza dei lavoratori portuali della ex TCT.

Infatti, solo grazie a una decisa mobilitazione dei lavoratori presso la Prefettura di Taranto nel mese di dicembre, si è riusciti a ottenere un provvedimento di legge inserito all’interno del Decreto Milleproroghe, che estende la durata dell’ammortizzatore sociale (IMA) per le 330 famiglie di ulteriori 5 mesi. Il tentativo adesso è di proseguire grazie a queste risorse (4 mln) spediti verso robuste politiche attive in favore di questi lavoratori, a partire dalle misure GOL (Garanzia Occupabilità Lavoratori) per la loro rapida ricollocazione anche in ragione degli insediamenti industriali in Zona Economica Speciale (ZES) dell’area portuale e retro-portuale.

Particolarmente complessa e articolata è restata per tutto il 2023, la vertenza delle Tessiture di Mottola (ex Albini) nella quale morsa sono strette 109 famiglie che con decorrenza a due giorni prima di Natale, ha preso avvio il loro licenziamento. Resta aperta la trattativa istituzionale in corso presso la Regione Puglia attraverso la quale mettere, già dai primi giorni del 2024, nero su bianco gli impegni alla riassunzione di tutto il bacino di lavoratori da parte del nuovo soggetto investitore (Gruppo E’KASA), ma che sino ad oggi ha mostrato impegni solo a parole. Una reindustrializzazione è tale quando non crea macerie sociali intorno.

Infine, il 2023 verrà ricordato come l’anno in cui l’uno di dicembre in Piazza a Bari, si sono contate oltre 10.000 persone per manifestare contro una legge di bilancio che, tra le tante cose, mette il sigillo a una sanità pubblica per pochi privilegiati, dove chi è meno abbiente rischia di non potersi curare. In diecimila per dire NO a 80.000 persone al SUD che benché occupate sono in stato di povertà. Per chiedere al governo più verità e meno propaganda, perché al SUD si sono persi 500 mila posti di lavoro in un solo decennio. Il record dell’occupazione ad ottobre che narra Giorgia Meloni, con occupati in crescita al 61,8%, va analizzato con realtà, consapevoli che il 90% di questo dato è fatto di contratti precari (+30% contratti a termine e + 5,2% indeterminato). Va analizzato consci che questo dato è il più basso dell’Unione europea (Germania 77,5%, Francia 68,7%, Spagna 65,8%). Al dato del 61,8% va affiancato il calo degli occupabili e della popolazione (- 1,7 milioni), motivo questo che ci consegna il dato reale di un timido 59,1%.

Questo è uno dei principali motivi per il quale i giovani anche nel corso di questo 2023 oramai alle porte, fuggono dal SUD, ma in special modo fuggono da Taranto. Allarmante è l’analisi dei dati sulla natalità a Taranto. Dettagli inconfutabili, dove a fronte di 2.500 decessi circa in un anno si contano appena 1.300 nuovi nati. L’Italia è affondata all’ultimo posto della classifica europea, ma Taranto sprofonda. Una comunità che si estingue nel perfetto silenzio di una buona parte della politica che ha scelto di fare altro. Il 21 novembre 2023 furono CGIL – CISL e UIL a segnalare al nuovo Prefetto di Taranto che gli uffici del Centro per l’impiego di Taranto, da oltre 9 mesi, sono chiusi alla cittadinanza. Porte chiuse, nonostante l’art. 3 della legge 56/87 ne ponga la responsabilità del funzionamento in primis in capo al Comune e poi alla Regione Puglia.

L’augurio che la UIL fa a tutti i lavoratori, le Lavoratrici e tutte le persone di questo Paese è quello di non smettere di credere che insieme, e presto, cambieremo questo triste stato di fatti. Dobbiamo continuare a lottare per una vera riforma Fiscale, delle Pensioni, dove questo governo è perfino riuscito a fare peggio della legge Fornero. Non dobbiamo smettere di credere ad una Scuola ed un’istruzione davvero all’altezza del Terzo Millennio e del cambiamento che vogliamo.

L’augurio a tutti voi è per un 2024 in cui si continui a lottare per una Sanità che resti pubblica e che metta al centro la Persona, senza discrimine alcuno in ragione della fascia di reddito e di chi le cure non può permettersele, perché se il bisogno resta sono le norme a dover essere cambiate. Come nel caso dei Pensionati e delle Pensionate, dopo aver lavorato per una vita e contribuito a mantenere in piedi questo Paese, non ci si può impoverire, come sempre più spesso avviene anche per far fronte ad una serie di cure rese necessarie.

Il nostro augurio a tutte e tutti voi è quello di restare uniti, perché solo così determineremo il varo delle politiche industriali necessarie a questo Paese, in special modo a Taranto e la sua Comunità, a partire dal settore della siderurgia. Non smettiamo di credere che solo insieme possiamo sconfiggere la piaga delle morti sul lavoro (tre al giorno), la piaga dei bassi salari ed i mancati rinnovi dei CCNL, tanto nel settore Pubblico che del Privato. E’ necessario nel corso del nuovo anno, continuare a lottare per il ridimensionamento autentico della precarietà, che si è dimostrata essere causa determinante della fuga dei giovani dal nostro Paese, al SUD, ed in special modo a Taranto.

Le risorse per tutto ciò ci sono, serve solo il coraggio. Dai 110 miliardi di evasione fiscale agli oltre 14 miliardi di extra tassa sugli extra profitti cancellati da questo governo, infine i 35 miliardi del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità). Quasi 160 miliardi al cospetto dei timidi 24 della legge di bilancio, peraltro 16 in deficit e 8 di taglio ai Ministeri.

Buon Anno, di vero cuore, per tutto ciò che da noi direttamente non dipende. Buon Anno anche per tutto ciò che invece da noi in parte dipende e, che ci spinge a restare insieme e lottare per un 2024 diverso e migliore.

                                                Buon 2024 a tutte e tutti voi ed alle vostre famiglie dalla UIL di Taranto.

Piano Sociale di Zona, Ambito Territoriale 6

CGIL CISL UIL denunciano: “A rischio i servizi essenziali dei più fragili”

Con un documento indirizzato all’Assessorato e al Dipartimento Welfare Regione Puglia i sindacati confederali ionici di CGIL, CISL e UIL espongono una preoccupante condizione programmatoria riguardante l’Ambito sociale e territoriale n.6 comprendente la Asl di Taranto e 11 comuni di seguito elencati: comune di Grottaglie (ente capofila), Carosino, Faggiano, Leporano, Monteiasi, Montemesola, Monteparano, Pulsano, Roccaforzata, San Giorgio Jonico, San Marzano di San Giuseppe.

Nonostante i continui solleciti effettuati dalle Organizzazioni Sindacali alle autorità competenti – affermano il segretario generale Giovanni D’Arcangelo (CGIL), il segretario generale Gianfranco Solazzo (CISL) e il coordinatore generale Pietro Pallini (UIL)-, la situazione riguardante il Piano Sociale di Zona triennalità 2022/2024 nell‘Ambito territoriale n.6 si è rivelata problematica. Solo il 13 dicembre scorso, dopo numerosi incontri infruttuosi, è emersa la definitiva volontà del tavolo istituzionale, al quale il sindaco di Grottaglie era presente e ne guidava il confronto, di non procedere alla compartecipazione economico/finanziaria (FCOM) come previsto dal V Piano Regionale delle Politiche sociali della Regione Puglia.

Dall’analisi degli atti amministrativi e dalle dichiarazioni degli amministratori locali, le parti sociali hanno notato l’assenza del dato economico relativo alla compartecipazione finanziaria, come previsto dal suddetto Piano Regionale. Tale mancanza avrà inevitabili ripercussioni sui servizi offerti alle comunità nel corso del 2024.

Il V Piano Regionale delle Politiche sociali 2022/22024 stabilisce chiaramente, nella parte II dedicata alla “Governance e strumenti per la costruzione del sistema” che la compartecipazione finanziaria dei comuni è vincolante e prioritaria per la programmazione finanziaria dell’Ambito. Queste risorse sono fondamentali per costruire il budget ordinario del Piano Sociale di Zona.

La decisione del tavolo istituzionale, guidato dal comune capofila di Grottaglie, di non rifondere economicamente in quota percentuale al predetto budget ordinario mette a rischio la continuità e la qualità dei servizi offerti alle persone fragili, creando una disparità rispetto alle disposizioni normative regionali e nazionali.

Da sottolineare è anche la mancata piena costituzione dell’Ufficio di Piano, necessario per la costruzione e la gestione triennale del Piano di Zona che insiste nel comune Capofila di Grottaglie. Questa mancanza, unita alla carenza di organico, ha determinato il mancato impiego di somme consistenti degli anni precedenti, pari a euro 974.305,34. Questo si traduce in servizi non erogati alle comunità, creando un vuoto che rischia di ampliarsi ulteriormente.

Le Organizzazioni Sindacali, dopo ripetuti tentativi di risoluzione, dichiarano l’indisponibilità all’approvazione del Piano di Zona in queste condizioni. Tale situazione avrà inevitabilmente un impatto negativo sulla qualità e sull’accessibilità dei servizi sociali per le comunità dell’ambito sociale n.6, rappresentando un pericoloso e inaccettabile precedente.

UILTRASPORTI | Ex TCT proroga IMA

“Una soluzione tampone, una proroga ‘ponte’, comunque un grande risultato perché ottenuto in condizioni di disponibilità finanziare del Governo praticamente pari a 0.

Un lavoro di squadra con il Presidente dell’ AdSP dello Ionio Sergio Prete sempre in prima linea con le OO.SS. in difesa dei lavoratori portuali che ha visto, questa volta, la partecipazione di tutti i Parlamentari eletti in terra ionica per l’ottenimento del risultato”.
Commenta così il segretario generale  Carmelo Sasso di UILTRASPORTI TARANTO a seguito della proroga di 5 mesi dell’IMA, la cassa integrazione dei portuali, inserita nel decreto Milleproroghe, per 330 lavoratori ex TCT.

“Un risultato che consegniamo – continua Sasso –   ai lavoratori e alle loro famiglie che hanno vissuto ancora, come già in passato, momenti di forte tensione e incertezza per il futuro ma che impone a tutte la parti in gioco un ulteriore salto di qualità nel proseguimento di questa lunga e difficile partita.

Un segnale importante, inequivocabile è rappresentato dall’assunzione di responsabilità sulla vicenda da parte del MIT che, su sollecitazione nostre oltre che dei Parlamentari e dell’ AdSP, ha sostanzialmente preso atto una volta ancora della bontà del “progetto” legato a questa misura di politica attiva del lavoro e delle sue finalità”.

“Come apprezzabile è stato lo sforzo compiuto – afferma il numero uno dei Trasporti –  nel reperimento da parte dello stesso Ministero delle risorse indispensabili alla sua prosecuzione di tale misura di legge e che si palesa nella distribuzione delle risorse individuate su diversi capitoli di spesa di competenza del MIT.

Ora tocca però passare senza indugi alla fase successiva, che fin ora non si è potuta sviluppare a causa della mancanza nel nostro porto della materia prima indispensabile alla risoluzione del problema, del nuovo lavoro.

“E questa opportunità è fornita – spiega UILTRASPORTI TARANTO –  dalle nuove iniziative imprenditoriali che si vanno realizzando in area portuale grazie alla ZES, ma per le quali toccherà inevitabilmente compiere un’opera di riqualificazione professionale dei lavoratori per poter incrociare positivamente domanda ed offerta.

Su questo tema torneremo subito alla carica con la Regione Puglia e con la Task Force regionale per l’occupazione al fine di mettere nell’immediato in campo tutte le azioni necessarie alla riqualificazione mirata di questi lavoratori rispetto ai fabbisogni professionali di questi nuovi investitori sia in termini quantitativi che qualitativi.

Così come continueremo il confronto definitivo con il terminalista SCCT, Yilport che dopo tre anni deve finalmente assumersi la responsabilità anche sociale oltre che d’impresa concessionaria di un bene demaniale di inestimabile valore quale il molo Polisettoriale di fare chiaramente comprendere al territorio quale sono le sue possibilità di sviluppo in termini di traffici e di occupazione.

E conclude: “Ai parlamentari che ci hanno supportato in questa fase, così come alla politica regionale e locale chiediamo di continuare a farlo con la stessa incisività e spirito collaborativo che ha portato al risultato odierno, per riuscire insieme a mettere a disposizione ed utilizzare tutti gli strumenti regionali legati alla formazione e al Programma GOL ,“Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori” che è un’azione di riforma introdotta dal PNRR per rilanciare l’occupazione in Italia attraverso le politiche attive del lavoro per questi lavoratori.

Ai nostri portuali ed alle loro famiglie diciamo infine di tenere ancora duro e stare uniti senza abbandonarsi allo sconforto e consegnarsi alla facile demagogia e al populismo che spesso su questa vicenda si insinuano.

Si sta facendo da anni un lavoro enorme per garantire loro di ricevere quell’offerta occupazionale che possa rimettere loro definitivamente in gioco nel mondo del lavoro portuale”.

UILTRASPORTI TARANTO: Chiarimenti sul “Bonus Carburante” e le complesse trattative sindacali

Il sindacato risponde alle voci sulla mancata erogazione del bonus carburante e svela le intricanti dinamiche delle trattative sindacali con Kyma Mobilità

In risposta agli articoli recentemente apparsi sulla stampa locale riguardo alla mancata erogazione del “Bonus carburante” ai dipendenti della municipalizzata dei trasporti tarantini, Kyma Mobilità, UILTRASPORTI TARANTO desidera chiarire la propria posizione attraverso un comunicato a firma di Schiano Lomoriello Antonio, segretario UILTRASPORTI TARANTO settore TPL, e di Carmelo Sasso, Segretario Generale UILTRASPORTI TARANTO.

“Vero è che il bonus carburante – scrivono i rappresentanti di UILTRASPORTI – è stato oggetto di più richieste da parte di Uiltrasporti, in condivisione con le altre Organizzazioni citate dalla stampa, ma nel dettaglio quattro sono state fin qui le richieste indirizzate all’Azienda di TPL del capoluogo Jonico ed al Socio Unico, il Comune di Taranto.

Questo avveniva, già quando la governance politica della Società era rappresentata da altri personaggi e laddove sembrava imminente l’erogazione dello stesso cosi come vera è anche la ‘particolarità’ di dover essere ‘obbligati’ a sottoscrivere in toto delle modifiche all’impianto del Premio di Risultato 2022/24 al fine di poter usufruire del bonus governativo in questione.

Vera è la richiesta inoltrata, sempre – continuano – con la collaborazione delle altre OO.SS., per addivenire a un accordo per l’indennizzo per l’uso promiscuo degli smartphone personali dei dipendenti, nonché di una indennità di reperibilità.

Ciò invece che non corrisponde assolutamente al vero, – scrivono Sasso e Schiano – rispetto a quanto si legge, è la ragione che ha fatto desistere la Uiltrasporti dal sottoscrivere le modifiche all’accordo, “conditio sine qua non”, per l’erogazione del bonus carburante.
In aggiunta ai dubbi riguardanti l’indennità per utilizzo dello smartphone nelle sue tre opzioni, considerata irrisoria ed elusiva di qualsivoglia indennità di reperibilità per il personale, tematica peraltro superabile per la Uiltrasporti, vi sono ben altre criticità.

Le modifiche all’impianto del PdR 2022/24 includevano – spiegano da UILTRASPORTI – un impegno per applicare delle limitazioni all’utilizzo dei congedi ex legge 104/1992 del personale.
Il testo di modifica, inoltre, sebbene da un lato proponeva delle migliorie per ogni settore, per l’area Esercizio poneva degli obiettivi da dover raggiungere al fine di poter confermare gli incrementi al premio stesso.
Tali obiettivi, che riguardano la riduzione della scopertura del servizio specie sui turni serali di sabato, domenica, prefestivi e festivi e che rappresentano una tematica particolarmente cara anche al sindacato, sono apparsi irrealizzabili e le proposte un semplice specchietto per le allodole”.

E concludono: “Questo anche perché ad oggi non ci sono stati forniti i dati cui far riferimento per valutare possibili raggiungimenti di obiettivi, né ci sono chiari numeri e tempi di attuazione dell’adeguato turnover del personale ormai in quiescenza, divenuto inidoneo.
Queste sono le ragioni di merito per cui la Uiltrasporti non ha inteso, ad oggi, sottoscrivere le modifiche al PdR, rimarcando che sia necessario addivenire ad accordi settoriali, nonché stralciare la tematica “bonus carburante” dall’accordo del Premio, laddove vi sia la volontà di erogarlo per tempo.Tutto il resto è solo inutile bagarre politica a dire il vero ormai stucchevole e più che fuori luogo dopo aver cambiato tre CDA in 12 mesi”.

Aperture natalizie dei musei: CGIL e UIL contestano la gestione del Ministero della Cultura

“Il 25 Dicembre, giorno ufficiale di chiusura di tutti gli istituti della cultura italiani, le porte di molti musei e parchi archeologici nazionali, e non solo, sono state aperte per accogliere cittadini e turisti. Ma a quale prezzo e con quali risultati?”

Lo dichiarano in un comunicato congiunto la UilPa Beni Culturali Taranto e la CGIL sede territoriale del MArTa.

“Dopo l’annuncio del ministro Sangiuliano, la contrattazione sindacale per organizzare le aperture si è tenuta solo il 19 dicembre, 6 giorni prima di Natale, con ovvi disagi per il personale di accoglienza e vigilanza che, sebbene su base volontaria, è stato chiamato a rispondere all’appello per garantire l’iniziativa.Sul tavolo 136.000€ da dividere tra i singoli istituti.

Molti di questi hanno rifiutato la proposta del Ministro, preferendo passare il Natale in famiglia e con i propri cari e ricevendo il sostegno dalle sigle sindacali CGIL e UIL, uniche non firmatarie dell’accordo di Intesa per l’apertura straordinaria.

Tanti rifiuti che hanno costretto molti musei a restare chiusi e alcune amministrazioni a cercare altrove lavoratori e lavoratrici per garantire l’iniziativa, rivolgendosi sia a cooperative esterne, sia estendendo la proposta al personale interno amministrativo, quest’ultimo, ovviamente, non competente per il servizio di accoglienza e vigilanza e dunque non pronto a offrire un servizio di qualità.

L’apertura dei musei natalizia ha quindi comportato uno sforzo economico da parte del Ministero e tanto sacrificio per molti lavoratori, specie quelli esternalizzati che, a differenza dei dipendenti ministeriali, non hanno avuto alcuna possibilità di scelta né un’indennità paragonabile a quella dei propri colleghi del MiC.

Ma con quali risultati? Se guardiamo alla Puglia, al Museo Archeologico di Taranto, aperto dalle 10.00 alle 14.00, sono stati registrati solo 3 ingressi, al Castello Svevo di Bari, invece, appena una decina. A livello Nazionale c’è il dato, abbastanza esplicativo, della Pinacoteca di Bologna: 1 ingresso. Chiediamo al ministero della Cultura e al ministro Sangiuliano di rendere pubblici i dati dell’affluenza della giornata di Natale per poter comprendere se questa iniziativa, a fronte di tempi organizzativi strettissimi, di investimenti di soldi pubblici e di un compenso economico dignitoso solo per i dipendenti ministeriali, abbia avuto un esito positivo o sia stata, come sembra, un flop.

Lo chiediamo perché si possa evitare il ripetersi di un’iniziativa di questo tipo nei prossimi anni, miope, poco ragionata e dannosa per il settore culturale, ancora una volta sottomesso alle logiche del profitto e della propaganda anche nei giorni di festa nonostante le difficoltà che lo attanagliano tutto l’anno”

Buon Natele e Buon Anno da tutti noi

VERTENZA CONTACT CENTER MERCATO TUTELATO – INCONTRO TASK FORCE REGIONALE

Si è tenuto in data odierna l’incontro convocato dal Comitato SEPAC della regione Puglia, richiesto
dalle OO.SS., sul tema della liberalizzazione dei servizi di energia del mercato tutelato e soprattutto
sulle relative ricadute occupazionali.

L’incontro ha visto la partecipazione, delle aziende Network Contacts, Covisian e System House, alle
cui dipendenze sono attualmente i lavoratori occupati nelle commesse del Servizio Elettrico
Nazionale e che rischiano di perdere il loro posto di lavoro a causa della soppressione della norma
prevista nell’articolo 36 ter del decreto lavoro.
Le parti, congiuntamente, hanno espresso al comitato la loro forte preoccupazione ma al contempo

hanno richiesto di far valere la loro pressione presso il governo al fine di trovare una soluzione
strutturale che permetta di garantire la continuità lavorativa. I sindacati hanno in particolare posto
l’accento sulla professionalità acquisita da questi lavoratori, vera ricchezza e fonte di merito che
rischia di disperdersi. Le organizzazioni hanno richiesto inoltre il coinvolgimento del committente
unico del mercato tutelato, ossia Enel, in modo che si assuma le responsabilità e prenda i necessari
impegni per assicurare in questa fase transitoria che i volumi residui dei cosiddetti clienti vulnerabili
vengano gestiti dai lavoratori in questione.

Il presidente del comitato Leo Caroli, ha acquisito le dichiarazioni delle parti ed ha informato le
stesse che, in questa fase di cambiamento le ricadute negative non possono scaricarsi sui lavoratori
e sulle aziende e che occorre gestire il processo modulando le scelte in maniera tale da permettere ai
soggetti in capo di individuare soluzioni garantiste e nn traumatiche.
Evidenzia peraltro quanto rimarcato dalle Parti al tavolo e cioè che è auspicabile che il committente
ENEL svolga un ruolo di raccordo, atteso che molte delle attività che escono dal mercato tutelato di
fatto rientrano nell’ambito del mercato libero.

Le parti si sono aggiornate ad un prossimo incontro da tenersi entro il 20 gennaio per valutare
l’evoluzione della vertenza ed assumere le iniziative conseguenti.
Bari, 19 dicembre 2023


Le Segreterie Territoriali di Taranto e Bari
SLC CGIL FISTEL CISL UILCOM UIL

“Lavorare per le pari opportunità non è retorica, ma impegno concreto”

“Lavorare per le pari opportunità non è retorica, ma impegno concreto. La UIL Taranto, avanti nel terzo millennio, combatte per un futuro equo e trasparente. Famiglie, donne, e il nostro impegno sono la vera forza”

Intervento di Doriana Caleandro, Coordinatrice Pari Opportunità della UIL di Taranto, al Consiglio Territoriale della UILM TARANTO:

Nell’ambito del Consiglio Territoriale della UILM TARANTO, Doriana Caleandro, Coordinatrice Pari Opportunità della UIL, ha affrontato con determinazione e passione le tematiche cruciali legate alla parità di genere e alla lotta contro la violenza, ribadendo l’importanza del suo impegno e quello della UIL nel promuovere un ambiente di lavoro equo e sicuro.

La Caleandro ha risposto alle critiche rivolte al suo impegno, sottolineando quanto sia fondamentale continuare il lavoro in favore delle pari opportunità. La presenza attiva della UIL e del coordinamento delle pari opportunità ha portato a risultati concreti, come la partecipazione alla contrattazione collettiva nazionale e di secondo livello, dimostrando che il tema non è più solo retorica o ideologia.

La UIL di Taranto, in linea con la propria missione, si impegna attivamente nella creazione di una cultura aziendale favorevole alle pari opportunità. Attraverso assemblee informative e formative, il sindacato cerca di sensibilizzare e informare sulle questioni di genere, promuovendo collaborazioni con le parti sociali del territorio, inclusi centri antiviolenza e la polizia di stato, che ha sempre offerto il suo prezioso sostegno.

Il Premio Fiducia, realizzato in collaborazione con l’associazione dei consumatori di Taranto ADOC, è stato consegnato al Questore di Taranto, Massimo Gambino. Questo premio rappresenta un riconoscimento significativo per l’impegno nella promozione della fiducia e della sicurezza nella comunità.

Prossimo appuntamento di rilevanza nazionale sarà l’incontro della commissione nazionale delle pari opportunità, fissato per l’11 gennaio 2024 presso il dipartimento di economia dell’Università Roma Tre. Durante l’evento, si discuterà della direttiva UE 2023 sulla disparità salariale di genere e sulla trasparenza salariale, con un particolare focus sul calcolo del GAP salariale fino all’età pensionistica.

Doriana Caleandro ha sottolineato che dietro ai numeri relativi al GAP salariale ci sono storie personali, famiglie e donne che meritano una parità effettiva. In tal senso, la UIL di Taranto annuncia con orgoglio l’apertura dello sportello Mobbing  e Stalking. Tutti gli iscritti, indipendentemente dalla categoria di appartenenza, avranno la possibilità di rivolgersi direttamente alle competenze presenti nello sportello, composto da una psicologa e un avvocato, oltre alla coordinatrice mobbing e stalking della UIL.

La UIL di Taranto conclude il comunicato sottolineando il proprio impegno a dire “basta alla retorica”, a essere all’avanguardia e a partecipare attivamente alle discussioni e ai tavoli di trattative del terzo millennio. Il sindacato si presenta come un’unità coesa e determinata a perseguire obiettivi di parità e giustizia sociale.

Taranto sprofonda nell’indifferenza politica: l’appello accorato del coordinatore UIL TARANTO Pallini per fronteggiare la crisi industriale e sociale

Il coordinatore della UIL di Taranto Pietro Pallini è intervenuto durante il Consiglio Territoriale di fine anno della UILM TARANTO. Presenti il segretario Nazionale dei Metalmeccanici Rocco Palombella, il segretario generale di Taranto UILM Davide Sperti, il segretario UIL Puglia Gianni Ricci, il segretario regionale UILM Alfio Zaurito, e ad omaggiare i lavori il coordinatore UIL Brindisi Fabrizio Caliolo, i segretari confederali UIL Puglia Andrea Toma e Stefano Frontini oltre i segretari generali UIL Trasporti Carmelo Sasso, UIL FPL Giovanni Maldarizzi e la coordinatrice delle Pari Opportunità UIL Doriana Caleandro.

Un intervento che Pallini ha fatto accoratamente toccando le vertenze del territorio ionico che sono troppe e numerose.

La questione di AdI (Acciaierie d’Italia) è stata definita come una truffa alla comunità dettata da una falsa promessa: “chi parlava di chiusura dell’ex Ilva e la ricollocazione dei lavoratori ha ingannato la comunità”.

In 11 anni di vertenza siderurgica sono state consegnate alla città solo macerie, licenziamenti e cassa integrazione. Una vertenza, quella industriale, che vede franare pezzo dopo pezzo la manifattura a Taranto e che in assenza di scelte immediate, creerà desertificazione, povertà economica e sociale. Vertenza che fa il paio con la problematica dei lavoratori della tessitura di Mottola Albini, ex Cementir ed ex TCT. Un esercito di “ex” nel perfetto immobilismo della classe politica che in ambito locale sta mostrando ciò che è di più lontano dalla politica.

Tutto ciò mentre il tasso di occupazione a Taranto arretra al 38.3 % rispetto al 42.6 della Puglia e al 52.2 del resto d’Italia. Le ore processate di cassa integrazione straordinaria a Taranto sono il 58.6% del totale della Puglia e quelle di cassa integrazione ordinaria ben il 34%. Un dato più che allarmante.  Dati che descrivono una città che non affonda più ma che sprofonda. È il tempo di parlare e soprattutto fare per le Persone, perché anche i temi della Sanità pugliese e tarantina, dove oramai le cure sono solo per pochi privilegiati, segnano un primato da maglia nera.

I diritti sacrosanti e costituzionali come lavoro e salute, grazie a questo modo di governare, ancora fanno a pugni.

A Taranto si contano 2500 decessi annui circa a fronte di appena 1300 nati. 1 giovane su 2 lascia il sud per costruirsi un futuro e di questo passo circa 1200 scuole chiuderanno in meno di 5 anni. 

Una comunità, quella tarantina, che se non fermassimo questo “guasto sociale” è destinata inevitabilmente a estinguersi, in povertà e con tutta una serie di servizi che tenderanno  via via a scomparire.

“Rassegnazione e immobilismo – ha detto Pallini- non fanno parte della UIL. Così come fatto nelle innumerevoli mobilitazioni, e a Bari eravamo 10.000 in piazza l’1 dicembre, continueremo a sbugiardare chi fa vane promesse ai lavoratori e alle persone, perché noi fondiamo su ciò che è giusto, non sulle ideologie e sui proclami di quella che oggi si spaccia per politica. 

“Chi davanti a questi dettagli, ma che dettagli non sono, indisturbato conia il 17esimo condono fiscale, giungendo perfino a precettare i lavoratori limitandone le libertà. Questo é potere non politica. Le persone e i lavoratori sono impoveriti, stanchi, e disillusi e quando scioperano lo fanno tassandosi le retribuzioni per cambiare le sorti di questo Paese e della comunità tarantina”. 

E conclude: “Noi sentiamo forte la responsabilità e il dovere di cambiare questo triste stato di fatti, perché non ce  lo chiede una ristretta porzione di ‘elettori’, ma le centinaia di migliaia  di persone che tutti i giorni con il loro sacrificio, ancora tengono in piedi questo Paese”. 

Passaggio al mercato libero, critico il sindacato UILCOM di Puglia e Taranto


Il passaggio al mercato libero dell’energia potrebbe rappresentare una minaccia imminente per i lavoratori dei call center energetici, mettendo a repentaglio oltre 1500 posti di lavoro in tutto il territorio nazionale.

La UILCOM di Taranto avverte che questo potrebbe essere solo il primo segnale di una potenziale ondata di esuberi nel settore.

Il Segretario UILCOM Puglia, Alfredo Neglia, esprime preoccupazione per il futuro occupazionale dei lavoratori dei call center energetici: “Da tempo il sindacato discute con il governo del passaggio al mercato tutelato e degli effetti sull’occupazione”, afferma Neglia. “La UILCOM, con il segretario nazionale Pierpaolo Mischi, aveva richiesto una clausola di salvaguardia che mettesse al riparo i lavoratori dal cambiamento del mercato, specialmente considerando che operano in aziende che gestiscono in subappalto i servizi di call center di grandi gruppi come Enel o Acea, detentori della maggior quota del mercato tutelato”.

La UILCOM aveva precedentemente proposto l’applicazione della clausola di salvaguardia per evitare il superamento dell’articolo 36 ter previsto dalla L.85 del 3 luglio 2023, norma che garantisce il trasferimento dei lavoratori in caso di subentro di una nuova azienda nell’appalto. Patrizia D’Arcangelo, coordinamento UILCOM Taranto, sottolinea che questa normativa rappresenta “una clausola di civiltà” che tutela i lavoratori del settore energetico e garantisce la continuità lavorativa durante la transizione al mercato libero.

Di fronte a questa situazione critica, la UILCOM annuncia iniziative di mobilitazione a partire da lunedì.
Sono previsti scioperi nelle sedi dei call center energetici del mercato tutelato, manifestazioni, presidi, invio di lettere alle prefetture e sensibilizzazione delle istituzioni locali sul tema. A livello nazionale, sarà richiesto un incontro con i Ministeri competenti per affrontare la questione e cercare soluzioni immediate.

Il sindacato invita tutti i lavoratori, le istituzioni e la cittadinanza a sostenere la causa per preservare i posti di lavoro e garantire una transizione equa verso il mercato libero, tutelando la sicurezza economica dei dipendenti coinvolti. La UILCOM rimane in attesa di un riscontro positivo dalle autorità competenti per salvaguardare l’occupazione nel settore dei call center energetici.