CRISI TARANTO: I sindacati scrivono alle istituzioni

Squilla come una sveglia la lettera che CGIL, CISL e UIL Taranto suonano all’indirizzo di Sindaco e Presidente della Provincia di Taranto, Piero Bitetti e Gianfranco Palmisano.

In una lettera inviata questa mattina ai due rappresentanti istituzionali territoriali, il segretario generale della CGIL Taranto Giovanni D’Arcangelo, il segretario generale della CISL Taranto Brindisi Luigi Spinzi e il coordinatore territoriale della UIL Taranto Gennaro Oliva, caricano la molla delle emergenze e proprio per questo chiedono che si torni a discutere seriamente di azioni concrete per rispondere alla crisi.

Congiuntura che su Taranto ha molti indicatori di gravità.

I dati ci dicono che la disoccupazione sul nostro territorio è al 13,5% contro il 7,7% della media nazionale (dati ISTAT riportati nel rendiconto sociale INPS 2023), un tasso di inattività al 49,8% mentre la media nazionale è al 33,3%. – dicono i rappresentati di CGIL, CISL e UIL –  I giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, i cosiddetti NEET, sono al 33,4%, e la media nazionale è al 24,1%. La fase di transizione industriale che dovrebbe avviarsi in un prossimo futuro, per nulla lontano, potrebbe aggravare una condizione già di per sé difficile”.

Accanto alla fotografia del presente si stenta ancora a delineare l’ipotesi di futuro e i sindacati non nascondono la loro preoccupazione.

La parola che meglio identifica questa fase è “immobilismo”.

La mole degli investimenti pubblici sul territorio come il CIS, il JTF e il PNRR e i fondi di coesione sociale, deve essere rivolta alla gestione di queste problematiche, oggi solo oggetto di annunci di prospettive che rischiano di essere mancate” – dicono D’Arcangelo, Spinzi e Oliva.

Investimenti pubblici e interventi privati che dovrebbero accompagnare territori come Taranto nel loro cammino “green” di graduale abbandono del carbone, ma anche di rinascita di settori manifatturieri di utilità e strategicità che potrebbero incidere notevolmente in questo cambio di rotta.

CGIL, CISL e UIL chiedono la convocazione di un incontro urgente in sede istituzionale al fine di pooter avviare un percorso virtuoso e partecipato sullo stato dell’arte degli investimenti previsti e sulle ricadute occupazionali.