UIL TARANTO, ex Ilva: “Stabilimento già chiuso, governo inerme condanna lavoratori e città”

La UIL denuncia la paralisi produttiva con altoforno a 4.000 tonnellate al giorno, sciopero di 24 ore e rottura totale con un governo che abbandona il futuro industriale di Taranto

 

Taranto, 20 novembre 2025 – Il coordinatore della UIL Taranto, Gennaro Oliva, interviene con fermezza sulla situazione dello stabilimento ex Ilva di Taranto, dove stamane si è svolta una mobilitazione con assemblee e la proclamazione di uno sciopero di 24 ore.

“La reazione dei lavoratori non poteva essere più chiara. Stamattina si sono tenute assemblee sia all’interno dello stabilimento che negli appalti, seguite da una manifestazione interna con l’uscita dei lavoratori dalla fabbrica. Come già ribadito in questi giorni, il piano del governo è un vero piano di morte, che ci porta inevitabilmente alla chiusura totale dello stabilimento a marzo prossimo. Ma la realtà è che lo stabilimento è in condizioni di fermo produttivo da tempo ormai,” afferma Oliva.

“I numeri parlano chiaro: la produzione attuale dell’altoforno numero 4 è circa 4.000 tonnellate di ghisa al giorno, con un solo altoforno funzionante e con rilevanti problemi strutturali e di manutenzione straordinaria necessari. In passato, con tutti gli impianti attivi, si arrivava a 24-25 mila tonnellate di ghisa e fino a 90-100 colate al giorno. Oggi la situazione è drammaticamente ridotta a un solo impianto con colata continua che produce appena 15 colate al giorno, su tre turni. Lo stabilimento è praticamente fermo,” continua Oliva.

“Come UIL e UILM a queste condizioni ribadiamo con forza la rottura totale con il governo. Le decisioni annunciate, con 6.000 lavoratori posti in cassa integrazione e l’assenza di un piano industriale serio, sono un vero abbandono dei lavoratori, delle comunità e dell’intera filiera produttiva del territorio. La proposta di formazione per i lavoratori è solo un tentativo vuoto per mascherare quella che è una chiusura programmata. Le istituzioni e il governo hanno dimostrato una totale inerzia, e si tratta di un fallimento politico e industriale che condanna migliaia di famiglie e l’intero tessuto sociale.”

Oliva conclude: “Serve un intervento immediato e drastico con la nazionalizzazione e investimenti seri per garantire un futuro green e sostenibile allo stabilimento. Non ci sono più alibi: o si interviene subito con un piano industriale serio per l’acciaio verde, o quello stabilimento chiuderà definitivamente, portando alla desertificazione produttiva di Taranto e mettendo a rischio il futuro di molti.”

La UIL Taranto è al fianco dei lavoratori in questa battaglia e proseguirà nella mobilitazione per difendere i posti di lavoro e il futuro industriale della città.