Il delicatissimo tema dell’Autonomia differenziata (Ddl n. 615 – Calderoli), con la prima
approvazione da parte del Senato, potrebbe, tra meno di un mese diventare legge dello
Stato. Con ciò le Regioni potranno avocare a sé una, più o tutte le 23 materie tra cui settori
vitali come la scuola, sanità e trasporti con i pesantissimi riflessi di una riduzione dei diritti
civili e sociali al SUD.
Regioni più ricche, quali Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, potranno reclamare
maggiori entrate fiscali in ragione di maggiori servizi che già erogano rispetto alle Regioni
del SUD. Oltremodo, non avendo il Governo intavolato discussione concreta sulla
definizione dei LEP (Livelli Essenziali di Prestazione), che resta al momento indefinita, a
parte la promessa futura del loro finanziamento attraverso un Ddl ad hoc (Art. 3 Ddl n. 615),
la verità è che dopo l’autonomia differenziata lo Stato avrà sempre maggiori difficoltà a
reperire risorse per colmare i divari tra regioni.
Le Regioni del Nord, da una prima stima, tratterranno IRPEF e IVA per ben 9 Mld.
Se si pensa che l’ultima legge di bilancio ha previsto una dote economica di appena 24
milioni di euro (in deficit per 16 Mln), con tagli in tutti i settori, è evidente lo spettro di una
perfetta catastrofe del Mezzogiorno.
Va da sé, sebbene l’Art. 117 della Costituzione sia il baluardo per garantire a tutti
eguali diritti ed eguali opportunità, che l’assurda decisione di una legge senza una
preventiva discussione in Parlamento (Art. 138 della Costituzione), rischia di consacrare
quella che si rivelerà la vera e propria secessione dei ricchi, in cui l’Art. 117 della nostra
costituzione poco o nulla potrà più garantire.
Il giudizio della UIL su tutto ciò resta fortemente negativo, tanto per gli evidenti
profili di incostituzionalità della norma, quanto per il rischio più che concreto della futura
contrazione dei diritti di ognuno che metterà a rischio i principi di equità, solidarietà e di
giustizia sociale ed economica, in difesa dei quali la nostra organizzazione è da sempre in
prima linea.
Per tutte queste ragioni la UIL assume la decisione di mobilitarsi.
Lo faremo attraverso una manifestazione che avrà luogo Venerdì 9 febbraio p.v.
in Bari – Via Sparano (incrocio con Via Principe Amedeo) a partire dalle ore 17:00.