Ex Tct tra Dragaggio e “Vasca”: “Il Futuro dei lavoratori è a rischio, serve un vertice urgente”

Carmelo Sasso (UIL Trasporti Taranto): “È giunto il momento che Governo e istituzioni decidano sul futuro del porto. La transizione non può più essere rimandata”


Dopo la pausa estiva, i sindacati del settore trasporti di Cgil, Cisl e Uil hanno ripreso con forza l’attenzione sui nodi cruciali legati al porto di Taranto. In particolare, il dragaggio dei fondali del molo polisettoriale, dove si trova il terminal container di Yilport, e la situazione della vasca di colmata, risultano essere al centro delle preoccupazioni.

La questione è complessa: senza una vasca di colmata funzionante, dove riversare i 2,3 milioni di metri cubi di materiali dragati, il dragaggio non può iniziare. E senza un dragaggio adeguato, il terminal non potrà ospitare navi container di grandi dimensioni, compromettendo la ripresa dei traffici e il futuro stesso del porto.

In una lettera inviata ai vertici dell’Autorità Portuale e agli enti regionali e nazionali, i segretari sindacali, tra cui Carmelo Sasso della UIL Trasporti Taranto, hanno richiesto con urgenza un incontro con le istituzioni e i parlamentari. Al centro dell’incontro, la questione dell’Agenzia per la somministrazione del lavoro in porto, la cui copertura finanziaria è garantita solo fino alla fine dell’anno, e il futuro dei 325 lavoratori ex Evergreen, attualmente in attesa di ricollocazione.

“È giunto il momento che il Governo e le istituzioni territoriali decidano circa il futuro del porto e su come gestire la transizione,” ha dichiarato Carmelo Sasso. “Lo stop ai dragaggi e la necessità di risorse ingenti, oltre ai tempi lunghi per l’approfondimento dei fondali, impongono una profonda riflessione su cosa realmente serve per lo sviluppo dei traffici e del lavoro in porto. Questa scelta non può più essere elusa, né rimandata.”

Sasso ha sottolineato che è necessario affrontare subito la questione dell’allungamento dei tempi per la ricollocazione dei lavoratori dell’Agenzia, il cui contratto scade il 31 dicembre 2024. “La transizione va gestita con responsabilità, per evitare che i lavoratori rimangano senza prospettive concrete,” ha aggiunto.

Anche Francesco Zotti della Cgil ha ribadito l’urgenza di aprire un tavolo di confronto: “A fine dicembre terminano gli ammortizzatori sociali, e la situazione della vasca non ci aiuta. Le aziende che intendevano insediarsi nel porto potrebbero essere frenate da questi problemi, e Yilport potrebbe non mantenere le promesse di assunzione fatte all’inizio del 2024.”

I sindacati chiedono un intervento immediato da parte delle istituzioni per sbloccare una situazione che, se non affrontata, potrebbe avere gravi ripercussioni sull’occupazione e sul futuro del porto di Taranto.