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Porto di Taranto, nasce la nuova Agenzia «Così lavoratori più tutelati»

Inizialmente opererà affiancandosi alla Taranto Port Workers Agency fino al 2024 Sasso (Uiltrasporti) chiarisce: «Questa non è affatto una misura assistenziale»

La nuova Agenzia del lavoro del porto di Taranto tutelerà i lavoratori ancora disoccupati e fornirà personale alle imprese che hanno scelto di insediarsi nelle aree portuali.
Dopo Progetto Internazionale 39 (servizi alle merci con l’intermodalità), cui è stata assegnata la piattaforma logistica, e Cantieri di Puglia (costruzione e refitting di yacht medio-grandi), cui è andata l’ex Soico, ora sono in corsa per altre aree Termocentro (stoccaggio e logistica di prodotti per acquedotti e fognature), Gracocem (stoccaggio di cemento Portland) e Unaitalia Solar Batterie (pannelli fotovoltaici). A queste, si aggiungono altre imprese in lizza.


«Non è una misura assistenziale. La nuova Agenzia del lavoro pubblico-privata, partecipata dall’Authority in maggioranza e dagli operatori, somministrerà manodopera temporanea e utilizzerà i lavoratori della Taranto Port Workers Agency». Carmelo Sasso, segretario Uil Trasporti, a Quotidiano spiega il lavoro in campo. Taranto Port Workers è l’Agenzia esistente. È stata creata a giugno 2017 e deriva da una legge di febbraio 2017 che ha previsto a livello nazionale Agenzie per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale. Destinatari, i lavoratori in esubero delle imprese addette alla movimentazione dei container che, alla data del 27 luglio 2016, erano coperti da ammortizzatori sociali. Taranto Port Workers ha così preso in carico il personale ex Taranto Container Terminal rimasto disoccupato dopo l’abbandono (nel 2015) della compagnia Evergreen e la messa in liquidazione della società concessionaria, cioè Tct. Taranto Port Workers a fine marzo aveva ancora in carico 353 ex Tct. Rispetto all’iniziale platea di 560 unità, c’è stata una riduzione di 200 perché il nuovo terminalista Yilport, attraverso la società San Cataldo Container Terminal, ha effettuato circa 120 assunzioni e ne ha programmate altre 20, mentre gli altri hanno cambiato lavoro oppure sono stati ricollocati in imprese del porto.


Quando la nuova Agenzia sarà operativa, coesisterà con la Taranto Port Workers e si farà carico anche dei 6 addetti della Nuova Neptunia. Quest’ultima è già fornitrice di manodopera e nei giorni scorsi ha ottenuto un’ulteriore proroga rispetto a quella in scadenza (da aprile 2021 ad aprile 2023). In base alla legge 84/94 sulle Authority, non è però possibile che in un porto ci siano due soggetti che forniscono personale. Allo stesso tempo, non era nemmeno possibile trasformare la Taranto Port Workers. «Non si poteva – spiega Sasso – perché il numero dei lavoratori che ha in carico è elevato in quanto il terminal gestito da Yilport, avendo avuto uno sviluppo più lento del previsto, ha assorbito meno addetti. Con 353 persone, il ministero delle Infrastrutture e trasporti non avrebbe quindi garantito direttamente l’indennità di mancato avviamento. Sarebbe stato un numero di operatori assolutamente sproporzionato rispetto alle esigenze del porto».


E allora si è scelta un’altra strada. Un’Agenzia con l’Authority capofila e gli operatori portuali come soci e con “numeri proporzionati alle esigenze”. «La nuova Agenzia – afferma Sasso – il primo anno avrà 10 lavoratori, il secondo 25 e il terzo 45. Arriveranno tutti da Tpwa. Questa è la scansione occupazionale prevista. Quindi, facendo un esempio, se il primo anno un’azienda nel porto ha bisogno di 20 lavoratori in somministrazione, i primi 10 verranno dalla nuova Agenzia e gli altri dalla Taranto Port Workers».
«Tenere temporaneamente in piedi la Taranto Port Workers non serve solo a garantire un reddito ai lavoratori ma soprattutto a mantenere, rendendola esigibile, la clausola sociale che deriva dalla legge 84/94 – prosegue il sindacalista -. Altrimenti, le imprese che si insedieranno nel porto non avrebbero più l’obbligo di assumere dall’attuale bacino di manodopera. L’Agenzia non serve, come è stato detto, a dare la cassa integrazione ai lavoratori – sottolinea Sasso -. Serve a proteggerli con l’unica, vera clausola sociale che esiste in Italia. Vedi la vicenda dell’accordo ex Ilva, dove c’è una clausola sulla rioccupazione del personale in Acciaierie d’Italia ma non viene rispettata. I portuali hanno invece una clausola sociale che stabilisce che le imprese che si insediano nel porto, e se ne stanno insediando più di dieci, devono prioritariamente assumere dalla manodopera disponibile».


Secondo Sasso, «stando al fabbisogno annunciato dalle imprese, il bacino dei 353 si prosciugherà. Alla fine, i lavoratori che residueranno saranno pochi, rimarranno comunque inseriti e serviranno al pool di manodopera necessario in seguito, quando unificheremo le due Agenzie. Le due Agenzie hanno una stessa finalità: il futuro occupazionale dei lavoratori – prosegue il segretario Uil Trasporti -. La nuova, in particolare, dovrà dare al porto manodopera flessibile, adeguata alle esigenze del terminalista e delle altre imprese. Dobbiamo perciò istituire la nuova Agenzia perché serve alla buona operatività del porto e, al contempo, prorogare i termini della Taranto Port Workers di almeno un anno per allungare i termini della clausola sociale. Così saremo allineati con i piani delle imprese e con la messa a terra dei loro investimenti. Abbiamo consultato quasi tutti gli operatori del porto, più della metà si sono dichiarati disponibili alla nuova Agenzia, ma una riunione definitiva non l’abbiamo fatta ancora. Dovrebbe forse tenersi la prossima settimana».
L’attuale Agenzia durerà sino a giugno 2024, vale a dire sino a 6 anni dalla sua istituzione. La copertura finanziaria è invece sino a fine anno. Si punta a prorogare la Taranto Port Workers di un altro anno nel presupposto che, con lo strumento normativo in piedi, arriveranno poi anche i fondi. Con l’Agenzia, l’indennità di mancato avviamento, che equivale alla cassa integrazione ed è gestita come procedura dall’Inps, è stata corrisposta per i primi quattro anni dalle risorse del Fondo coesione territoriale mentre dal 2021 attinge dal Fondo sociale per occupazione e formazione.

Quotidiano di Puglia

Somministrati Tempor arrivano le mensilità non erogate di febbraio e marzo 2023


Stasi-Sasso: “Oggi saniamo una situazione incresciosa per questi lavoratori ma dobbiamo assicurare agli stessi una continuità lavorativa”

Si è svolto nella giornata di mercoledì 19 aprile presso la Prefettura di Taranto, con il Viceprefetto aggiunto la dottoressa Rosa Anna Giulitto, un incontro con la Tempor Spa (agenzia di lavoro in somministrazione) , Kyma Ambiente AMIU, rappresentata dal presidente Giampiero Mancarelli, il Comune di Taranto, con l’assessore Francesca Viggiano e il dottor Carmine Pisano, e i rappresentanti sindacali della UIL: Antonio Stasi, segretario regionale della UIL Temp, e Carmelo Sasso, segretario generale UIL Trasporti Taranto.

L’incontro ha avuto come oggetto la mancata retribuzione della Tempor Spa di una parte dello stipendio di febbraio 2023 ai lavoratori somministrati per la municipalizzata dei rifiuti (di cui una parte di questo era stato già anticipato dalla stessa Kyma Ambiente) e l’intero stipendio non ancora erogato agli stessi di marzo 2023. Ritardi accumulati a causa dei mancati pagamenti di fatture da parte di Kyma Ambiente a Tempor Spa.
L’occasione ha anche permesso di discutere del futuro di 88 lavoratori somministrati per i quali il contratto lavorativo è in via di scadenza proprio alla fine del mese di aprile 2023.

«Oggi registriamo un incontro – affermano Carmelo Sasso e Antonio Stasi – che ha avuto un esito positivo per i lavoratori utilizzati da Kyma Ambiente per la raccolta dei rifiuti urbani. Lavoratori della Tempor che sono stati preziosi soprattutto durante l’emergenza Covid-19».

E ancora: «Una parte delle problematiche sollevate da noi sembrano essere in fase risolutiva dopo un pressing della UIL durato per mesi. Azione questa resasi necessaria per assicurare a queste famiglie sicurezza lavorativa e dignità. Adesso parte della mensilità di marzo 2023, 1.000 euro, verrà corrisposta dalla Tempor entro il 21 aprile 2023 e il saldo della mensilità di febbraio 2023 entro il 27 aprile».

«Adesso l’attenzione non cala – affermano i segretari della UIL – su questi somministrati. Perché c’è ancora in ballo l’erogazione del TFR per una trentina di lavoratori della Tempor che hanno smesso di lavorare a fine gennaio 2023. Per questo aspetto auspichiamo che le somme vengano versate entro il mese di maggio». 

Altro nodo spinoso resta il futuro lavorativo degli 88 somministrati a cui a fine aprile 2023 scadrà il contratto lavorativo: «Per queste famiglie, con la Tempor e Kyma Ambiente, stiamo trovando una soluzione lavorativa in continuità nel rispetto delle regole».