A Roma la voce del lavoro: la UIL Taranto alla manifestazione nazionale del 29 novembre

ROMA 29 novembre 2025 – La manifestazione nazionale della UIL al Teatro Brancaccio di Roma ha rappresentato un momento di grande partecipazione e di forte tensione civile. Delegazioni provenienti da ogni parte d’Italia hanno riempito un teatro colmo già dalle prime ore della mattina, portando sul palco esperienze, problemi e speranze di un mondo del lavoro che chiede ascolto e risposte concrete. Anche la UIL Taranto era presente con una delegazione nutrita e attenta, consapevole che i temi discussi nella capitale toccano profondamente il nostro territorio, dalla crisi dell’ex Ilva alle condizioni del lavoro fragile e frammentato.

La mattinata ha raccolto interventi di lavoratrici, lavoratori, pensionati e giovani. Sono emerse storie di precarietà nei centri commerciali, contratti part-time che nascondono orari da full-time, turni massacranti nella sanità, vite sospese nel lavoro somministrato, schiene rotte nei campi agricoli, difficoltà crescenti nel trasporto pubblico, nell’edilizia e nel turismo. Un’Italia reale, quella che spesso non trova voce nei palazzi ma che rappresenta la colonna portante del Paese.

Il momento centrale della giornata è stato l’intervento conclusivo del segretario generale Pierpaolo Bombardieri, il quale ha richiamato con forza il senso della mobilitazione. Prima di avviare il suo discorso, Bombardieri ha ricordato il valore della partecipazione responsabile, spiegando che si può protestare senza violenza, senza assaltare redazioni o minacciare chi informa, ma avanzando proposte serie e credibili. Ha sottolineato che la mobilitazione della UIL nasce da un principio semplice: “si può chiedere di cambiare le cose”.

Al centro del suo intervento c’è stato il tema della democrazia economica e sindacale, un punto cardine per il segretario: Bombardieri ha ricordato che il contratto collettivo non è un ingombro, ma un atto di democrazia sostanziale, perché definisce salari, orari, diritti, tutele. “Dove c’è lavoro deve esserci democrazia” ha affermato, ribadendo il valore della contrattazione come luogo dell’equilibrio sociale, della rappresentanza e della responsabilità condivisa.

Un passaggio molto significativo del suo intervento ha riguardato le pensioni. Bombardieri ha spiegato che la riforma non può più essere rinviata e che occorre finalmente separare previdenza e assistenza, perché se si continuano a sommare le due voci diventa impossibile ragionare su sistemi equi. Ha chiesto un confronto serio su come garantire una pensione di garanzia ai giovani precari, sulla possibilità di consentire l’uscita anticipata a chi svolge lavori usuranti, e sul rilancio del secondo pilastro, proponendo l’accettazione semiautomatica della previdenza complementare dal 2027 per dare solidità alle pensioni future.

Toccante e molto applaudito il richiamo alla condizione dei giovani, che secondo Bombardieri “hanno già la certezza di essere penalizzati se le regole non cambieranno”, e la denuncia di un lavoro che non garantisce futuro. Anche per questo, ha ricordato, serve una politica fiscale più giusta: Bombardieri ha citato le sue proposte di aumento della tassazione sui dividendi azionari al 31% e dell’IRES al 26%, misure che potrebbero recuperare fino a dieci miliardi da reinvestire in sanità, pensioni e welfare, alleggerendo il peso su lavoratori e pensionati, oggi tra i più tassati d’Europa.

Ampio spazio è stato dedicato anche alle disuguaglianze territoriali, con un riferimento diretto alla vicenda dell’ex Ilva. Bombardieri ha ricordato che il futuro dell’acciaio in Italia non può essere discusso solo per gli stabilimenti del Nord, come avvenuto nell’ultimo tavolo ministeriale. Ha denunciato con fermezza l’esclusione di Taranto dal confronto, definendola inaccettabile, e ha ribadito la richiesta – avanzata da tempo dalla UIL – di un intervento pubblico forte, fino alla valutazione della nazionalizzazione sull’esempio francese.

Nel suo intervento, Bombardieri ha più volte richiamato l’idea che questo “non è un tempo per essere spettatori”, ma un momento in cui bisogna difendere i diritti e costruire soluzioni, perché ciò che si decide oggi influenzerà il modello sociale dei prossimi decenni. La sua conclusione è stata un invito all’unità e alla responsabilità: lavorare insieme sulle piattaforme unitarie, superare le divergenze non sostanziali, creare percorsi condivisi per migliorare lo Stato sociale, rafforzare la contrattazione e rispondere alle fragilità crescenti del Paese.

A margine della manifestazione, Gennaro Oliva, coordinatore territoriale della UIL Taranto, ha espresso la sua valutazione sull’esito della giornata e sul ruolo del territorio nell’agenda nazionale. Oliva ha ricordato che Taranto vive una condizione particolarmente complessa, ma proprio per questo non può essere esclusa dai tavoli decisivi, né può attendere soluzioni “parziali o provvisorie”. Ha affermato che la manovra deve essere migliorata con interventi che tengano insieme lavoro, salute e sviluppo, restituendo speranza ai lavoratori e alle famiglie. Ha ribadito inoltre l’urgenza di un piano per la sicurezza sul lavoro, di pensioni più dignitose e di una sanità accessibile, sottolineando che la UIL Taranto continuerà a farsi sentire: la mobilitazione non si ferma qui, perché “la dignità del lavoro non è negoziabile”.

La giornata del Teatro Brancaccio ha così rappresentato un momento di ascolto, partecipazione e proposta. Non una semplice protesta, ma un percorso collettivo che punta a incidere sulle scelte politiche e a dare voce a chi non vuole rassegnarsi. La UIL Taranto proseguirà questo cammino con convinzione, per difendere il diritto a un lavoro sicuro, a un salario equo e a un futuro che appartenga davvero a tutti.