Pietro Pallini della UIL Taranto critica la legge “becera” e chiama all’unità contro le disuguaglianze regionali
Nella giornata di ieri, 8 luglio 2024, a Statte (Taranto), si è tenuto un importante dibattito pubblico sul tema dell‘autonomia differenziata e il suo impatto sull’unità nazionale. Il coordinatore della UIL Taranto, Pietro Pallini, ha espresso ferma opposizione verso questa legislazione, definendola senza mezzi termini “becera”. Pallini ha sottolineato come la legge sia stata concepita con un meccanismo che mina l’integrità della legislazione nazionale, inserendosi subdolamente nei bilanci regionali e facilitando il divario economico tra le regioni.
Durante il suo intervento appassionato, Pallini ha richiamato l’attenzione sulle difficoltà oggettive che il paese affronta quotidianamente, derivanti da una globalizzazione non regolata e da una serie di crisi economiche speculative. Ha evidenziato come l’autonomia differenziata, in particolare, rischi di esacerbare ulteriormente le disuguaglianze, già palpabili nell’indice di Gini che misura la frammentazione sociale.
Pallini ha criticato aspramente i promotori della legge, paragonando il loro sostegno all’autonomia differenziata al supporto dell’Apartheid da parte di chi ne subisce le conseguenze dirette. Ha enfatizzato l’importanza di non regionalizzare i diritti sanciti dalla Costituzione italiana, evidenziando come questa legge non abbia considerato adeguatamente il parere dei governatori regionali e il dibattito pubblico necessario.
L’oratore ha poi rivolto l’attenzione al grave problema del debito pubblico italiano, che ammonta a quasi 2.900 miliardi di euro, mettendo in guardia contro le implicazioni economiche della legge di bilancio recentemente approvata. Ha sottolineato la necessità di un governo coscienzioso che non divida ulteriormente il paese, ma lavori per rafforzare l’unità nazionale.
Infine, Pallini ha concluso il suo intervento esortando alla mobilitazione civile contro questa legge, sottolineando l’importanza di superare il quorum referendario per abrogarla. Ha evidenziato le gravi conseguenze sociali nel sud Italia, come la fuga dei giovani e il declino demografico, e ha invocato l’unità nazionale come strumento per affrontare le sfide future.
Il dibattito ha visto la partecipazione di diverse associazioni e partiti, riflettendo un fronte ampio e unito contro la legislazione contestata.